Ha solo fiato nelle mani. Una bava luminescente le cola dall'angolo della bocca, gelando subito al freddo intenso dell'inverno polacco.
Nuda, in piedi, i capelli rasati, il corpo piagato, piegato dalla dissenteria e dalla fame.
Ombra, larva: trema, la donna calva. Trema.
Il colpo sta per abbattersi, purificarla dalla colpa di essere nata. Sbagliata. Nata sbagliata.
E se da ogni punto di vista, da ogni, potrebbe sembrare una liberazione quel colpo, sì, una liberazione, una resurrezione piuttosto che una morte, seppure questo sia vero, lei, sì, lei - avrebbe voluto vivere, vorrebbe continuare a vivere.
Nonostante non abbia più madre, padre, fratelli, non abbia più marito e figli, non abbia più voce, né capelli, né mestruo, né sguardo, abbia solo fiato nelle mani, e il petto che si solleva appena, dolore lancinante nell'urto del respiro contro le costole, sebbene tutto questo sia, e sia vero, ché questa è la verità, lei vuole, vuole vivere.
Eppure, il colpo arriverà, è arrivato. E non ci sarà più lei, né verità, né altro. Solo il fango che la coprirà. Solo questo resterà. E l'oblio, senza resurrezione.