Di tutto il tempo, proprio questo sembra essere
il tempo del grande respiro: quando la balena
affiora e soffia l'enormità del suo essere
metà umana e metà pesce. Altro che magnifiche
sirene sinuose: è in lei che si ritrova l'ambiguità
del senso.
Il getto è così forte che solleverebbe un mondo,
se ci fosse un mondo intorno e non solo mare,
un deserto liquido di solitudine e irrequietezza d'onde
che si scansa per farle posto in ossequio al regime archimedeo.
Non c'è nessuno a chiederle come viva, o dove cerchi
l'amore.
Chi l'ha osservata, ha distolto lo sguardo, e
chi l'ha cercata, lo ha fatto per ucciderla. Di questo,
siatene consapevoli voi, perché lei, lei non è consapevole
di nulla.
Il suo cervello, per quanto enorme, non è che un piccolo
grumo nel corpo gigantesco: una ciste, un pedicello.
Lei sa solo che a un certo punto occorre respirare e poi,
inabissarsi ancora.