Basta

Basta - disse lei, premendosi le mani sulle orecchie come se volesse escludere qualche suono dalla sua percezione. Epperò, era molto presto, e al momento suoni non ce n'erano nel paesino in cui si trovava in vacanza, se non qualche raro abbaiare di cane o il peculiare e furioso suono delle campane che si usava qui.

La luce non era ancora forte e invadente - il primo sole filtrava tra le casette intorno con timidezza, senza la tracotanza splendente che lo caratterizzava in pieno giorno. In lontananza si sentiva lo sciabordio del mare e lo scoppiettio di qualche motore di barca che prendeva il largo in cerca di improbabili pesci.

Insomma, sotto ogni aspetto, quello che si sarebbe definito un quadretto idilliaco, privo di tensioni e pressioni. Ma era proprio "basta" ciò che le era venuto in mente quella mattina ed era stato proprio quel coprirsi le orecchie con le mani il gesto istintivo che aveva fatto.

Lei sapeva che era una cosa che non aveva niente a che fare col tempo e col luogo, ne' con qualsivoglia rumore, perché quella parola - basta - le risuonava in mente da un po', senza però che finora si fosse mai concretizzata in un gesto. Ma era stanca. Stanca del continuo scrutare, della ininterrotta ricerca, dell'incessante lacerarsi della struttura del reale - tutto ciò che la spingeva lontano, lontano da chi le era accanto, lontano persino da sé stessa.

In certi momenti questa sensazione, questa vita parallela - lei non sapeva come altro chiamarla - era così forte e prevaricante che nient'altro esisteva e seppure facesse male, seppure il dolore fosse lì a portata di mano, non c'era altro da fare che abbandonarvisi, lasciarsi portare laddove voleva portarla - nel luogo dell'esistenza, perché senza di esso - pensava in quei momenti - non ci sarebbe stato niente, se non il silenzio terrificante delle cose.

Ma in altri si affievoliva ed allora cominciava la lotta, perché c'era qualcos'altro che reclamava i suoi diritti, che premeva per farsi sentire. Come il semplice godere del sole e del mare, della vicinanza di persone di care, senza trasformarsi in un... dio sa cosa, le veniva da dire un meccanismo della trasfigurazione, non fosse che le sembrava un po' ridicolo e presuntuoso.

Ed ora non sapeva a cosa avesse detto "basta", a quale delle due forze che la dilaceravano. E ristette così, su questa soglia, incapace di tutto, sorda.