DOMENICA VENTITREIESIMA DOPO PENTECOSTE
La figlia di Giairo e l'Emorroissa
(Mt 9, 18-26).
Nel Vangelo di oggi vengono narrati due grandi miracoli, uno incastrato nell'altro, operati quasi contemporaneamente da Gesù verso la fine del secondo anno della sua vita pubblica: la guarigione di una donna tormentata da dodici anni da emorragia cronica, e la resurrezione di una giovanetta di 12 anni. Essi sono un inno melodioso all'umiltà e alla fede operatrice di miracoli, nonché alla salutare efficacia del contatto con Gesù.
Umiltà e fede.
L'umiltà e la fede di Giairo sono manifeste. Egli si presenta a Gesù gli si getta in ginocchio: quanta umiltà!... Gli chiede, quindi, nientemeno, la resurrezione di sua figlia, come se si trattasse della cosa più semplice di questo mondo: «Vieni, metti la tua mano sopra di lei vivrà »!
Nè meno grande è l'umiltà e la fede dell'Emorroissa. Ella era affetta da una malattia che, secondo la legge, la escludeva dal comunicare con gli altri e rendeva immondi tutti coloro che fossero venuti in contatto con essa. Il timore quindi di essere respinta dal popolo, ed anche il pudore istintivo, le impedì di chiedere a Gesù la sua guarigione. Pensò quindi, in qualche modo, a rubargliela nascostamente. Dovette fare tra di sé questo ragionamento: «Ho sentito narrare tante volte che Gesù, con il semplice contatto della sua mano, ha guarito gli infermi. Io non posso neppure osare di desiderare che mi tocchi, immonda come sono, con la sua mano. Ma è tanta la mia fiducia in Lui, che, se io riesco a toccare un lembo della sua veste sarò guarita! ». Quanta umiltà e quanta fede in questa umile donna!…
Dinanzi all'umiltà ed alla fede di Giairo e dell'Emorroissa Gesù non poté resistere, e si piegò subito a concedere quanto essi chiedevano: l'Emorroissa si intese subito guarita, e la figlia di Giairo venne risuscitata.
Umiltà e fede ecco il grande segreto per strappare le grazie più segnalate dalle mani di Dio!…
La salutare efficacia del contatto con Cristo
Ma oltre a costituire un inno all'umiltà ed alla fede, i due miracoli del Vangelo di oggi costituiscono anche un inno alla efficacia portentosa del contatto divino con Gesù. Toccare con fede Gesù ed essere toccati da Lui: ecco il mezzo più efficace per guarire non solo dalle malattie fisiche ma anche da quelle morali, è per risuscitare non solo dalla morte fisica ma specialmente dalla morte morale alla vita della grazia divina.
Questi contatti divini avvengono per mezzo della preghiera e dei sacramenti.
La preghiera, infatti, innalza la mente e il cuore a Dio, e li mette a contatto con questo Essere supremo, con questo Padre amoroso. Dal misterioso contatto con questo Sole divino, le anime ricevono luce e calore, e si sentono illuminate e riscaldate, rianimate, specialmente nelle ore buie della sventura.
Ma un contatto ancora più intimo e più efficace con Gesù è quello che si ha attraverso i Sacramenti da Lui istituiti per simboleggiare e conferire la grazia; specialmente attraverso i sacramenti della penitenza e della Eucaristia.
E' il sacramento della Penitenza, infatti, che mette l'anima nostra a mistico contatto col Crocifisso, dalle piaghe del quale sgorga quel sangue che la lava da ogni immondezza spirituale.
Ed è ancora più l'Eucaristia che mette, non già a mistico, ma a reale contatto la nostra miserabile persona, il nostro cuore sanguinante con Gesù, realmente presente sotto i sacri veli eucaristici. «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue - dice Gesù - rimane in me ed io in lui ». Noi in Gesù e Gesù in noi… Che divino, sublime, ineffabile contatto!…E quanto esso diventa potente, efficace, benefico, allorché viene effettuato con una umiltà ed una fede simile a quella della Emorroissa!…
Questa umiltà e questa fede nel toccare Gesù attraverso i sacramenti della Penitenza e dell'Eucaristia, noi li troviamo assai più facilmente nella donna che nell’uomo. E' un'amara constatazione quella che io faccio. E non è davvero difficile provarla. Date uno sguardo ai confessionali ed alle balaustre dove vien distribuita la S. Comunione, e voi li vedrete affollati dalle donne, con qualche raro uomo!.. Come se l’uomo non avesse bisogno di quei contatti divini !...
«Debolezza e mancanza di intelligenza da parte del sesso debole? ». Così dicono i superuomini. Si tratta invece di comprensione e di amore. La donna come l’Emorroissa del Vangelo - più e meglio dell'uomo, ha compreso la necessità ch'ella ha di quei contatti divini, e si è data ad attuarli con vero trasporto di amore.
Questo bisogno di un più frequente contatto divino, dovrebbe essere vivamente sentito non solo dal sesso debole ma anche dal sesso forte.
Poiché soltanto il contatto con Dio ci risana, ci fortifica, ci innalza, ci divinizza.
(P. Gabriele M. Roschini, Predicate il Vangelo, LICE Torino, 1943, pp. 163-165)