Omelia della IIa Domenica di Avvento - Anno A
“Convertitevi, perché il Regno dei Cieli è vicino”
Tra i grandi personaggi dell’Antico Testamento che la Chiesa ci presenta in questo periodo di Avvento, domina la figura austera di san Giovanni, Precursore del Messia, ossia il profeta inviato da Dio ad annunziare e a preparare gli uomini del suo tempo per la venuta imminente del Salvatore. Giovanni Battista nel deserto di Giuda predica, invitando alla conversione, e battezza. Il suo atteggiamento esterno è in sintonia con la radicalità e con la severità della sua predicazione: «Portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi» (Mt 3, 4), e la gente, attratta certamente dalla singolarità e santità delle sua persona, si reca da lui da Gerusalemme, dai villaggi della Giudea e dalle rive del Giordano.
Il contenuto della predicazione di S. Giovanni Battista, è condensato in una sola parola: “Convertitevi” (Mt 3,2).Tutti i profeti avevano predicato la conversione, ma il Battista ne mette in evidenza l’urgenza: il Messia è ormai presente nel mondo, “ il regno dei cieli è vicino!” (ivi), occorre preparargli subito la strada con una conversione vera, interiore, capace di trasformare il cuore, la mente e la vita intera. Tale conversione interiore deve manifestarsi all'esterno, producendo frutti degni di conversione e di penitenza. Conversione (metanoia) significa, quindi, anzitutto un cambiamento dei sentimenti e soprattutto della mentalità; implica quindi un pentimento per il proprio agire e porta alla penitenza. Quando una persona è toccata da conversione sincera, essa è spinta a riconoscere il disordine, cioè il peccato del suo agire; si sente disposta a cambiare vita, a trasformare la propria esistenza. Allora l'atteggiamento di penitenza porta veramente alla conversione, cioè a entrare nella dimensione del Vangelo, ad accogliere il Regno di Dio, il suo dono di salvezza. La conversione è quindi un momento di verità profonda, in cui l'uomo riconosce se stesso nel suo peccato e si apre alla verità liberante di Dio.
Pentimento e conversione sono due elementi essenziali nella predicazione di Giovanni Battista; li ritroveremo ampiamente ribaditi da Gesù, dagli apostoli e dalla comunità primitiva. Perciò questi due elementi, che sono oggi abbozzati nella predicazione di Giovanni, sono un preannunzio del Vangelo predicato da Cristo, e sono anche parte integrante, ineliminabile, della nostra vita cristiana.
Abbiamo sentito che S. Giovanni Battista si scaglia contro i farisei e sadducei che pensavano diversamente, ciò si sentivano bisognosi di conversione. Ritenendo la salvezza un diritto acquisito, per il fatto di essere discendenti di Abramo, si sentivano dispensati dall’impegno della conversione. Il Battista, con parole di fuoco, fa loro comprendere il grave errore in cui sono caduti. Così li apostrofa: “Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all’ira imminente? Fate dunque frutti degni di conversione, e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre” (ivi, 7-9).
Oggi, in questa seconda domenica di Avvento, il Battista (e la Chiesa) rivolge particolarmente a noi l’invito alla conversione. La sua voce possente vuole risvegliare le nostre coscienze dal torpore spirituale. Tante volte ci illudiamo di essere a posto davanti a Dio solo perché siamo cristiani di nome o compiamo qualche opera buona o perché osserviamo certe pratiche esterne. E’ un grave errore! Così facendo, pensiamo o agiamo come i farisei e sadducei e corriamo il rischio di trovarci fuori della salvezza, come i farisei. Stiamo attenti, dunque! La conversione è un lavoro profondo da compiersi ogni giorno e, anzitutto, all’interno di noi stessi. E’ un lavoro che richiede una continua lotta al peccato in tutte le sue molteplici manifestazioni (egoismo, superbia, lussuria, menzogna, odio, violenza, codardia, pigrizia) e un cambiamento radicale di mentalità, di sentimenti, di condotta di vita totalmente nuovi, ossia secondo Dio. Quindi bisogna accogliere Gesù, il Salvatore nei nostri cuori, con un cambiamento di vita, togliendo il peccato e ricevendo i sacramenti (specialmente la confessione). Infatti, abbiamo sentito che il Battista amministrava il Battesimo. La conversione porta al pentimento e a ricevere il perdono (sacramenti).
