(Lc 24,46-53)
Dopo 40 giorni dalla Resurrezione Gesù ascende al Cielo: Egli lascia la terra sotto gli sguardi degli Apostoli.
Una festa di grande gioia
La partenza di oggi, in fin dei conti, dovrebbe più espressione di tristezza che di gioia: è Gesù che si allontana definitivamente dai suoi, fino a che gli piacerà di « ritornare » per l'incontro ultimo con gli uomini. E sembra che in questo senso abbiano percepito il fatto i suoi apostoli, i quali rimangono solo interdetti quando lo vedono svanire davanti ai loro occhi e che due esseri angelici «in bianche vesti» dovettero rassicurarli dicendo loro: « Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo » (At 1, 11).
Come va allora che la Liturgia odierna è tutta piena di giubilo, quasi più che la stessa festa Pasqua?
Basti leggere il salmo responsoriale, che descrive l'ascesa trionfale di Jahvè al tempio in mezzo alle acclamazioni rituali e che qui viene applicato a Cristo che sale al cielo. «Applaudite, popoli tutti, /acclamate Dio con voci di gioia; / perché terribile è il Signore, l'altissimo, / re grande su tutta la terra... / Cantate inni a Dio, cantate inni; / cantate inni al nostro re, cantate inni » (Sal 46,2-3.7).
I motivi sono diversi:
Se l'ascensione è un distacco, è però anche l'ingresso di Cristo nella gloria, la sua «intronizzazione » come « re » universale presso il Padre.
L’Ascensione è il coronamento della sua Risurrezione. E’ l’entrata ufficiale in quella gloria che spettava al Risorto dopo le umiliazioni della Passione. Quelli che avevano visto il Signore morire in croce, tra insulti e derisioni, dovevano essere i testimoni della sua suprema esaltazione al Cielo.
Con Cristo, è ascesa nella gloria quella « umanità » che egli ha preso in prestito da noi.
E' quanto troviamo mirabilmente espresso anche nella colletta: « Esulti di santa gioia la tua Chiesa, Signore, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché in Cristo asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere il nostro capo nella gloria ». Pensiero analogo nella preghiera dopo la comunione. Più mirabile ancora è il prefazio: « Il Signore Gesù, re della gloria, vincitore del peccato e della morte, oggi è salito al di sopra dei cieli tra il coro festoso degli angeli. Mediatore tra Dio e gli uomini, giudice del mondo e Signore dell'universo, non ci ha abbandonati nella povertà della nostra condizione umana, ma ci ha preceduti nella dimora eterna, per darci la serena fiducia che dove è lui, capo e primogenito, saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria»
E' quanto esprimeva mirabilmente giàa suo tempo san Leone Magno: « L'Ascensione di Cristo significa anche elevazione per noi, e là dove è giunta in anticipo la gloria del capo, è come un invito alla speranza per il corpo: per questo dobbiamo giustamente esultare, e piamente ringraziando rallegrarci. Oggi non solo abbiamo ricevuto la conferma di possedere il paradiso, ma siamo penetrati con il Cristo nell'altezza dei cieli ».
Con l’Ascensione Gesù ci dona lo Spirito Santo.
E ci mandò il suo Spirito. «E' necessario - disse - che io me ne vada, altrimenti non viene a voi lo Spirito Consolatore, lo Spirito di Verità. Egli vi introdurrà alla verità tutta intera». Lo Spirito Santo fu il primo dono di Gesù tornato in cielo come Uomo-Dio, investito di «ogni potere in cielo e in terra». Lo Spirito è la «caparra, della gloria che avremo in cielo, per effetto della «copiosa redenzione del Figlio». Dieci giorni dopo, infatti, lo Spirito irrompe con violenza, nel veemente desiderio di impadronirsi degli uomini redenti e resi «graziosi» dal Figlio, fortificandoli con i suoi doni.
Gesù rimane sempre con noi.
Pur salendo al cielo, Gesù non chiude i rapporti con gli uomini. E’ sempre con noi, fino alla fine del mondo. “Io sono con Voi fino alla fine del mondo”. Pensiamo alle sue varie presenze, in modo particolare all’ “Eucaristia”.
Il nostro traguardo: il Cielo, il Paradiso.
L’Ascensione di Gesù, inoltre, ci richiama al nostro destino ultimo, il Cielo, Il Paradiso. Nella luce di questo mistero, infatti, scopriamo qual è il traguardo finale della nostra esistenza: siamo anche noi destinati alla vita immortale ed eterna del Cielo, dove Gesù ci ha preceduti per prepararci un posto. La speranza di poter anche noi un giorno essere con Gesù in Paradiso, deve riempirci il cuore di gioia santa e incontenibile. La felicità della vita eterna consisterà soprattutto nella visione diretta e immediata di Dio: lo vedremo faccia a faccia; conosceremo la sua bellezza e la sua bontà infinita in una profonda comunione di vita e di amore senza misura. Tutti i desideri del nostro povero cuore verranno per sempre appagati. Sarebbe una follia imperdonabile perdere tanta ricchezza di beni eterni per il godimento di qualche miserabile bene fugace di questa terra, commettendo il peccato e senza confessarci. Pericoli anche in casa: mass-media: es. giornata comunicazione sociale.
