DOMENICA II DOPO L' EPIFANIA
Il primo miracolo di Gesù.
(Gv. 2, 2-11)
Un inno melodioso alla mediazione mariana.
Il Vangelo di questa Domenica è un inno melodioso alla Vergine SS. Mediatrice di tutte le grazie. E' un inno uscito dal cuore del discepolo prediletto, dal primo figlio, dal primo servo della Madonna, per esaltare nei secoli, sino alla fine del mondo, la potenza e la bontà di Maria SS., onde aprire il cuore di tutte le generazioni cristiane alla più illimitata fiducia verso di Lei.
E il cuore delle generazioni cristiane si è aperto subito alla più grande fiducia verso la Vergine SS.ma. Nel 1938 il prof. Roberts, protestante, pubblicava una raccolta di papiri egiziani fra i quali ve n'era uno del secolo II contenente una preghiera piena di fiducia verso la Vergine SS.: «Sub tuum praesidium». Noi oggi, alla distanza di tanti secoli, ci raccomandiamo alla Vergine SS. con quegli stessi accenti di fiducia con cui vi si raccomandavano i primi cristiani... E sentiamo che il nostro ricorso alla Vergine SS. non può essere vano.
E difatti: quand'è che una persona arriva a guadagnarsi tutta la nostra fiducia?…
Certamente quando essa ci si presenta fornita di due qualità: la potenza e la bontà: essa, infatti, deve poterci e deve volerci soccorrere. Non basta ch'ella possa, è necessario inoltre che ella voglia; la potenza le dà la possibilità di soccorrerci, e la bontà la muove difatto a soccorrerci.
Orbene, tale è precisamente Maria : Ella è potente e quindi può soccorrerci; Ella è buona, e quindi vuole soccorrerci. L'Altissimo, infatti, le ha dato il braccio potentissimo di Madre di Dio e il cuore tenerissimo di Madre dell'uomo. La potenza l'avvicina a Dio, la bontà l'avvicina all'uomo. La potenza è la mano che attinge, e la bontà è la mano che spande.
La Vergine SS. può soccorrerci.
La Vergine SS. può soccorrerci perchè è potente. E' anzi l'onnipotenza supplichevole: omnipotentia supplex. Tutto ciò che Iddio può col comando, Maria lo ottiene da Dio con la preghiera: quod Deus imperio, tu prece, Virgo, potes. Gesù e Maria sono tutti e due, quantunque in diverso modo, onnipotenti: Gesù è onnipotente per natura, Maria è onnipotente per grazia. Gesù per essenza, Maria per partecipazione. Gesù per diritto, perchè Dio, Maria per privilegio, perchè Madre di Dio. « La sua parola - dice il Monsabré - sempre rispettata, attinge nella memoria dei suoi patimenti una forza misteriosa che fa vibrare nel Cuore di Cristo tutte le corde dell'amore filiale e lo rende inclinevole ad una larghezza senza misura » (Conf. 50). « O Regina che puoi - ciò che tu vuoi », esclama l'Alighieri.
« Tutte le grazie - dice S. Bernardo echeggiato da tutti i teologi posteriori - passano per le mani di Maria. Poichè questa è la volontà di Dio, il quale ha disposto che tutto noi avessimo per le mani di Maria ». « Sic est voluntas eius qui totum nos habere voluit par Mariam».
Ed è giusto. Avendo infatti Iddio associato la Vergine SS. a Cristo, come Corredentrice al Redentore, nell'opera della nostra salvezza, e quindi nell'acquisto di tutte le grazie, avendole tutte meritate con merito di convenienza, è ben giusto che Ella fosse associata a Cristo anche nella distribuzione delle medesime. Cantò quindi molto bene il nostro divino poeta: « Donna, sei tanto grande e tanto vali - che qual vuol grazia e a te non ricorre - sua disianza vuol volar senz'ali » (Paradiso, 33, 13-15).
Ne abbiamo una luminosa conferma nel Vangelo di oggi. A Cana di Galilea, si svolgeva un banchetto nuziale, a cui erano stati invitati Maria e Gesù coi suoi discepoli. A un certo punto viene a mancare il vino. Figuratevi: un banchetto di nozze senza vino!...
La Vergine SS. se ne accorge, si volge a Gesù e gli dice: « Non hanno più vino: vinum non habent ». Che preghiera! Tre parole sole. E Gesù le risponde: « Quid mihi et tibi mulier? Nondum venit hora mea ». Che importa a me e a te, o donna?…
Non è ancor giunta l'ora mia (ossia, non sarebbe certamente questo il momento opportuno per manifestare la mia gloria coi miracoli). Questa risposta, a prima vista potrebbe significare un bel no. Ma non lo fu! Non lo poteva essere. Due onnipotenze stanno di fronte: l'onnipotenza supplichevole e l'onnipotenza imperante. L'onnipotenza imperante non può dire un no all'onnipotenza supplichevole: per essa, domandare è ricevere. E difatti, la Vergine SS., in fondo a quell'apparente no, vide subito tremolare un bel si. Si rivolge quindi senz’altro agli inservienti e dice loro: « Fate tutto ciò che egli vi dirà ». E il miracolo, il primo miracolo operato da Cristo, fu compiuto per intercessione di Maria.
