Tutto è così vuoto adesso
che anch'io trovo il mio spazio.
Per questo amo le ore prima dell'alba,
la vuotità che piano piano si riempie
dei contorni delle cose
e poi delle cose stesse,
lasciando intatti i miei confini,
di giorno sfumati dall'incertezza
su dove sia il limite tra la sillaba
e la cosa, tra il rimando e la cosa.
Prima dell'avvento del rosa
io sono, priva del disagio di esistere,
leggera come un grave nell'attimo
tra la cima della torre e il selciato.