Hera non sa cos'è l'amore

Lei è Hera, la grande madre

e non sa cos'è l'amore.

Ve lo dico io, Cidippe, sua sacerdotessa,

mentre piango i miei figli

forti e belli,

cui lei come premio diede la morte

: per la dea, il dono più grande.

E vi dico che lei non ama nessuno

non Zeus, suo fratello e marito,

non i suoi figli

e nemmeno i suoi amanti

mortali e immortali.

E quando urla di gelosia scuotendo l'Olimpo

non la fa per l'amore ferito,

ma per lo scompiglio nel suo focolare.

Hera, la più vendicativa degli dei,

Hera, dagli occhi bovini,

vuole solo che l'istituzione funzioni.

Vuole che i servi apparecchino bene,

che la casa sia lustra e pulita,

e che Zeus non corra dietro ad altrui calzari ,

perché è così che dev'essere.

E quando ha creato bellezza,

la Via Lattea che tutti ammiriamo,

lo ha fatto per stizza,

in odio al figliastro, Eracle,

il possente.

Ah, mia dea,

quella melagrana che stringi in mano

non fa di te una madre.

Nulla sai del tremore e della tenerezza

di una mano bambina che stringe la tua.

I figli li hai fatti perché così si deve,

non per amore.

O non avresti ucciso Bitone e Cleobi,

la luce dei miei occhi,

il frutto dei miei lombi esausti.

Ah, che le mie lacrime inondino il mondo

e anneghino il perbenismo!

L'origine della Via Lattea, del Tintoretto