Trasferta

I

[domande esistenziali]

È così secca l'aria di questa stanza anonima

che i miei capelli sono diventati

una nuvola di elettricità

Cerco stizzita di domarli

e invidio quelle coi capelli dritti

o addirittura senza

Con dentifricio spazzolino e rossetto

aggiusto anche il sorriso

Ovviamente l'orlo dei pantaloni si è scucito

ed ago e filo non so tenerli in mano

Alla fine mi guardo perplessa allo specchio

e non ricordo più dopo tutto questo

dove sono chi sono perché sono qui

II

All'indomani

guardo queste strade levigate dal tempo

e dalla solerzia di spazzini invisibili

il duomo bellissimo che grava sulla piazza

dove bivaccano pochi punkabestia

ripuliti pure loro

- penso sterilizzati nel quadro dell'ultimo programma

per lo sviluppo ed il miglioramento cittadino

cofinanziato dalla regione dallo stato e come no?

dall'unione europea -

e quasi mi viene voglia di questo buon vivere borghese

di solida prosperità

questo camminare avanti e indietro per il corso

pieno di negozi illuminati

donne uomini ragazzi ragazze e bambini

tutti vestiti alla moda griffati di tendenza

apparentemente inconsapevoli

della deriva dei continenti

dello scontrarsi delle faglie

Vagheggio che sia possibile un rifugio

sotto forma di una bella casa a due passi dal lavoro

coi mobili antichi e qualche tocco design

il pavimento di parquet lucidato

- o no forse meglio il cotto non trattato

tende di lino bianco alle finestre

un pò di musica ma solo in sottofondo

i libri scelti per ornare le pareti

la signora tanto brava benché straniera che mi fa le pulizie

il cane di quella razza che non mi ricordo il nome

che fa tanta tenerezza con la bandana al collo

ed il guinzaglio che non rovina il pelo

e poi qualcos'altro che non mi viene in mente

Mi aggiro tra le stanze di questo sogno

gustandomi la vista dei tulipani in quel bel vaso

la pianta sempreverde che non perde le foglie

il plaid beige di cachemire mollemente adagiato sul divano

saziandomi gli occhi con cotanto buon gusto

Ma a un certo punto il mio sguardo ha un guizzo

cerca

inopinatamente cerca

una crepa nell'intonaco color panna

ambisce

a qualche millimetro di incongruenza

Ah, datemi quanto basta

per lasciar spazio al precipitare del caos.

III

E poi infine quando è arrivato il sole

il cielo di qui non voleva crederci

così è rimasto un pò brumoso all'orizzonte

senza decidersi a trascolorare nell'azzurro

confondendo la grazia rarefatta dei pioppi

e ci siamo salutati

senza troppo rimpianto.