La seconda apparizione di Gesù Risorto agli Apostoli riuniti nel Cenacolo
Il Vangelo di questa terza domenica di Pasqua prosegue il racconto dei discepoli di Emmaus. Questi due discepoli raccontarono agli Undici e a tutti quelli che erano con loro «ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane» (Lc 24,35). Mentre stavano narrando la loro straordinaria esperienza, ecco che Gesù comparve loro e disse: «Pace a voi» (Lc 24,36). Il Signore diede prova della sua Risurrezione mostrando loro le mani e i piedi: era proprio Lui, e i segni gloriosi delle ferite lo testimoniavano in modo molto chiaro. Poi domandò loro qualcosa da mangiare, ed essi gli diedero una porzione di pesce arrostito: non si trattava certamente di un fantasma. Alla fine, Gesù spiegò agli Apostoli il senso delle Scritture, le quali parlavano della sua Morte e Risurrezione, e del compito che Gesù affidava loro: il compito di predicare a tutti i popoli «la penitenza e il perdono dei peccati» (Lc 24,47).
La predicazione della conversione - penitenza e il perdono dei peccati
Gli Apostoli presero alla lettera queste parole e, dopo la Pentecoste, si misero a predicare la Buona Novella. Così, nella prima lettura di oggi, abbiamo ascoltato il discorso che san Pietro rivolse al popolo: presenta la risurrezione di Gesù inquadrandola nella storia del suo popolo come compimento di tutte le profezie e le promesse fatte ai Padri: «Il Dio di Abramo... il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato davanti a Pilato... Dio l'ha risuscitato dai morti e noi ne siamo testimoni» (Al 3, 13.15). Se la testimonianza sua e di quanti hanno visto il Risorto non fosse sufficiente, eccone un «segno» nella miracolosa guarigione dello storpio appena avvenuta sulla porta del tempio. Per mettere in risalto la Risurrezione, Pietro non esita a rievocare i fatti dolorosi che l'hanno preceduta: «voi avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un omicida e avete ucciso l'autore della vita» (ivi 14-15). Le accuse sono incalzanti, quasi spietate; ma Pietro è consapevole di esservi incluso perché anche lui ha rinnegato il Maestro; vi sono inclusi pure tutti gli uomini che peccando continuano a rinnegare «il Santo », a rifiutare «l'autore della vita» preferendo a lui le proprie passioni, causa di morte. Pietro non ha dimenticato la sua colpa che piangerà per tutta la vita, ma nel contempo ha nel cuore la dolcezza del perdono del Signore. Ciò lo rende capace di passare dall'accusa alla scusa: «O fratelli, so che avete agito senza sapere, come pure i vostri capi» (ivi 17) e quindi alla fine l'invito alla penitenza e alla conversione: «Fate penitenza e convertitevi, affinché siano cancellati i vostri peccati » (ivi 19). Come lui è stato perdonato così lo sarà il suo popolo e ogni altro uomo purché tutti riconoscano le proprie colpe e propongano di non peccare più.
Vivere da risorti.
Fratelli, se anche noi veramente vogliamo vivere da risorti, dobbiamo cambiare vita, eliminare energicamente il peccato, fare penitenza: con questo testimonieremo di amare davvero il Signore. San Giovanni lo afferma chiaramente nella seconda lettura di oggi: «Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: lo conosco, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c'è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto» (1Gv 2,3-5). L'amore di Dio consiste nell'osservare i cuoi Comandamenti, non può essere diversamente. Quando si ama Dio, allora sarà una gioia per noi metter in pratica ciò che Egli insegna, ed evitare risolutamente il peccato. Quanto si ama si fa volentieri la volontà della persona amata. Se io so che Gesù non vuole una cosa, farò di tutto per non farla, costi quel che costi.
Tante volte non si pensa che il peccato è la più grande disgrazia che possa colpirci. I Santi avrebbero preferito mille e mille volte la morte piuttosto che commettere un solo peccato. Pensiamo a tanti Martiri, ai quali i persecutori, per non torturarli e metterli a morte, avevano ingiunto di rinnegare la fede in Cristo e di bestemmiare. Ma loro rimasero fedeli a Dio e andarono incontro lieti alle più grandi sofferenze e alla morte.
Se il cristiano sa, ad esempio, che non si può rubare, che non si può imbrogliare il prossimo, che non si possono commettere atti impuri, che il Matrimonio non può essere profanato dall'infedeltà o dall'uso di anticoncezionali, ecc., egli deve evitare tutto questo, anche se ciò comporta sacrificio, confidando nell'aiuto onnipotente di Dio e nella preghiera. Se il cristiano sa che Dio vuole che si santifichino le feste, che si preghi ogni giorno, che si facciano le opere di bene, egli deve fare tutto questo con gioia. In questo modo, egli testimonierà il suo amore a Dio non a parole, ma con i fatti.
Richiami alla penitenza, alla conversione, all’osservanza dei Comandamenti da parte della Madonna, a Lourdes e a Fatima.
Esempi di Santi i (S. Francesco, S. Pietro d’Alcantara, I tre pastorelli di Fatima, S. Pio…)
Chiediamo alla Madonna di convertirci sempre di più, nell’osservanza perfetta dei comandamenti di Dio e di farci messaggeri di penitenza e di perdono per tutti gli uomini.
Commento dei Padri della Chiesa a Lc 24,35-48
La predicazione di S. Pietro