Artemide o della libertà

Guardala Artemide quant'è bella

quand'agile corre nel fitto bosco:

rapida scocca la freccia d'argento,

cruda assassina.

Gemella d'Apollo, figlia di Zeus

lei volle vivere libera e forte,

nella luce che scende tra le fronde,

dea della caccia.

Vergine fiera non volle amanti:

mutava in cervo chi la guardava

e lo faceva sbranare dai cani

(oh, Atteone!)

Con lei stavano sessanta fanciulle

dai nove anni, belle ninfe di mare,

anch'esse femmine giovani e fiere,

ed io tra loro.

Vivevamo danzando e cacciando,

qualcuno ci dice senza l'amore,

ma io amavo lei, la bella Diana

dal corpo snello.

Le donne insieme le dicono sole

come mancasse loro qualcosa,

eppure noi eravamo felici,

libere, vive.

Avremmo dovuto essere schiave

di un marito, un padre, un fratello.

Invece no, noi fummo sorelle.

Voi, siete soli.

La Diana di Versailles, copia Romana di una statua di Leocare (Museo del Louvre Parigi)