Lc. 3,15-22
Con la festa del Battesimo del Signore che oggi celebriamo, si chiude il ciclo liturgico di Natale, tempo caratterizzato da “epifanie” o manifestazioni della gloria di Dio attraverso l’umanità di Gesù: a Natale, Gesù si manifesta a poveri e semplici pastori, nella festa dell’Epifania, si rivela ed è riconosciuto dai popoli pagani rappresentati dai Magi, come l’atteso Re e Messia. Dopo il nascondimento di Nazaret, trascorrendo trent’anni d’esistenza ritirata e laboriosa, Gesù riceve il Battesimo nel fiume Giordano. E’ la manifestazione pubblica di Gesù. Egli viene presentato ufficialmente dalla voce del Padre quale suo Figlio prediletto e viene consacrato Messia universale dall’effusione dello Spirito Santo. Così anche il Battesimo del Signore è una manifestazione della divinità di Gesù, lo è in modo particolarmente solenne, per l’intervento dall’alto del Padre e dello Spirito Santo. E' una manifestazione di tutta la SS. Trinità.
La glorificazione e manifestazione di Gesù avviene in un momento di umiliazione: Giovanni Battista amministrava un battesimo di penitenza di purificazione per preparare il popolo alla venuta di Gesù. Da tutta la Palestina accorrono verso questa figura straordinaria di profeta. Colpiti dalle sue infuocate parole, si pentono e si fanno battezzare. Il precursore di Gesù è consapevole di non essere lui il Messia promesso: “Io vi battezzo con acqua – dichiara apertamente - ma viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Lc 3,16). Infatti, il battesimo di san Giovanni è semplicemente un rito di purificazione, di penitenza, non toglie il peccato originale ma richiama al vero battesimo che Gesù istituirà per tutti i seguaci.
Gesù si presenta dal Battista, mescolato tra la folla dei peccatori, come uno sconosciuto. Il Figlio di Dio fatto uomo non aveva bisogno di essere battezzato; pur tuttavia chiede il battesimo per compiere, anche in questo, la volontà del Padre. Mentre Giovanni lo battezza e Gesù è raccolto in preghiera, in intima comunione con il Padre “il cielo si aprì – narra il Vangelo della Messa - e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto” (Lc 3,21-22). E’ un momento solenne, ricco di gravità e d’importanza. L’episodio segna un evento straordinario nella vita di Gesù, non tanto per il valore in se stesso del battesimo che riceve da san Giovanni, quanto per la grande rivelazione che il Padre e lo Spirito Santo fanno di Gesù: lo Spirito Santo che scende visibilmente su di Lui, e la voce del Padre che si fa sentire dal cielo, garantiscono sulla sua identità di Figlio di Dio e lo presentano al mondo perché il mondo accolga il suo messaggio, consacrando così la sua missione.
Da tutto questo, quindi comprendiamo che Gesù si fece battezzare, Lui che non ne aveva bisogno, per diversi motivi:
❖ per rappresentare l’umanità peccatrice (si addossava tutti i nostri peccati);
❖ per insegnarci, con la sua umiltà e il suo esempio, che il Battesimo è utile a noi e necessario per la salvezza (un giorno Gesù disse: “ Se non rinascete dall’acqua e dallo Spirito non potete entrare nel Regno dei Cieli”);
❖ per santificare le acque con le quali ci serviamo per il nostro Battesimo;
❖ per iniziare la sua missione, con la consacrazione dall’Alto.
Il nostro Battesimo
Il Battesimo di Gesù ci ricorda anche il nostro Battesimo. Ogni anno festeggiamo tanti eventi della vita, ma raramente o quasi mai ci si ricorda del battesimo. E invece è una ricorrenza che dovremmo celebrare con solennità anche maggiore di quella della nostra nascita. Forse perch énon ci rendiamo conto della preziosità di questo sacramento e consideriamo il battesimo un rito esterno senza significato, mentre col battesimo si è verificata anche per ognuno di noi, per quanto in modo invisibile, l’Epifania trinitaria.
La triplice immersione e riemersione raffigura la morte - sepoltura di tre giorni e la risurrezione di Cristo. San Paolo ha presente questo rito quando spiega il Battesimo in questi termini: Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù,, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre cosi anche noi possiamo camminare in una vita nuova (Rom. 6, 3-4). L'immersione nell'acqua simboleggia e attualizza la sepoltura di Gesù nella terra e la morte dell'uomo vecchio, mentre la riemersione simboleggia e attualizza la risurrezione di Cristo e la nascita dell'uomo nuovo: « Nello stesso istante, siete morti e siete nati e la stessa onda salutare divenne per voi e sepolcro e madre » (Cirillo di Ger., Cat. mist. 2).
Tutto questo si svolge come sotto lo sguardo del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, resi presenti dalla formula battesimale, cosicché, mentre i gesti evocano il mistero dell'Incarnazione Passione, Morte e Resurrezione di Cristo, le parole evocano la Trinità: si proclamano così i due misteri principali della fede e l'unità del piano divino di salvezza che parte dal Padre e torna al Padre.
