Comune fossa

luce a fiotti

torrenziale più della pioggia

battente sul bianco calcinato delle ossa

là dove resta la ferita non suturata

lo squarcio anonimo del dolore

inferto/subito ognuno vittima/carnefice

della sua umanità, solo sulla soglia

cieca del non esistere, non essere

non volere, non dolere. Mai.

ricorda sempre

i sorrisi lenti come crepuscoli estivi

tinti del rosso sangue delle labbra,

le gonne che s'aprono come corolle

sul lungo pistillo delle gambe,

il ritmo affannoso dell'amore

quando stringe la vita e la carne.

solo questo esiste, solo questo vale:

il resto è inganno, perdizione, ombra.

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