Alla Signora
Non è facile per un popolo condizionato dai timori, soggetto alla regola
ferrea che la ragione è del più forte, liberarsi dai debilitanti miasmi della
paura. Eppure, anche sotto la minaccia della macchina statale più
schiacciante, il coraggio continua a risorgere,
poiché la paura non è lo stato naturale dell'uomo civile.
Aung San Suu Kyi
La Signora meriterebbe parole che non so dire
per la forza della sua fragilità
di quel sorriso dolce e austero e quei fiori nei capelli
grande anima della non violenza
nella sovrana, inviolata solitudine (1) della sua casa
le mani impedite dal toccare il viso del suo amore morente
mai strette a pugno, ma larghe, con i palmi in alto
ad accogliere il suo popolo sofferente,
mai alzate in segno di resa, mai vuote
di parole. Occhi che conoscono l'orrore
e ne traggono dolcezza por estos pueblos de larga agonìa(2)
popoli tristi di terre ricche e crudeli.
Nulla ha potuto il filo spinato, la rabbia cieca
del potere, contro chi non ha avuto paura.
Domani vedremo, ma oggi festeggiamo la vittoria.
Foto EPA - pubblicata da "The Telegraph" il 20 settembre 2010
(1) Amitav Gosh, "Estremi Orienti", collana "I Coralli", ed. Einaudi, 1998
(2) Pablo Neruda, "Canto General"
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