Domenica 3A Avvento - Anno B
La gioia nel Signore
(Gv. 1,6-8.19-28)
Il messaggio centrale di questa terza domenica dell'Avvento è un messaggio di gioia; infatti si pregusta la gioia del Natale: Gesù, il nostro Salvatore, viene come messaggero di gioia, datore di salvezza e sorgente di luce. Perciò l'Eucaristia odierna si apre e si chiude con un pressante invito alla gioia, fondata sulla venuta del Signore: «Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino» (Antifona d'ingresso); «Dite agli sfiduciati: "Coraggio, non abbiate timore: ecco il nostro Dio viene a salvarci"», «Andate e riferite ciò che avete udito e veduto: ai poveri è annunziata la buona novella» (Antifona alla comunione).
Se ci guardiamo attorno e forse, anche dentro di noi, vediamo che spesso manca la gioia. Questa mancanza è legata facilmente al vuoto esistenziale del senso della vita e all'assenza di speranza nel futuro, ma soprattutto alla mancanza di fede in Dio, alla non conoscenza di Gesù Cristo, alla mancanza della grazia, cioè della vita divina. Resta profondamente vero quanto sant'Agostino scriveva all'inizio delle sue Confessioni (1, 1.1): Signore, «Tu ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te». Con eguale convinzione sì è espresso il Pascal quando ha parlato della «miseria dell'uomo senza Dio» e della «felicità dell'uomo con Dio». Infatti, se è vero che «tutti gli uomini cercano la felicità, nessuno eccettuato», è altrettanto vero che «mai, senza la fede, alcuno è arrivato al punto a cui tutti continuamente mirano»: la piena felicità dell'uomo; «quell'abisso infinito» del desiderio del suo cuore alla pienezza «non può essere colmato se non da un oggetto infinito e immutabile, cioè da Dio stesso», «il vero bene» dell'uomo (PASCAL, Pensieri, nn. 60; 425; Milano 1952, 35; 154).
Quindi, la gioia è l'espressione diretta della fede in Dio, che sa - con certezza - che Dio ci salva in Gesù Cristo, conoscendo e accogliendo Gesù, vivendo della sua vita divina, in comunione con Lui e con i fratelli. L’Avvento quindi è un tempo propizio per conoscere sempre meglio Gesù ed accoglierlo nella propria vita. E’ un tempo anche per testimoniarlo ed annunziarlo agli altri, specialmente ai non credenti, a coloro che non lo conoscono e sono molti..! (MILIARDI!!!)
Riconoscere il mistero di Gesù, il Cristo: la testimonianza di Giovanni Battista
Conoscere Gesù. Chi è Gesù? Questa è la domanda fondamentale che - da duemila anni - coinvolge credenti e non credenti, che appassiona teologi e filosofi, letterati e scienziati, che muove soprattutto i giovani, alla ricerca di un fondamento alla vita, che abbia senso e speranza. Il brano evangelico dell'odierna Santa Messa, abbiamo la testimonianza di Giovanni Battista, che già in germe rivela il mistero di Gesù. Il Battista è il primo grande testimone della messianicità e della divinità del Cristo: «Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva rendere testimonianza alla luce» (Gv 1, 6-8).
Il Battista fu mandato da Dio e venne come testimone, per rendere testimonianza alla luce: in questo modo viene affermata l’assoluta affidabilità della testimonianza resa dal Battista sul Cristo luce: proprio perché Giovanni fu mandato da Dio la sua testimonianza è verace e quindi va presa sul serio. Il suo nome era Giovanni: Giovanni tradotto significa: Dio ha fatto grazia. In effetti, con l’invio del precursore e con l’inizio della sua predicazione ha inizio la salvezza del popolo di Dio, e la funzione propria di Giovanni è quella di martire, ossia di testimone della luce (Gv 1,8). Per luce qui si intende il Verbo di Dio. Infatti in Gv 1,4s si dice del Verbo: In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. Gesù è la luce del mondo. Giovanni deve chiarire che non era la luce, perché alcuni lo avevano erroneamente identificato con il Messia. E lo chiarisce nel colloquio avuto con dei sacerdoti e leviti mandati dai giudei per interrogarlo sulla sua identità e per conoscere il motivo e l’autorità per cui egli battezzava. Secondo la profezia di Malachia: Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore (Ml 3,23; cf. Mt 17,10-13), gli ebrei, in modo particolare al tempo del Battista, attendevano il ritorno di Elia, come pure pensavano che il Messia sarebbe stato un nuovo Mosè, il profeta per eccellenza (cf. Dt 18,18). Perciò chiedono a Giovanni se lui fosse Elia o il profeta. Ma Giovanni nega tutte e due le volte, dicendo di sé: Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore. Quest’ultima frase, tratta dal libro del profeta Isaia indica bene la missione di Giovanni: egli è il precursore del Cristo, colui che gli deve preparare la via annunziando la sua imminente venuta e spingendo il popolo alla conversione perché questa venuta non diventi vana. Questo è il motivo per cui egli battezza.
