DOMENICA QUARTA DOPO PENTECOSTE
La pesca miracolosa
(S. Luca, 1-11)
La barca di Pietro.
Sulle sponde del lago di Genezaret, mentre era assediato dalle turbe avide di ascoltare la sua parola, Gesù vide due barche dalle quali erano scesi i pescatori (Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni) i quali stavano riattando le reti. Sale nella barca di Simon Pietro, e di là ammaestra le turbe.
Si noti: Gesù sale sulla barca di Pietro, e di là, da quel pulpito dondolante, ammaestra le turbe. Questo - come osserva S. Roberto Bellarmino - non avvenne senza un profondo mistero. La barca di Pietro è figura della Chiesa, la Chiesa Cattolica; e solo dalla barca di Pietro, sempre vivo nei suoi successori, Egli ammaestra le anime. Mostriamoci dunque molto grati a Dio per averci concesso, senza alcun merito, a differenza di tanti altri, di trovarci nella barca di Pietro, dalla quale Egli ammaestra le turbe, ossia nella Chiesa Cattolica. E mostriamoci sempre molto attaccati a Pietro, sempre vivo nei suoi successori, i Romani Pontefici, ricordando quel celebre detto di S. Ambrogio: «Ubi Petrus, ibi Ecclesia; ubi Ecclesia, ibi nulla mors, sed vita aeterna» (Enarr. Ps. x, 4, 30): « Dov'è Pietro, ivi è la Chiesa; e dov'è la Chiesa, non v'è la morte ma la vita eterna ».
Lavoro infruttuoso e lavoro fruttuoso.
Quando ebbe finito di ammaestrare le turbe, Gesù comandò a Pietro, proprietario della barca; di prendere il largo; e a lui e ai suoi compagni diede ordine di gettare le reti per la pesca.
Quest'ordine dovette risuonare all'orecchio di Pietro come una amara, benchè involontaria ironia: aveva infatti lavorato tutta la notte - che è il tempo più favorevole per la pesca - senza riuscire a prendere un pesciolino; poteva dunque sperare di riuscire a prendere qualche cosa in pieno giorno?... Tuttavia, pieno di fiducia nella parola di Gesù, gettò subito la rete e prese una quantità di enormi pesci. Mirabile esempio di obbedienza pronta, cieca, fiduciosa, premiata con uno strepitoso miracolo.
Abbiamo qui un altro fatto simbolico molto significativo: senza Gesù, ossia senza la sua grazia, il nostro lavoro è sterile, infruttuoso.
Poichè tutte le opere, anche buone, fatte in peccato mortale, senza la grazia di Dio, distaccati dalla vite che è Cristo, non ci valgono proprio nulla per la vita eterna, per il cielo. Al termine della notte della vita presente, e allo spuntare del giorno della vita futura, tutti costoro si troveranno a mani vuote, e si sentiranno costretti a ripetere con Pietro:« Per totam noctem laborantes, nihil caepimus ». Di Napoleone Buonaparte, dopo la celebre e infelice campagna di Russia, nella quale perdette tanti soldati, fu detto: « Tornò da Mosca con le mosche in mano ». Altrettanto, io credo, si può dire di tutti coloro i quali, dopo tante conquiste che credevano di avere fatto durante la vita, si troveranno con le mani vuote. Tutte le cose, anche quelle che ora appariscono più grandi, appariranno in quel momento - dice S. Francesco di Sales - come fanciullaggini, simili a quelle casettine di legno e di fango, che nella prima età ci costavano tanta fatica e ci attraevano tanto. « Ho fatto tanto, ho fatto tanto
diceva un tale in punto di morte - e non ho fatto nulla », vale a dire: « Non ho fatto nulla che sia degno del cielo ». Senza Gesù, quindi, ossia senza la sua grazia, non si può fare mai nulla di buono: « nihil caepimus ».
Con Gesù, invece, ossia con la sua grazia, tutte le nostre opere, anche le più indifferenti, diventano fruttuose, degne del premio eterno. E' necessario però che esse siano indirizzate a Dio ed alla sua gloria. Come una lettera, priva di indirizzo, non giunge a destinazione, così un'opera buona non indirizzata a Dio ma esclusivamente all'io, ossia alla nostra vanità, non giunge alla destinazione del cielo. Rinnoviamo quindi frequentemente, nell'operare, la retta intenzione, affinchè tutte le nostre opere buone siano per noi fruttuose.
I pescatori di uomini
Dinanzi a quella pesca prodigiosa, Pietro rientra nella sua umiltà e miseria; e insieme coi suoi compagni si sente ripieno di spavento, si inginocchia dinanzi a Gesù ed esclama: « Signore, allontanati da me, che sono un povero peccatore! ». Il soprannaturale incute sempre un certo terrore. Essendo infatti infinita la distanza che corre tra Dio e l'uomo, allorché Dio, infinita fortezza, si avvicina sensibilmente all'uomo, infinita debolezza, questa ne rimane sempre scossa, turbata.
Cosi avvenne a S. Pietro. Ma Gesù lo rincuorò facendogli comprendere che quanto accadeva era un simbolo di quanto sarebbe accaduto in seguìto: « D'ora innanzi tu sarai pescatore di uomini ». E fu davvero pescatore di uomini S. Pietro. Con la rete della sua predicazione, egli, povero e rozzo pescatore di Galilea, in forza della stessa parola di Cristo, prese vere moltitudini di anime, « pesci misteriosi - dice Tertulliano
- generati nelle acque del battesimo », pesci che egli caricò nella sua barca, ossia nella Chiesa, da lui e dai suoi successori guidata con mano sicura alla riva della patria celeste.
Il Vangelo termina dicendo: « Ed essi (ossia, Pietro e i suoi compagni) lasciata ogni cosa, lo seguirono » ossia, si diedero a seguirlo definitivamente, diventando suoi Apostoli. Che mirabile esempio di pronta e fedele corrispondenza alla voce del Signore che li chiamava all'apostolato!
Tutti, quantunque in varia misura, siamo chiamati dal Signore a seguirlo sulla via dell'apostolato. A tutti ed a ciascuno, infatti, Iddio ha affidato la cura del prossimo: « unicuique mandavit de proximo suo ».
Oggi specialmente in cui le forze del male si organizzano in modo impressionante per far trionfare il regno di Satana, è indispensabile che anche le forze del bene si organizzino sempre più nelle file dell'Azione Cattolica, per far trionfare il regno di Dio. Oggi non si può rimanere indifferenti. « O si è apostoli, o si è apostati » esclamava Leone Harmel.
« E' dunque necessario - scriveva Pio XI all'Arcivescovo di Toledo - che tutti siano apostoli; è necessario che il laicato cattolico non se ne stia ozioso, ma unito alla gerarchia ecclesiastica e pronto ai suoi ordini, prenda parte alle sante battaglie, e con la piena dedizione di se stesso, con la preghiera, con l'azione volenterosa, cooperi al rifiorimento della fede e alla riforma dei costumi cristiani ».
A tutti, quindi, come a S. Pietro, proporzionalmente, ha rivolto Gesù le parole: « Sarai pescatore di uomini », ossia apostolo.
Che di tutti noi, come di S. Pietro e compagni, possa anche dirsi: « E lasciata ogni cosa lo seguirono ».
(P. Gabriele M. Raschini, Predicate il Vangelo, LICE Torino, 1943, pp. 104-106)
La pesca miracolosa - Raffaello (1515)