Essere fragile

ogni parte del corpo m'è estranea

ma duole di un suo dolore sordo

memore di ben altra appartenenza

guardami, dice lei, il collo proteso

nell'ennesimo tentativo di riaffermare la sua presenza,

patetica figura nell'ombra che la invade

dal fuori al dentro.

è il soffio di dio che da e toglie, dice,

eppure tutto appare fermo,

una bonaccia di immani dimensioni

nella stanza appartata, semibuia

che la reclude e la protegge.

le tende bianche ricadono con precisione

millimetrica, disegnano filigrane incomprensibili

sul pavimento lucido.

dal dentro al fuori non trapela il senso

di questo essere fragile, tutto va come

deve andare, sempre.