Stare tranquilli

Lei si sveglio' quella mattina, come tutte le mattine, che la notte non era ancora finita. La casa ancora immersa nel buio era silenziosa, eccezion fatta per qualche rara macchina che passava. Erano momenti di perfetta solitudine: di quella ricercata, non sofferta. Non che lei fosse un lupo solitario, anzi. La gente le piaceva, le piaceva incontrare, conoscere, parlare. Ma ogni tanto sentiva anche il bisogno di curare quella fitta boscaglia che erano i suoi pensieri, di dar loro ordine, di trasformarli in un giardino di parole. Cosi', si alzava ad ore antelucane e le usava per scrivere, leggere e... ricordare. E quella mattina, pensava a suo padre.

Enzo credeva nelle umane sorti e progressive. Non si faceva troppe illusioni sulla natura dell'uomo: in fin dei conti aveva vissuto la guerra e il fascismo e gli orrori dell'una e dell'altro. Aveva sperimentato la vigliaccheria che si fa complicita' e la crudelta' pura e semplice, quella primigenia. Ma pensava che, in fin dai conti, la maggior parte dell'umanita' volesse essenzialmente stare tranquilla e che, se alcune menti lungimiranti (gli Scienziati) avessero dato ad essa i mezzi e gli strumenti per farlo, e' quello che avrebbe fatto. Non un utopistico volemose bene, ma almeno un non damose fastidio.

Stare tranquilli: era questo, dunque, il sogno di suo padre. Quando era adolescente, a lei sembrava un sogno di dimensioni davvero troppo ridotte. Dov'era l'afflato rivoluzionario, la catarsi dell'umanita' ferita, il trionfo del bene sul male? Solo ora, a distanza di tanti anni, ne capisce la portata. Per stare tranquilli c'e' bisogno di eliminare la necessita'dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, della lotta per la sopravvivenza, dell'odio di classe o di razza. C'e' bisogno che le risorse disponibili siano preservate ed equamente distribuite. Che la ricchezza degli uni non sia costruita a scapito degli altri. Che la consapevolezza della propria identita' non sia motivo per disprezzare quella di chi e' diverso da noi.

E se lo stare tranquilli non ci libera dall'orrore, consustanziale a questo nostro cieco esistere, almeno non da' a questo motivazioni aggiuntive. Cerchiamo, per favore, di stare tranquilli.