Il battesimo per la conversione e differenza col battesimo di Gesù
Atto qualificante della predicazione della missione di Giovanni è il battesimo che egli amministrava. Esso consisteva in un'immersione nelle acque del fiume Giordano, era un atto penitenziale, accompagnato dalla confessione pubblica dei propri peccati, ed era volto ad accogliere il Messia ormai prossimo.
C'è una differenza fondamentale tra il battesimo di Giovanni e il battesimo cristiano: quello del Battista non era un sacramento, ma solo un segno di grazia, un simbolo di purificazione. Giovanni stesso lo riconosce a chiare lettere e ne esprime la differenza: «Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me (...) egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco» (Mt 3, 11). Ora, il battesimo, che il Messia darà, sarà un battesimo di purificazione, di rinnovamento, segnerà anzi l'inizio della creazione nuova, toglierà il peccato originale e tutti i peccati. Giovanni Battista riconosce la superiorità del battesimo del Messia perché questi è infinitamente più grande di lui. Ricorre qui quell'espressione bellissima in bocca a Giovanni: «Ma colui che viene dopo di me è più potente di me» (Mt 3, 11).
Errore dei TDG, protestanti o anche di alcuni cristiani per il battesimo in età adulta.
Annunciare la conversione.
A nostra volta dobbiamo essere annunciatori, testimoni di Cristo, invitando alla conversione, al pentimento, sull’esempio del Battista, Da due mila anni la voce forte del Precursore continua a invitare gli uomini alla conversione. Dopo tanti secoli di cristianesimo, il mondo non si è ancora aperto e convertito totalmente al Vangelo. Sembra che l’uomo di oggi non abbia nessuna intenzione di orientarsi verso Dio. Convinto di possedere la verità, aspira all’affermazione di se stesso, seguendo criteri, convinzioni e principi propri su un cammino che lo allontana decisamente sempre più da Dio. Come Cristo è Salvatore di tutti gli uomini, così anche noi cristiani, battezzati nel nome suo e mossi dal suo Spirito, dobbiamo essere profeti e testimoni del Vangelo della sua misericordia, accendendo nel mondo il «fuoco» dell'amore. Naturalmente sempre cominciando da noi stessi. Soltanto nella disposizione dei nostri cuori e della nostra vita ad accogliere anzitutto Cristo - per poter accogliere gli altri - noi possiamo veramente rimettere ordine nella nostra esistenza, portandola alla conversione. Tornano allora le immagini poetiche, simboliche, della visione profetica di Isaia (1 lettura). In questo bellissimo brano Isaia pregusta la pacificazione e la riconciliazione anche degli esseri inconciliabili per natura: la «pacificazione» del lupo con l'agnello, della pantera col capretto, del vitello col leoncello (Is 11, 1-10).
Anche se il cammino di conversione e la testimonianza è difficile, non dobbiamo scoraggiarci. La Chiesa ci addita nei Santi i modelli sublimi da seguire e in modo particolare ci indica la Madonna nostra Madre e forgiatrice di santi. E’ Lei che accolse Gesù e lo diede al mondo. Prossimi alla solennità dell’Immacolata.
L’Immacolata: assenza di peccato e pienezza di grazia.
Bisogno della grazia. La Madonna è a piena di grazia. S. Giovanni Battista santificato nel grembo della madre alla visita di Maria. Necessità di Maria per santificarci e compiere la ns. missione.
La Vergine dell’Avvento ci aiuti a purificare i nostri cuori per essere pronti ad accogliere Gesù come il Signore e ad essere testimoni di Cristo in questo mondo, per farlo accogliere da tutte le anime affinché trovino la salvezza e Gesù possa nascere nei loro cuori.