I mass-media sono una ricchezza ma ci sono sono anche dei danni e dei rischi. Dice il Papa “questi stessi mezzi di comunicazione (oltre ai benefici) hanno la capacità di arrecare grande danno alle famiglie, presentando loro una visione inadeguata o perfino distorta della vita, della famiglia, della religione e della moralità….Dall'altra parte, la famiglia e la vita familiare troppo spesso vengono rappresentate in modo inadeguato dai mezzi di comunicazione. L'infedeltà, l'attività sessuale al di fuori del matrimonio e l'assenza di una visione morale e spirituale del contratto matrimoniale vengono ritratti in modo acritico, sostenendo, talvolta, al tempo stesso il divorzio, la contraccezione, l'aborto e l'omosessualità. Queste rappresentazioni, promovendo cause nemiche del matrimonio e della famiglia, sono dannose al bene comune della società… I genitori, come primi e più importanti educatori dei loro figli, sono anche i primi a spiegare loro i mezzi di comunicazione. Sono chiamati a formare i loro figli «nell'uso moderato, critico, vigile e prudente di essi… I genitori devono anche regolare l'uso dei mezzi di comunicazione a casa. Questo significa pianificare e programmare l'uso degli stessi, limitando severamente il tempo che i bambini dedicano ad essi e rendendo l'intrattenimento un'esperienza familiare, proibendo alcuni mezzi di comunicazione e, periodicamente, escludendoli tutti per lasciare spazio ad altre attività familiari. Soprattutto, i genitori devono dare ai bambini il buon esempio facendo un uso ponderato e selettivo dei mezzi di comunicazione… Le famiglie devono essere chiare nel dire ai produttori, a quanti fanno pubblicità e alle autorità pubbliche ciò che a loro piace e ciò che non gradiscono. »”
Tutto dobbiamo finalizzare al Paradiso! A questo esortava che Padre Pio “Tenete sempre il cuore innalzato a queste ascensioni e mettiamo tutta la nostra cura nell’acquisto della beata eternità che ci attende (…). La presente vita non si deve considerare che per l’eternità” (Epistolario IV, p. 247).
Anche le sofferenze, i dolori avranno un senso: sono per il Cielo, per il Paradiso e si sopportano con più gaudio e amore. “Tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto”.
Meritare il cielo
Conquistare il Paradiso, con l’aiuto di Dio, con la sua grazia, dobbiamo meritarcelo. Gesù si fece uomo per insegnarci concretamente come vivere per meritare il cielo. Prima di tutto osservare i comandamenti; seguire i suoi esempi, insegnamenti. Per conquistare il Paradiso dobbiamo compiere bene i nostri doveri di cristiani e di persone impegnate nel mondo. Impegnarci nelle opere del bene. Per raggiungere il Paradiso dobbiamo offrire le nostre sofferenze, i nostre sacrifici in unione con Gesù e la Madonna Addolorata (partecipare alla Passione di Gesù per partecipare alla sua gloria). Necessità della devozione alla Madonna come è raccomandata dalla Chiesa e dai Santi ). Di questo impegno per entrare in Cielo ci richiamo gli angeli e il Signore stesso nelle letture di oggi.
Gli angeli che sul monte dell'Ascensione dicono agli Apostoli: « Quel Gesù che fu tolto a voi per il cielo, un giorno verrà, nello stesso modo in cui l'avete veduto andare in cielo » (At 1, 11), ci ammoniscono che nell'attesa del ritorno finale di Cristo occorre mettersi all'opera. Con l'Ascensione termina la missione terrena visibile di Cristo e inizia quella dei suoi discepoli.
E Gesù: “Bisogna predicare a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati” e« Andate ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo » (Mt 28, 19
Quindi i discepoli di Cristo devono rendere perenne nel mondo la sua opera di salvezza predicando, amministrando i sacramenti, insegnando a vivere secondo il Vangelo. Il Vangelo deve essere predicato ad ogni creatura. Responsabilità della Chiesa, di ciascuno di noi, che diventa, che diventiamo arbitri della salvezza degli uomini. Davanti al suo annunzio, infatti, e in conseguenza del suo annunzio, avviene come un "giudizio" di vita o di morte: "Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato". Evangelizzare con i mass-media.
