Omelia della I Domenica di Quaresima – Anno A
Vincitori sulle tentazioni.
Ogni anno, all’inizio della Quaresima, la liturgia ripropone il racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto. Quest’anno vi aggiunge la tentazione dei progenitori nel paradiso terrestre.
Due scene drammatiche, in cu compare una figura sinistra, Satana, il tentatore, che con lusinghe cerca di sviare i progenitori e Gesù da quello che è il progetto divino. Nel primo caso ci riesce: Adamo ed Eva cadono nella trappola. Nel secondo invece Satana esce sconfitto: nulla ha potuto contro Cristo.
Gesù è il “nuovo Adamo”: il primo ha distrutto, il secondo ha ricostruito; il primo è stato travolto dal male; il secondo lo ha sbaragliato su tutta la linea.
Tentazione dei progenitori
I nostri progenitori, Adamo ed Eva, posti in un meraviglioso giardino possono mangiare tutti i frutti, ad eccezione di quelli dell’albero della conoscenza del bene e del male. Sono pienamente felici: Dio stesso, sul far della sera, scende a passeggiare e colloquiare con loro, li unisce in un rapporto di profonda amicizia e comunione. Tutto è bello e meraviglioso.
Ma un giorno che compare Satana, sotto forma di serpente, e riesce ad ingannare la donna.
“Non è vero - le sussurra - che se mangerete i frutti dell’albero che è in mezzo al giardino morirete, anzi sarete come Dio, conoscendo il bene e il male”. La donna allunga furtivamente la mano e stacca il frutto e lo gusta, poi lo porge al marito.
E così consuma il primo e più grande peccato della storia. L’uomo perde l’amicizia di Dio, i doni soprannaturali (la grazia, la vita divina) e preternaturali (l’immunità dalla morte; l’immunità dalla fatica, dal dolore, dall’ignoranza; l’immunità dalla concupiscenza, cioè i sensi che si ribellano all'intelligenza ) e si ritrova in un mare di guai, che poi lascia in eredità a noi, suoi discendenti: la porta del Paradiso chiusa e i doni naturali profondamente intaccati: l’intelligenza oscurata (apprende con fatica ed è più incline all’errore che alla verità) e la volontà indebolita (più facile a compiere il male che il bene)
Vittoria di Gesù sulle tentazioni
Ed ecco che viene, nella pienezza dei tempi, Gesù il nostro Salvatore a redimere l’umanità dal peccato, dal male e dal demonio, a ristabilire l’ordine divino, attraverso la sua obbedienza al Padre e il sacrificio della sua vita, ottenendo a tutti coloro che l’accolgono, la grazia della salvezza. Infatti, abbiamo sentito affermare da San Paolo nella seconda lettura, la Lettera ai Romani (5,18-19) che "come per la caduta di uno solo si è riservata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo (Gesù) si riserva su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti”.
Gesù inizia l’opera della redenzione, proprio affrontando e sconfiggendo il demonio, causa della nostra rovina. Si fa tentare dal demonio per vincerlo e riparare il peccato dei nostri progenitori, dandoci un esempio di come vincere le tentazioni e le seduzioni. Gesù volle essere tentato dal demonio per meritarci la grazia di vincere il tentatore, insegnarci che dobbiamo combatterlo colle armi del digiuno e della preghiera, ed eccitare in noi la fiducia nella sua misericordia.
Se guardiamo l’ordinazione delle tentazioni, vediamo con quanta magnanimità siamo liberati dalla tentazione e riparato il peccato. L’antico nemico tentò il primo uomo nella gola quando lo persuase a mangiare il cibo proibito dell’albero; nella vanagloria quando disse (Gen 3,5) “sarete come dèi”; nell’avidità quando disse (ibid): “conoscendo il bene e il male”; infatti l’avidità non riguarda solo il denaro, ma anche l’altezza, quando si ambisce la sublimità sopra la giusta misura. Ora in quegli stessi modi in cui abbatté il primo uomo, il diavolo soccombe all’uomo tentato (cfr. S. Gregorio Magno).
