Avrei voluto essere una di quelle rocce bianche
che bucavano il prato scabro - verde ingiallito dal sole
e prosciugato dal tempo. Loro stavano lì nitide e nivee
imperturbabili presenze appena erose dal vento
che ne aveva trasformato i bordi in delicate trine.
Solo un'inenarrabile catastrofe avrebbe potuto scuotere
la loro pietrificata disposizione al suolo
non la neve che piega le piante e spezza gli alberi
non la pioggia che lava via il terriccio in rivoli marroni
non il sole che muta l'erbe e i cardi in gialli spettri
Sarei stata lì - muta e inconsapevole della mia solidità
senza mai aspettare niente