Stasera Neteditor saprà

«Splendida! xche hai saputo dire tante cose dal cuore ke ce l'hai grosso io lo so, blaknihgt. xxxxxxxxx

cicciabella92»

«...Grosso. Ce l'ho grosso si', brutta deficiente. Io scrivo una poesia su Cuchulainn e il riastartha, la furia del guerriero, e questa... questa.... Non ne posso più. Mi ignorano, mi ignorano tutti. Tranne quella stupida che e' l'unica che mi commenta. Da due anni. E ancora non ha imparato a scrive il mio nick. BlackKnight. Io sono il Cavaliere Nero. E voi mi ignorate perché siete spaventati dalla potenza di cio' che scrivo. Ignavi, sciocchi! Ma stasera Neteditor non mi ignorerà più. Ah, no.»

Il Cavaliere Nero, si alzò con fatica dalla sedia davanti al pc. Gravato da due anni di frustrazione totale e di ore e ore passate davanti allo schermo cercando di convincere quegli stupidi della sua genialità, si muoveva un po' a fatica. Ma il suo cervello funzionava benissimo. Benissimo. Come un meccanismo ben oliato. E gliel'avrebbe fatta vedere a quelli.

«Tutte conventicole. E non sanno nemmeno che vuol dire, conventicole. Imbecilli. Lì a farsi le fusa l'uno con l'altro. Ma che ne sanno della Poesia, loro? Che ne sanno?».

Quando due anni fa si era iscritto a quel sito letterario, le sue prime pubblicazioni avevano ricevuto qualche tiepido commento di benvenuto. Quanto era bastato per incoraggiarlo. Riversava su Net fiumi di pagine, svuotando i suoi metaforici cassetti. Parlava di tutto, scriveva di tutto. Si impegnava, leggeva e rileggeva le sue cose, le correggeva, le limava. Cercava di dare una forma grafica accattivante alle sue pubblicazioni. Niente. Per qualche misterioso e insondabile motivo, niente di quello che faceva suscitava il benché minimo interesse. Se fosse stato un attore cinematografico, si sarebbe detto che non bucava lo schermo.

In brevissimo tempo il rivolo dei commenti, gia' esile, si era prosciugato del tutto. Era rimasta solo lei. Cicciabella92. Era l'unica che lo commentava. Sempre. Di qualsiasi cosa scrivesse. E senza mai dar segno di aver letto, men che meno capito, quello che lui aveva scritto.

Due anni così. Ma quella sera, aveva deciso di reagire. Aveva trovato su Internet come costruire in casa una bomba di discreto potenziale e, contattando un hacker, aveva scoperto dov'era situato fisicamente il server di Neteditor. Nella sua città! Era un segno del destino, evidentemente. Tutto era pronto. Sistemò la bomba in uno zainetto e si mosse verso l'appuntamento col destino.

Arrivò dove doveva arrivare in poco tempo. Aprì la porta blindata con estrema facilità, sempre grazie alle istruzioni trovate su Internet. Il battente cigolò un po' e subito si sentì una voce femminile che chiedeva: «Chi è?». Ecco, questo non l'aveva previsto. Che ci fosse qualcuno, una donna, per di più. Bene, pensò, la costringerò ad andarsene, con le buone o con le cattive. Di colpo se la trovò di fronte. Una visione. Era bellissima. Alta, bionda, occhiazzurrata. Lui rimase impietrito, gli occhi bassi, sudato, la pelata bene in vista a causa del capo chino...

«Scusa, ma chi sei? che vuoi?», disse la visione. «Ecco, io... ecco... Insomma, esci. Tu... te ne devi andare. È meglio per te.» «Andare? Meglio? Ma che dici? Chi sei?» «Non importa chi sono io. Vattene, ti dissi. A ciò che tu non abbia a soffrirne...» «Ti dissi? A ciò che? Ma.... ma allora... tu sei bleckenit!»

Il Cavaliere Nero impallidì, basì, trasecolò, restò senza parole, di sasso, di stucco, a bocca aperta, sgomentò, allibì, cascò dalle nuvole, stette percosso e attonito. Insomma, avete capito: quella, quella... meravigliosa creatura l'aveva riconosciuto dallo stile??? Ma allora, allora... Non era stato tutto inutile. Lo riconoscevano dal suo stile! Cercò di riprendersi, di ritrovare la voce, ed emise un rauco: «Io... si, io si, sono il Cavaliere nero, si, BlackKnight... io...». «Ma è fantastico, era tanto che volevo conoscerti!», cinguettò lei. «Scrivi così bene. E sempre cose così interessanti. Ma... cosa fai qui?»

Il Cavaliere Nero capì che doveva trovare una giustificazione alla sua presenza e si affrettò a dire: «Ecco, io... ho scoperto dove eravate... e volevo ringraziarvi per tutto quello che fate... ecco». «Oh, grazie!», cinguettò lei. «Peccato che non ci sono i numi», aggiunse, usando il ridicolo nomignolo di quelli della redazione di Net.

«Non sei una dei numi? E allora chi sei?» «Ma ciccino, credevo lo avessi capito! Sono cicciabella92, no?! Lavoro qui, do una mano in segreteria... Ma cos'hai? Perché mi guardi così? Insomma, dì qualcosa, mi fai paura così....»

Lui la guardava fisso, a bocca aperta. La sua mano corse dietro: bastava tirare la cordicella e tutto sarebbe finito. Lui, cicciabella e Net... «Ma dai, dì qualcosa, non sono come ti aspettavi? Pensavi che fossi bella? Io... mi dispiace ecco. Sai io, leggendoti, ecco... io... credo di essermi innamorata di te. Ti penso sempre ecco. Io...».

La mano del Cavaliere nero si bloccò. La tirò su e attirò dolcemente a sé Cicciabella92. E mentre la baciava appassionatamente pensò: e ke czz, nn ce mica solo la poesia, nella vita!

FINE