Infatti vediamo che nella prima tentazione Satana aveva udito la voce del Padre, e la predicazione di Giovanni che affermavano essere Gesù Messia e Figlio di Dio, e nel rigoroso digiuno di 40 giorni aveva veduto qualche cosa più che umano; ma d’altra parte vedendolo ora soffrire la fame più violenta, dubita se veramente Egli sia il Messia e il Figlio di Dio, e per accertarsi lo eccita a provare la sua divinità e la sua missione con prodigi straordinari. Come già aveva tentato Eva di golosità, così ora tenta Gesù.
Gesù risponde appellandosi alla Scrittura, ad un passo del Deutoronomio, “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio” citando Mosè che aveva fatto presente al suo popolo aiutato miracolosamente da Dio nel deserto mediante un pane disceso dal cielo, che bisogna vivere di ogni parola che esce dalla bocca di Dio (la conservazione della vita dell’uomo non dipende dal pane, ma dalla volontà di Dio, che può conservarla, fornendo colla sua parola creatrice un nutrimento miracoloso).
Nella seconda tentazione il demonio tenta Gesù nella vanagloria. Infatti Gesù aveva mostrato una gran confidenza in Dio. Ora il demonio vorrebbe indurlo ad ostentare questa confidenza, ponendosi volontariamente in un pericolo, colla certezza di esserne salvato con un miracolo, che con avrebbe mancato di scuotere i Giudei, i quali lo avrebbero riconosciuto Messia. Il demonio si appoggia all’autorità della Scrittura travolgendone il senso. E’ una tentazione di orgoglio e di vanità.
Gesù risponde, dando la vera interpretazione della Scrittura (Non basta conoscere o citare la Sacra Scrittura, ma bisogna interpretarla secondo il pensiero di Dio che si ha solo nella Chiesa Cattolica, depositaria della Rivelazione). Dio ha cura dei giusti che si trovano nei pericoli a motivo dell’adempimento dei propri doveri, ma non di quelli che vi espongono temerariamente per far prova della bontà di Lui.
La terza tentazione riguarda l’avidità, il potere, la gloria. Al Messia erano promessi i regni della terra (cfr. Salmi 2,8;71,8-11 ecc.) ma Egli doveva conquistarli a prezzo di umiliazioni e di patimenti (cfr. Isaia 49,4; 50,4-10 ecc.). Il demonio suggerisce a Gesù un mezzo più facile, venire cioè a un compromesso col male; si offre in tal caso a metterlo subito in possesso dei regni del mondo, che a lui, come principe di questo mondo, appartengono. Egli sperava forse che Gesù gli avrebbe detto: prostrati tu, e adorami che io sono Dio; ma Gesù rispondendogli “Vattene Satana: perché sta scritto ‘Adora il Signore Dio tuo, e servi lui solo’” (Mt 5,10), da una parte gli mostra che l’ha perfettamente conosciuto, e dall’altra lo delude nella sua aspettazione, non lasciandogli capire con certezza se Egli sia Figlio di Dio.
Vincere le tentazioni
Gesù supera queste tre tentazioni che trascinano maggiormente gli uomini al male: la gola (i piaceri della carne), la superbia (la vanagloria) e l’avarizia (il potere) e ci insegna a come vincere le tentazioni e le seduzioni. Egli le ha sconfitto con la preghiera e con la penitenza. queste le armi che ci consegna per battere i nostri spirituali nemici che sono Satana, il mondo e la nostra natura incline al male.
Ci invita anche ad affidarci alla Madonna il primo e più bel frutto della vittoria di Cristo contro il demonio e il peccato: infatti la Madonna nella sua Immacolata Concezione, ci parla di assenza di peccato e del dominio del demonio; è Lei, che insieme al suo Figlio schiaccia, vince il demonio, come profetizzato in Gen. 3,15. Unendoci alla Madonna saremo sicuramente vittoriosi sul demonio, in noi e attorno a noi!