Che potenza!... E' una potenza che si spinge fino ad anticipare l'ora dei miracoli. Non sarebbe stata quella l'ora che Gesù avrebbe stabilito per compiere il suo primo miracolo se non si fosse interposta la preghiera, l'intercessione di Maria. Con diritto esclama il divino Poeta: « O Regina che puoi - ciò che tu vuoi! » (Par., 33, 34-35).
La Vergine SS. vuole soccorrerci
Ma affinchè una persona possa conquistare tutta la nostra fiducia, non basta che sia potente, ossia non basta che ella possa soccorrerci. E' necessario, in secondo luogo, che ella sia buona, ossia, che ella voglia di fatto soccorrerci. E tale appunto è Maria. Che anzi, essa non potrebbe non essere tale. Ella vuole soccorrerci, perchè è smisuratamente buona e ci ama tenerissimamente in Dio. E amare - come insegna S. Tommaso - non è altro che voler bene ossia volere il bene della persona che si ama. Ci ama, la Vergine SS., perchè è madre nostra spirituale, avendoci rigenerato alla vita soprannaturale della grazia. Generando Iddio alla vita degli uomini, ella ha generato gli uomini alla vita di Dio. E una madre non può non voler il bene anzi il maggior bene dei suoi figli.
Chè anzi, la Vergine SS., come buona e tenera madre, non attende neppure che il suo bambino lontano la chiami: Ella corre tosto, da se stessa, tutte le volte che un pericolo qualsiasi ne mette a repentaglio la vita o il benessere.
Ne abbiamo anche qui, una prova luminosa nel modo con cui si comporta alle nozze di Cana, Ella non fu punto avvertita da alcuno della mancanza del vino, ma se ne accorse da Sè; non fu pregata da nessuno di interporsi presso Gesù, ma vi penso da Sè! La sua bontà, il suo cuore materno non potevano tollerare un incidente doloroso che avrebbe turbato la gioia di tutti i convitati, e avrebbe coperto di confusione i due sposi proprio nel giorno più gioioso della loro vita terrena.
Quanto è buona la Madonna!.. Aveva ben ragione il divino Poeta di esclamare: « La tua benignità non pur soccorre - a chi domanda, ma molte fiate - liberamente al dimandar precorre » (Par. 33, 16-18).
E chi sa quante grazie anche noi, durante la nostra vita, abbiamo ricevuto dalle mani di questa tenera Madre, senza averle chieste, anzi senza neppure pensarle. Non ci pensavamo noi, poveri figli. Ci pensava la madre. Da quanti pericoli spirituali e materiali siamo stati forse scampati, a nostra insaputa! Di quanti beni siamo stati arricchiti!... Io credo che ciascuno di noi potrebbe ripetere con S. Leonardo da Porto Maurizio: « Quando mi pongo a considerare tante grazie che ho ricevuto da Maria SS., mi pare proprio di essere uno di quei santuari di Maria Miracolosa, nei quali su tutte le pareti, ricoperte di voti, altro non si legge che questo: Per grazia ricevuta da Maria. Così mi pare di esser scritto ancor io tutto per ogni verso con queste parole: Per grazia ricevuta da Maria. Questa sanità di mente, questo impiego divino, in cui mi esercito, quest'abito santo che porto indosso: per grazia di Maria. Ogni buon pensiero, ogni buona volontà, ogni buon sentimento del mio cuore, per grazia di Maria.
Leggete pure, leggete, sono scritto tutto nell'anima e nel corpo, e dentro e fuori: per grazia di Maria. Su questo mio cuore stà scritto per grazia di Maria. Su questa mia lingua vi troverete scritto: per grazia di Maria. Ah! sia pure benedetta senza fine la mia pietosa beneficatrice. Sì, io canterò in eterno le misericordie di Maria, e se mi salvo, mi salvo per grazia della mia grande Signora, Maria » (Vita di S. Leonardo, scritta dal P. GIUSEPPE DA MASSERANO, P. II, c. 4).
Ricorriamo a Maria!...
Se è vero tutto questo - e non può non essere vero - « noi - come dice S. Bonaventura - dobbiamo sentire proprio il bisogno ogni giorno ed ogni momento di prostrarci dinanzi ad essa per amarla, lodarla e ringraziarla come nostra ausiliatrice e nostra grande benefattrice, ed attestarle così tutto il nostro amore, come essa ben si merita » (III Sent., d. 3, p. 1, q. 1, ad 4). Noi dobbiamo sentire il bisogno di riporre in lei la più illimitata fiducia in vita, in morte, sempre, dovunque. Ella può aiutarci, perchè è potente, Ella vuole aiutarci perchè è buona. E' la Madre!... Noi dobbiamo ripetere a lei continuamente: Mater mea, fiducia mea! e con S. Gabriele dell'Addolorata: In te Domina speravi, non confundar in aeternum... O Maria, nostro amore, nostra gioia. nostra vita, in te ripongo tutta la mia fiducia, poichè tu sei tutta la ragione della mia speranza: tota ratio spei meae!
(P. Gabriele M. Roschini, Predicate il Vangelo, LICE Torino, 1943, pp. 25-28)
Miracolo di Gesù alle nozze di Cana (Garofalo)