l'assurdità di una dolcezza
morbida
in questi giorni di morte, quando tutto sembra
promanare dal buio,
dal freddo materico del mare
eppure, una carezza è una carezza
e il sole ottobrino è maestro nell'accarezzare.
sicché, lascia che mi abbandoni
e ti sorrida,
dimentichi l'orrore dei fondali
e il dolore che mozza le parole. avremo tempo, sì,
avremo tempo, per piangere l'inevitabile
frutto del nascere.