Lavorare: ognuno ha una sua missione sulla terra. Bisogna impegnarsi a lavorare onestamente continuare l'opera della creazione. Onore per chi lavora, anche il nobile lavoro dei campi che il Signore ha affidato alle nostre cure. Ringraziare. In ciascuna di queste nostre attività, dobbiamo ricordarci che Gesù sta in cielo e sta con noi. Come se tutto dipendesse da noi e tutto da Dio
Sta in cielo: dobbiamo impegnarci come se il risultato dipendesse tutto da Dio e tutto da noi. Se infatti non seminiamo, il grano non cresce: il pane non viene dal cielo. In campo spirituale, se io non predico, Gesù non predica; se io non assolvo Gesù non assolve; se io non celebro Gesù non celebra.
Sta con noi senza Gesù non possiamo far nulla: se lui non dà la forza di seminare, il contadino non semina, se lui non fa germogliare il grano, è inutile il lavoro («Se il Signore non costruisce la casa, invano costruttori»). Se Gesù non celebra i sacramenti col sacerdote, il sacerdote non assolve né battezza né consacra nulla. Lavorare senza dimenticare il Signore.
Tuttavia Cristo vuole che tutte le attività siano precedute e accompagnate dalla preghiera. (cfr. novena di Pentecoste degli Apostoli e Maria SS., ciò sia preceduto e preparato da una pausa di preghiera nell'attesa dello Spirito Santo che dovrà confermare e corroborare i suoi Apostoli. La vita della Chiesa comincia così non con l'azione, ma con la preghiera, assieme « a Maria, la Madre di Gesù » (At 1, 14). Importanza della Domenica, partecipazione alla S. Messa. Recita del Rosario. Angelus.
Maria e il mistero dell’Ascensione.
Siamo nel mese di maggio ed è naturale pensare a Maria in questo mistero dell’Ascensione. Poniamoci una domanda. Perché Gesù salendo al Cielo col suo corpo glorioso non ha portato con sé la Madre, Maria, Lei che aveva partecipato alle sue gioie e dolori? La risposta è chiara. Perché Maria doveva essere l’ausiliatrice di Pietro, degli apostoli, dei primi fedeli, della Chiesa nascente. Gesù non li volle privare della presenza visibile della Madre. E Maria rimase per essere l’aiuto materno degli apostoli, della Chiesa, in mezzo alle prove e alle lotte che attendevano gli inizi della storia della Chiesa. Maria era il conforto di tutti: la sua fede luminosa sosteneva; la sua speranza incrollabile era incoraggiamento per tutti; la sua bontà materna era il conforto di tutti. Maria viveva la vita della Chiesa, partecipava alle assemblee eucaristiche, era la prima nel servizio dei poveri, tutti precedeva con l'esempio di prima cristiana. Fortunato l'apostolo Giovanni che aveva ricevuto da Gesù l'ufficio filiale di ospitarla dopo che Gesù gliela affidò come Madre dall'alto della croce: « Ecco la tua Madre » (Gv 19, 27). E il discepolo la prese con sé, nella sua casa. Ma la casa di Giovanni divenne la casa di tutti, perché tutti sentivano il bisogno di Maria e volevano godere del suo cuore materno. Pio XII riassume tutto l'aiuto di Maria dicendo che per la Chiesa appena nata a Pentecoste ella esplicò tutte le cure materne che aveva avuto per il bambinello Gesù, dopo la sua nascita (cf. Enc. Mystici Corporis).
E quando la Chiesa ormai fu consolidata e avviata nel suo cammino di salvezza, scoccò l'ora della partenza di Maria per la sua sede di gloria e con la sua gloriosa Assunzione corporea raggiunse Gesù e partecipò all'Ascensione gloriosa di Gesù. Allora divenne non solo di diritto, ma anche di fatto Regina degli Angeli e dei Martiri. Ma dal cielo, insegna il Vaticano II, ella non ha deposto la sua funzione di salvezza, ma si prende cura di tutti i fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli ed affanni fino a che non abbiano raggiunto la felicità eterna, ottenendo loro con la sua materna ed efficace intercessione le grazie della salvezza eterna. (cf. LG 62).Per questo è invocata dalla Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice. E questo aiuto materno di Maria la Chiesa non dubita di riconoscerlo apertamente, continuamente lo esperimenta e raccomanda all'amore dei fedeli, perché sostenuti da questo materno aiuto siano più intimamente congiunti col Mediatore e Salvatore Gesù. La Madonna svolge proprio questo ruolo importante di condurci tutti in Paradiso (cfr. sua assistenza, grazie, le sue frequenti apparizioni) S. Alfonso: « Chi è vero devoto di Maria è così sicuro di andare in paradiso, come se ci fosse già ».
Guardiamo all’Ascensione con gli occhi di Maria. Anche il ns. cuore deve essere pieno di gioia. Con Lei nel cenacolo, vivere la prima novena nell’attesa dello Spirito Santo e per ricevere i doni celesti dello Spirito.
Audio Omelia
Ascensione del Signore Gesù