L'uomo che copiava

Non è che non sapesse scrivere, è che proprio non aveva idee. E poi, diciamola tutta, copiare gli piaceva davvero.

Aveva cominciato da bambino, coi temi dei compagni, e pian piano, dopo i rimproveri ed i votacci di quando veniva scoperto - quasi sempre, i primi tempi - si era affinato nell'arte.

Non era un copiatore qualsiasi, non si limitava a riprodurre banalmente ciò che leggeva. Eh, no! quello avrebbero potuto farlo tutti, che diamine!

Lui metteva insieme diversi testi, con perizia scegliendo una riga qua e una riga là, in modo che il risultato avesse un senso compiuto. Poi passava alla parte lessicale, scegliendo sinonimi delle parole utilizzate dal "copiato". Infine, si divertiva a rigirare le frasi, trovare costrutti diversi, inserire qua e là qualche aggettivo, toglierne altri...

Aveva un vocabolario ricchissimo, perché nella sua continua ricerca di cose da copiare, leggeva davvero molto, sicché il risultato finale dei suoi sforzi era sempre un'opera degna, ben scritta, curata in ogni particolare, caratterizzata da uno stile assolutamente unico.

I docenti di italiano lo adoravano, portavano i suoi temi ad esempio e, se anche il sopracciglio di qualche suo compagno di classe si alzava al sentire un concetto che era convinto di aver elaborato lui, tutti alla fine riconoscevano le sue indubbie qualità.

Ben presto divenne uno scrittore famoso, anche perché, essendo i suoi testi collage di idee altrui, ciascuno vi trovava una parte di sé, si riconosceva - senza sapere quanto! - in questo o in quel passaggio. Nel copiare tutti, accontentava tutti.

I suoi libri si vendevano come fossero caramelle, passava da un successo all'altro, e niente sembrava fermare la sua fertilissima ispirazione.

C'era così tanto da copiare nel mondo!

Divenne ricco, sposò una donna bellissima da cui ebbe dei figli lazzaroni, come sono sempre i figli, e visse felice e contento fino a 101 anni, scrivendo decine e decine di best seller.

Qual è la morale? Nessuna. L'uomo che copiava non aveva nessun problema morale. Certo, le idee non erano le sue. Ma, diciamo la verità, chi può rivendicare la primogenitura delle idee? Lo diciamo continuamente che scriviamo tutti sempre le stesse cose. Ecco, lui lo faceva scientemente, non come noi che pretendiamo di essere originali.

No, davvero, l'uomo che copiava non aveva nessun problema. I problemi sono tutti miei, che non sapevo come riempire questa pagina bianca...