(Gv. 16, 1-4)
Testimonianza divina ed umana.
Perché l'uomo possa credere in Cristo e nella sua dottrina, si richiedono due testimonianze: una divina e l'altra umana. La prima, quella divina, vien resa a Cristo dallo Spirito Santo (che è Spirito di verità mandato dal Padre e dal Figlio): « Egli mi renderà testimonianza ». Questa testimonianza riguarda Cristo e la sua dottrina come un fatto soprannaturale, al quale nessuno può prestare fede senza che lo Spirito Santo illumini la sua mente e muova efficacemente la sua volontà. Senza questa luce divina le menti non si aprirebbero alla verità e senza questa forza divina la volontà non l'accetterebbe. « Nemo potest dicere, Dominus lesus, nisi in Spiritu Sancto » (I Cor., 12, 3)...
La seconda testimonianza, invece, quella umana, viene resa a Cristo dagli Apostoli (e dai loro successori): « Anche voi mi renderete testimonianza ». Questa testimonianza riguarda Cristo e la sua dottrina come un fatto storico, testimoniato da coloro stessi che furono testimoni oculari e auricolari, ossia che videro il Cristo e lo udirono.
Testimonianza con le parole, con le opere e con la vita.
Gli Atti degli Apostoli stanno là a testimoniare in qual modo essi resero la loro testimonianza a Cristo. Lo testimoniarono in tre modi: con le parole, con le opere, col sangue.
Testimoniarono Cristo con le parole, facendo risuonare dovunque il nome e la dottrina di Cristo: « In omnem terram exivit sonus eorum ».
E allorché i magistrati imposero loro di tacere, non esitarono un istante a rispondere: « E' impossibile! Non enim possumus non loqui! » (Atti 4, 20)
Testimoniarono Cristo con le opere, eseguendo essi stessi - dietro l'esempio di Cristo - tutto ciò che insegnarono, offrendo al mondo l'esempio vivo di una vita santissima, in piena armonia coi loro insegnamenti sublimi. Fecero rivivere in se stessi Cristo stesso, in modo da poter ripetere con l'Apostolo: « Imitatores mei estote sicut et ego Christi » (1 Cor. 4, 16).
Testimoniarono Cristo specialmente col sacrifizio gioioso della loro vita, scrivendo la loro testimonianza a Cristo col proprio sangue.
L'aveva loro predetto a chiare note Gesù: « Vi cacceranno dalle sinagoghe; anzi verrà tempo in cui chi vi ucciderà si creda di dare onore a Dio ».
Nessuna meraviglia: il mondo e i suoi seguaci non hanno mai fatto buon viso alla verità. I loro occhi son troppo deboli: non possono sostenere il fulgore del vero.
Prevenuti e messi sull'avviso dalle parole del Maestro, allorché gli Apostoli si trovarono dinanzi alle persecuzioni e alla morte, non solo non si scandalizzarono, non si meravigliarono, ma non esitarono un solo istante a versare generosamente tutto il loro sangue per rendere testimonianza a Cristo.
La nostra testimonianza
Tutti i cristiani sono tenuti a rendere testimonianza a Gesù.
Dietro l'esempio degli Apostoli, di questi invitti campioni dai quali abbiamo ricevuto la fede, anche noi dobbiamo rendere la nostra testimonianza a Cristo, con le parole, con le opere, e, se è necessario, anche con la vita.
Dobbiamo rendere testimonianza a Cristo con le parole, facendolo conoscere a coloro che l'ignorano, parlando spesso e volentieri di Lui, non facendo mistero a nessuno, sia in pubblico che in privato, della nostra fede in Lui, senza vergognarci vigliaccamente di Lui e del Vangelo: « Non erubesco Evangelium ». Poiché se noi ci vergogneremo di Cristo dinanzi agli uomini, Egli - come ci ha detto - si vergognerà
un giorno di noi dinanzi al Padre suo.
Calpestiamo generosamente il rispetto umano per non essere da lui calpestati.
Dobbiamo rendere testimonianza a Cristo con le opere, vale a dire con una vita in tutto conforme alla sua vita e ai suoi insegnamenti divini, senza smentire con le opere la nostra fede in Cristo. Che orrenda stonatura fare il credente in casa e l'ateo fuori di casa, credere e pregare in privato e miscredere e imprecare in pubblico!
Infine, dobbiamo rendere testimonianza a Cristo, se è necessario. anche col sangue, come hanno fatto tanti milioni di martiri nel corso dei secoli, come han fatto nel prima metà secolo XX tanti martiri del Messico e della Spagna, i quali sono caduti gridando: « Viva Cristo Re! ». Poiché chi da la vita per Cristo l'acquista; mentre chi la conserva, la perde.
Una domanda imbarazzante.
S. Agostino, parlando agli infedeli dei suoi tempi, diceva: « Se volete convincervi che la nostra religione è la vera, guardate come vivono i cristiani. Tra noi non v'è ingiustizia nè frode: tutto è amore, purezza, pietà ». Erano quelli cristiani veramente totalitari, perfetti testimoni di Cristo, veramente degni del nome che portavano.
Miei fratelli, il grande Vescovo di Ippona potrebbe ripetere anche oggi - come già disse ai suoi tempi - il suo argomento in prova della verità della nostra fede in Cristo?.... Le nostre parole, le nostre opere, la nostra vita, sono veramente un profumo di Cristo, una testimonianza resa a Cristo?...
E' una domanda questa, che - come credo - ci darà molto a pensare e a rimediare…
(P. Gabriele M. Roschini, Predicate il Vangelo, LICE Torino, 1943, pp. 87-188)
Martiri messicani del XX secolo