la compattezza di questo momento
-nulla sfugge dal bordo
tutto è dentro, raggiungibile,
coerente-
quando il sole sorge dietro al palazzo di fronte
-c'è sempre un palazzo di fronte-
si riflette contro qualcosa
e mi buca lo sguardo invariabilmente
sempre
vivo in questa metafisica pragmatica
in cui niente ha senso
ma tutto rimanda
-a saper leggere l'ipertesto-
rimanda e risuona
[adesso scenderò a fare la spesa
incontrerò Amir che mi chiama sorella
perché gli dedico due minuti del mio prezioso
tempo
poi mi fermerò in mezzo alla strada
a meditare sulla pesantezza delle mie gambe
o sull'onnipresente oppressione
delle macchine
in attesa di sentire la tua voce
unica
quella senza eco
che nitida mi attraversa il cuore]
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