Dall'ennesima epistola all'assente
Fai presto, amico mio, presto, perché
il tempo scorre come un fiume
che non veda l'ora di aggiungere sale
alla sua natura dolce. Io m'aggrappo
laddove posso, resisto. Ma la notte, ancora,
sogno di lasciarmi andare come un'Ofelia
preraffaellita, lasciarmi andare morbidamente
tra i fiori insistenti sull'acqua torbida.
Lì tutto ha una senso, sai? Persino l'ortica
trova una suo ruolo, segno del dolore
che tutto pervade, compresa la bellezza.
Così ti aspetto, amico caro, qui dove so
che non verrai. Ti aspetto inutilmente,
ma tant'è. Questo, ora non ridere, è tutto.