Mi trasferisco, provvisoriamente,
nel migliore dei mondi possibili,
dove qualche goccia di positiva chimica
basta a sedare la voglia di infinito.
Il dottore dice che non è niente,
che se rispetto le prescrizioni,
faccio la brava e non mi strapazzo,
passerà presto, si, molto presto.
E allora sia, suvvia, perché no?
Per qualche verso mal digerito,
per un tuffo al cuore, per un precipizio?