(Mt 3,1-12)
Durante questo periodo di Avvento, la Chiesa ci presenta figure importanti per prepararci al S. Natale, tra cui spicca la figura austera di san Giovanni Battista, il Precursore del Messia. Giovanni fu il profeta inviato da Dio per annunciare e preparare gli uomini del suo tempo alla venuta imminente del Salvatore.
Nel deserto di Giuda, Giovanni Battista predicava la conversione e battezzava. Il suo aspetto austero rispecchiava la radicalità e la severità del suo messaggio: «Portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi» (Mt 3, 4). Attratta dalla singolarità e dalla santità della sua persona, la gente accorreva da Gerusalemme, dai villaggi della Giudea e dalle rive del Giordano per ascoltarlo.
Il messaggio centrale della predicazione di San Giovanni Battista si riassume in una sola parola: “Convertitevi” (Mt 3,2). Pur essendo un tema comune a tutti i profeti, il Battista ne sottolinea l’urgenza: il Messia è ormai presente nel mondo, “il regno dei cieli è vicino!” (ivi). È quindi necessario preparargli subito la strada con una conversione autentica, interiore, capace di trasformare il cuore, la mente e l’intera vita. Questa conversione interiore deve manifestarsi all’esterno, producendo frutti degni di conversione e penitenza.
Conversione e penitenza
Conversione (metanoia) significa, in primo luogo, un cambiamento dei sentimenti e soprattutto della mentalità. Implica quindi il pentimento per le proprie azioni e conduce alla penitenza. Quando una persona è toccata da una conversione sincera, si sente spinta a riconoscere il disordine, cioè il peccato, delle proprie azioni. Si sente disposta a cambiare vita, a trasformare la propria esistenza. In questo modo, l’atteggiamento di penitenza conduce veramente alla conversione, cioè all’ingresso nella dimensione del Vangelo, all’accoglienza del Regno di Dio e del suo dono di salvezza. La conversione è quindi un momento di profonda verità, in cui l’uomo riconosce se stesso nel proprio peccato e si apre alla verità liberante di Dio.
Pentimento e conversione sono due elementi fondamentali nella predicazione di Giovanni Battista; li ritroveremo ampiamente ribaditi da Gesù, dagli apostoli e dalla comunità primitiva. Pertanto, questi due elementi, che oggi sono abbozzati nella predicazione di Giovanni, sono un preannuncio del Vangelo predicato da Cristo e sono anche parte integrante, ineliminabile, della nostra vita cristiana.
Abbiamo sentito che San Giovanni Battista criticò aspramente i farisei e i sadducei, che credevano di essere esenti dalla conversione a causa della loro discendenza da Abramo. Si sentivano sicuri della loro salvezza, pensando che la loro eredità fosse sufficiente. Tuttavia, il Battista li rimproverò con forza, sottolineando il loro errore. Li apostrofò come “razza di vipere” e li esortò a produrre frutti degni di conversione, avvertendoli di non fare affidamento sulla loro discendenza da Abramo come garanzia di salvezza.
Invito attuale
Oggi, in questa seconda domenica di Avvento, il Battista (e la Chiesa) rivolge a noi un invito speciale alla conversione. La sua voce potente mira a risvegliare le nostre coscienze dal torpore spirituale. Spesso ci illudiamo di essere a posto con Dio semplicemente perché siamo cristiani di nome, compiamo qualche opera buona o osserviamo certe pratiche esterne. Questo è un grave errore! In tal modo, pensiamo o agiamo come i farisei e i sadducei, rischiando di trovarci fuori dalla salvezza, proprio come loro. Dobbiamo stare attenti! La conversione è un lavoro profondo che richiede un impegno quotidiano, soprattutto all’interno di noi stessi. Richiede una continua lotta contro il peccato in tutte le sue forme (egoismo, superbia, lussuria, menzogna, odio, violenza, codardia, pigrizia) e un cambiamento radicale di mentalità, sentimenti e condotta di vita, che devono essere totalmente nuovi, secondo Dio. Pertanto, dobbiamo accogliere Gesù, il Salvatore, nei nostri cuori, con un cambiamento di vita, eliminando il peccato e ricevendo i sacramenti (soprattutto la confessione). Infatti, abbiamo sentito che il Battista amministrava il Battesimo. La conversione porta al pentimento e al ricevere il perdono (sacramenti).