Attualità del messaggio del Battista
Giovanni Battista dunque non è la luce del mondo. La sua missione però è stata quella di preparare la via alla luce, e il suo messaggio e ancora attualissimo. Ed è questo ciò che lui fa ancora oggi nei nostri confronti, in questo periodo di attesa e di preparazione della sua venuta nella celebrazione liturgica del Natale. Ci richiama ad accogliere Gesù, ci mette, mette di fronte alla scelta fondamentale della luce e della vita divine, scaturite da Gesù Cristo, e le tenebre e la morte che vengono dal diavolo, dal mondo e dalla nostra carne, sempre in agguato per rovinarci. Ci spinge in definitiva ad una profonda conversione o cambiamento di mentalità e di abitudini, per conformarle totalmente a quelle di Cristo Signore, ci spinge soprattutto ad accostarci al battesimo di sangue, alla confessione, che ci purifica dai peccati.
Giovanni dice qualcos’altro: non bisogna attendere altro tempo, il Cristo è già presente, sta infatti in mezzo a voi. È dunque giunto il tempo della salvezza, ed è questo, è oggi! Non facciamo più attendere il Signore che ci invita alla conversione per avere la beatitudine eterna. Da allora fino a oggi Gesù è stato sempre in mezzo a noi. Lo è in mille modi, ma soprattutto nell’Eucaristia. Se vogliamo santificarci, se vogliamo riempirci di Dio, se vogliamo essere un dono totale per i fratelli stiamo alla sua presenza, uniamoci a Lui, ascoltiamo la sua Parola divina, riceviamolo e adoriamolo nel SS.mo Sacramento nella grazia di Dio, cioè senza il peccato grave. Solo così saremo veramente beati e lo potremo riconoscere, amare e servire anche nei fratelli.
Inoltre, la cosa grave, che il Battista quasi rimprovera ai farisei, è che il Cristo è sì in mezzo a voi ma, aggiunge, voi non lo conoscete. Sta in mezzo a noi, e tanti non lo conoscono e non l’amano. Paradossalmente, anche nel presente si ripete la situazione religiosa contemporanea al Battista: Dio è venuto nel mondo, si è fatto vicino ad ogni uomo nel proprio Figlio Gesù Cristo, ma ancora oggi molti non conoscono Gesù o non lo vogliono accettare, oppure lo combattono ritenendo «pericoloso» il suo Vangelo. Si perpetua quella situazione conflittuale tra luce e tenebre, tra fede e incredulità, tra riconoscimento pieno di Gesù, quale unico Salvatore dell'uomo, e rigetto violento di lui e del suo messaggio. L'ateismo, il secolarismo, il relativismo e l'indifferenza religiosa sono modi diversi di rifiutare il Cristo e di riconoscergli un'importanza centrale nella vita personale,e sociale dell'uomo contemporaneo. L’ignoranza religiosa e della confusione in campo teologico e morale, anche tra le file cattoliche.
Non fa meraviglia se l’umanità oggi è afflitta da mali senza numero: guerre, genocidi, attentati alla vita umana, violenze, false ideologie, ateismo, persecuzioni, e tanti altri. Per vincere questa profonda crisi di valori spirituali, è necessario che l’uomo ritrovi la strada verso Dio, che si converta, che si faccia penitenza dei propri e altrui peccati, che si avvicini e s’incontri con Lui; è necessario che riconosca Gesù come Salvatore che viene a “fasciare le piaghe dei cuori spezzati” (1a lettura). Egli solo può aiutare veramente l’uomo. Gesù è anche il tuo Salvatore.
La missione della Chiesa, la nostra missione
Così la missione di Giovanni Battista di far conoscere e amare Cristo, è viva ed attuale, missione che prosegue nel tempo e nella spazio dalla Chiesa (quindi da ciascuno di noi, da ogni battezzato). La Chiesa ha il compito profetico di annunciare la venuta di Gesù e la sua presenza nel mondo: «In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete» (Gv 1, 26).
Cerchiamo di essere la voce coraggiosa che richiami i cuori alla conversione, e sappia denunciare il pericolo di seguire altre voci che portano lontano da Dio. Facciamo conoscere al mondo che incontrarsi con Gesù, accoglierlo e seguirlo costituisce la gioia più grande per l’uomo. Egli infatti è il Figlio di Dio che per noi si è fatto carne e ci salva.
Si avvicina il Natale: tutti siamo invitati a gioire: Gesù è vicino, sta per venire. Viviamo insieme alla Madonna i pochi giorni che mancano al Natale, gioiamo con Lei, come nel Magnificat cantato nel Salmo, per il grande mistero che porta con sé annunziamo al mondo intero l’incontenibile gioia della nascita del Salvatore.
Gesù e S. Giovanni Battista