Vorrei che mi lasciassero morire
adesso
- disse mia nonna un giorno
ma aveva ancora luce nello sguardo
glauco e fisso per la cataratta
e forza nelle braccia
una forza disumana
che l'aveva sostenuta per due guerre e due vedovanze
lei
così bella coi capelli raccolti sulla nuca
e il sorriso grande come il cielo
Maria la scolara dal grembiule inamidato
Maria la contadina
Maria la serva
Maria la cuoca
Maria sola con tre figli da crescere
e l'intelligenza di chi sa la vita
di chi l'ha scolata tutta
la schiuma bianca e vaporosa
e poi il sapore caldo ed inebriante
e ancora giù fino alla feccia
in fondo
in fondo
là dov'è amara e sa di fiele
Maria raccontava storie
piene di diavoli e di santi
storie di guerra
storie d'amore
storie di alberi e animali
storie di figli e madri
storie di sé
ed io l'ascoltavo assorta
mentre il sole tramontava rosso
ricolmo d'inevitabile bellezza
e dipingeva le mattonelle della cucina
trasfigurandole in un paesaggio di meraviglie
animandole di vita propria
ciascuna un personaggio
ciascuna un sogno
e ci perdevamo
nel tempo e nello spazio
come stelle
la cui luce arriva dopo mille anni
e mille ancora