Il battesimo per la conversione e la sua differenza dal battesimo di Gesù
Il battesimo amministrato da Giovanni Battista era un atto fondamentale della sua predicazione. Consisteva nell’immergersi nelle acque del fiume Giordano, era un atto penitenziale accompagnato dalla confessione pubblica dei propri peccati e serviva ad accogliere il Messia ormai prossimo.
C’è una differenza fondamentale tra il battesimo di Giovanni e quello cristiano: quello del Battista non era un sacramento, ma solo un segno di grazia, un simbolo di purificazione. Giovanni stesso lo riconosce chiaramente e ne sottolinea la differenza: «Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me (…) egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco» (Mt 3, 11). Il battesimo che il Messia darà sarà un battesimo di purificazione e di rinnovamento, segnerà l’inizio della nuova creazione, toglierà il peccato originale e tutti gli altri peccati. Giovanni Battista riconosce la superiorità del battesimo del Messia perché questi è infinitamente più grande di lui. Ricorre qui quell’espressione bellissima in bocca a Giovanni: «Ma colui che viene dopo di me è più potente di me» (Mt 3, 11).
I protestanti, e persino alcuni cristiani, commettono l’errore di rimandare il battesimo ai fanciulli in età adulta!
Annunciatori della conversione e della penitenza
A nostra volta, dobbiamo essere annunciatori e testimoni di Cristo, invitando alla conversione e al pentimento, seguendo l’esempio del Battista. Da duemila anni, la voce potente del Precursore continua a chiamare gli uomini alla conversione. Nonostante i secoli trascorsi dal cristianesimo, il mondo non si è ancora completamente aperto e convertito al Vangelo. Sembra che l’uomo moderno non abbia alcuna intenzione di rivolgersi a Dio. Convinto di possedere la verità, cerca l’affermazione di sé stesso, seguendo i propri criteri, convinzioni e principi, un cammino che lo allontana sempre più da Dio. Proprio come Cristo è il Salvatore di tutti gli uomini, così anche noi cristiani, battezzati nel suo nome e guidati dal suo Spirito, dobbiamo essere profeti e testimoni del Vangelo della sua misericordia, accendendo nel mondo il “fuoco” dell’amore, a partire da noi stessi. Solo aprendo i nostri cuori e le nostre vite ad accogliere Cristo, possiamo poi accogliere gli altri e rimettere ordine nella nostra esistenza, portandola alla conversione.
Tornano allora le immagini poetiche e simboliche della visione profetica di Isaia (1ª lettura). In questo meraviglioso brano, Isaia pregustava la pacificazione e la riconciliazione anche tra esseri inconciliabili per natura: la “pacificazione” del lupo con l’agnello, della pantera col capretto e del vitello col leoncello (Is 11, 1-10).
L’ausilio di Maria Immacolata
Anche se il cammino di conversione e la testimonianza sono difficili, non dobbiamo scoraggiarci. La Chiesa ci propone i Santi come modelli sublimi da seguire, in particolare la Madonna nostra Madre e forgiatrice di santi. È Lei che accolse Gesù e lo donò al mondo. Mentre ci avviciniamo alla solennità dell’Immacolata, ricordiamo che l’Immacolata rappresenta l’assenza di peccato e la pienezza di grazia. Abbiamo bisogno della grazia, e la Madonna è piena di grazia. San Giovanni Battista fu santificato nel grembo materno alla visita di Maria. Abbiamo bisogno di Maria per santificarci e compiere la nostra missione.
Che la Vergine dell’Avvento purifichi i nostri cuori, preparandoci ad accogliere Gesù come nostro Signore e a testimoniare la Sua presenza nel mondo. Che tutti possano accogliere Gesù, trovando la salvezza e permettendo a Lui di nascere nei loro cuori.
Audio Omelia
S. Giovanni Battista