Siamo stati purificati dal peccato originale e da ogni peccato, per i meriti di Gesù che ci ha meritato tale perdono. Siamo diventati figli adottivi del Padre celeste, partecipando alla figliolanza divina di Gesù. Siamo diventati templi vivi dello Spirito Santo, che è sceso in noi per santificarci e guidarci nella vita cristiana.
La veste bianca dataci è simbolo dell'innocenza e della dignità riconquistata, che bisogna mantenere e mostrare nella condotta di vita; la lampada è la testimonianza che il cristiano deve dare: Cosi risplenda la vostra luce davanti agli uomini... (Mt. 5,16).
Necessità del Battesimo
Il Battesimo è necessario per la salvezza, perchè cancella il peccato originale e ridona la grazia, necessaria per entrare nella vita eterna, in Paradiso. Perciò si manifesta ancor più la gravità dell’aborto, con l’uccisioni dei bimbi, nel grembo delle madri: l’aborto, oltre a togliere la vita umana, impedisce di ricevere la vita divina, la grazia, impedisce di entrare in Cielo, in Paradiso (“Se non rinascerete dall’acqua e dallo Spirito non potete entrare nel Regno dei Cieli”). I bambini subiscono un duplice danno: quest’ultimo ancora più grave, privi della grazia e della visione di Dio, relegati nel Limbo (luogo naturale di felicità).
Il battesimo, dono di Dio, comporta una scelta da parte dell’uomo: la scelta di una vita nuova per Dio, per il bene, per la vita eterna. È quindi una scelta obbligatoria, sommamente benefica; perciò i genitori la possono fare per i figli ancora bambini, purché si impegnino di educarli poi secondo gli impegni e le rinunzie del battesimo. Per questo ci sono anche i padrini, che aiutano i genitori nell'educazione cristiana dei loro figliocci. Per questo la prassi antichissima della Chiesa amministra il battesimo anche ai bambini. Non si può dire: “Bisogna aspettare che crescano e che scelgano loro se vogliono essere cristiani o no”. Qui si tratta di un bene obbligatorio, indispensabile, la salvezza eterna e quindi si può interpretare legittimamente la volontà del bambino. - Se un bambino è malato, non si può dire: “Aspettiamo che chiami lui il medico”. .. Se un bambino è dichiarato erede di una grande eredità non si può dire: “Aspettiamo per vedere se l'accetta”. Ora, ogni bambino è spiritualmente malato, per il peccato originale. Possiamo supporre che egli vuol essere guarito col battesimo. Ogni bambino può diventare erede del cielo col battesimo. Possiamo supporre che lo vuole e dargli questo diritto al battesimo. Il battesimo è un dono di molto superiore a qualsiasi altro bene.
Perciò la Chiesa raccomanda l'amministrazione del battesimo entro le prime settimane dalla nascita del bambino ed è quindi da sconsigliare la prassi che si è diffusa di rimandare il battesimo per mesi o addirittura anni, con gravi rischi per il bimbo nato!
I doveri del cristiano
Il battesimo comporta anche dei doveri da parte del cristiano. Una missione com’è stata quella di Gesù dopo il Battesimo, una missione da veri figli di Dio che impegna tutto il proprio essere e tocca ogni attività, interna ed esterna, ogni professione e stato sociale. Essere cristiani significa pensare e agire come Gesù, significa vivere secondo lo spirito del Vangelo, significa acquistare un nuovo modo di vedere, di giudicare, di parlare, di comportarsi che rifletta pienamente quello di Gesù, nostro modello divino, con lo studio attento e continuo del Vangelo, del Catechismo, dei documenti della Chiesa, della dottrina dei Santi Padri e di ottimi testi di autori sacri che hanno illuminato la vita di tanti santi.
Conoscere e vivere profondamente gli impegni del battesimo, significa, come afferma san Paolo nella seconda lettura del giorno:“rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo” (Tt 2,12), deporre l’uomo vecchio e rivestirsi dell’uomo nuovo. Rinnegare “l’empietà” della propria carne, disprezzare “i desideri mondani”, ossia onori, ricchezze, vanità, comodità, piaceri, per vivere, poi, in noi la vita divina di Gesù.
Purtroppo tante volte cristiani si comportano come o peggio dei pagani: pensiamo a tanti che calpestano il dono del battesimo; la società che sta perdendo sempre di più il senso religioso. Una volta il Papa Giovanni Paolo II, in una visita alla vicina Francia, chiese cosa avevano fatto del dono del Battesimo, nel vivere da pagani! Pensiamo anche alla nostra Italia, alla nostra Europa che ha perduto la linfa vitale delle radici cristiane!
Oggi, in questa festa del Battesimo del Signore, vogliamo ringraziare il Signore per il dono grande che ci ha fatto del battesimo e rinnovare le nostre promesse battesimali!
Preghiamo la Vergine Santa, l’Immacolata Concezione, figura del fonte battesimale, affinché ci aiuti a essere fedeli ai nostri impegni cristiani, liberandoci da ogni peccato e da ogni male. Chiediamo questa grazia specialmente nella recita del S. Rosario (cfr. i misteri luminosi del S. Rosario)
Battesimo di Gesù