(Lc 12,32-48)
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno» (Lc 12, 32). Sono parole di Gesù, pronunciate circa duemila anni fa e molto pertinenti all'epoca in cui ci troviamo. Se facciamo la conta, oggi i cristiani e più ancora i cattolici sono una ben piccola cosa di fronte agli otto miliardi di uomini esistenti sulla terra. E pensiamo a cattolici veramente convinti e praticanti, sono molto pochi. Questa considerazione, però, non deve indurci a scoraggiarci ma ad impegnarci a vivere una vita santa, per essere lievito destinato a lievitare la massa, luce per il mondo; impegnarci a pregare e fare sacrifici per salvare tante anime, per radunare tutti nell’unico ovile di Cristo, la Chiesa dove c’è la sola salvezza. E’ importante per noi far parte di questo «piccolo gregge», quindi, e soprattutto pensare al premio che il Signore ci riserva: «perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo Regno» (ivi); di concedervi, cioè, di far parte di quel Regno. L’esistenza umana è ordinata alla vita eterna del Cielo, Dio ci vuole veri figli del regno, e la vita è un cammino verso il Regno dei Cieli. Gesù ci invita ad essere protesi verso i beni del Cielo e ci raccomanda di vivere nella carità, distaccati dalle ricchezze terrene, per raggiungere il Cielo: “Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignuola non consuma. Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore” (Lc 12,33-34).
Il Regno dei cieli, quindi, sarà dato soltanto a coloro che sanno mettere i loro beni a servizio degli altri, per le opere di carità, piuttosto che valersene per il proprio prestigio personale: i veri cristiani sono soltanto coloro che sanno liberarsi dalle ricchezze e non si lasciano sedurre dalla tentazione di accumulare beni terreni. E’ chiaro che uno dei mezzi più efficaci per alleggerirci delle ricchezze è proprio l'elemosina, di cui parla il vangelo.
Gesù aggiunge: «Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese» (Lc 12, 35). Non si può raggiungere l'obiettivo, il Regno dei Cieli, se non ci caliamo in una mentalità di «gente in viaggio», di pellegrini. La nostra patria non è questa terra ma il Cielo; noi siamo esuli e pellegrini. San Francesco: siamo pellegrini e stranieri in questo mondo. S. Teresa di Gesù Bambino diceva che ella si sentiva come una persona sempre ospite di un albergo; pronta a fare e a disfare le valigie. Per questo Gesù dice “Siate pronti, con le cinture ai fianchi e le lucerne accese”
«Con le cinture ai fianchi e le lucerne accese». Sono espressioni che si riferiscono proprio al tipico atteggiamento di colui che sta in cammino: veste lunga, bastone e lucerna per rischiarare il cammino. Gli antichi, usando vesti lunghe, quando viaggiavano o lavoravano le raccoglievano con una cintura attorno ai lombi, per essere più spediti nei movimenti. Quando camminavano, poi, per andare ad una festa di nozze, celebrandosi essa nella notte, portavano le lampade accese. Gesù, quindi, vuole che noi viviamo sulla terra coi lombi recinti, cioè come pellegrini, e che siamo come servi che aspettano il padrone che torna dalle nozze e che, non sapendo a che ora viene, stanno vigilanti nella notte.
«Siate pronti». La vita è una continua aspettazione della morte, e la morte è il momento solenne nel quale Gesù, sposo della Chiesa, viene a prendere l'anima nostra per introdurla alle eterne nozze. Egli verrà improvvisamente e quando meno lo aspettiamo, giacché nessuno sa il momento della morte. Quando il Signore chiama - e può chiamarci da un momento all'altro - non è più disposto ad aspettare; non possiamo rispondergli: “aspetta, perché ancora non ho finito di fare i conti o di prepararmi al mio incontro con te”. Il Signore viene.
Nella notte della vita possono venire anche i ladri. Così anche per l'anima, poiché i demoni stanno sempre in agguato per rubarci l’anima, la grazia di Dio, ed è necessario vigilare per non farsi derubare dei beni eterni. Essere desti, essere pronti, significa, quindi, soprattutto vivere sempre in grazia di Dio, evitando il peccato mortale o chiedendo immediatamente perdono e confessandosi al più presto se si ha la disgrazia di cadere. Come si è attenti a custodire i beni materiali così dobbiamo stare più attenti a custodire i beni spirituali dell’anima, la grazia di Dio.
S. Giovanni Bosco diceva ai suoi giovani di andarlo a svegliare anche alle due di notte per confessarsi subito quando cadevano in peccato mortale. Questa deve essere la prima e assoluta preoccupazione di ogni cristiano: in qualunque momento la morte arrivi con la sua inesorabile falce, mi deve trovare in grazia di Dio.
Il sacerdote (o chi ha compiti di responsabilità) e la sua missione.
S. Pietro, ascoltando questa istruzione, domandò al Maestro se l'aveva detta per tutti o solo per i suoi Apostoli; egli avrebbe voluto intendere meglio che cosa significava per loro essere vigilanti ed attenderlo, e domandò chiarimenti. Gesù Cristo non gli rispose direttamente, perché era chiaro che quell'istruzione riguardava tutti; ma gli rispose aggiungendo al suo discorso quello che riguardava in modo particolare gli Apostoli, ed in generale i Ministri di Dio, ai sacerdoti e a chi compiti di responsabilità nella società (es. genitori, datori di lavoro, educatori ecc.). Questi, infatti, non debbono vigilare solo per loro, ma anche per gli altri, dovendo essere dispensatori fedeli e prudenti dei doni di Dio alle anime. Tutti sono pellegrini sulla terra e debbono essere vigilanti nell'attesa dell'ora di Dio; ma il Sacerdote e chi ha compiti responsabilità, oltre ad essere pellegrino, è anche dispensatore dei beni celesti ed è responsabile delle anime che gli sono affidate; egli, quindi, meno degli altri fedeli può considerare la vita con leggerezza, o menarla disordinatamente, quasi non avesse da renderne conto; egli ha ricevuto più di tutti, e più di tutti sarà punito nelle sue infedeltà. Questo solo pensiero può bastare a renderlo vigilante nei doveri ed a dargli un carattere forte di fronte alle difficoltà della vita e dell'apostolato. La sventura è proprio questa, che molte volte i ministri di Dio dimenticano la loro responsabilità ed il conto debbono rendere nel giorno del giudizio e perdono il senso del dovere. Se pensassero che un cattivo esempio, una mancanza di pietà, ed anche semplicemente una mancanza di educazione può produrre un danno irreparabile in un'anima, come potrebbero osare di menare una vita cattiva e superficiale? Il Sacerdote è educatore della massa; ne è l'unico educatore, poiché solo con la luce del Signore può indirizzare le anime al bene; se non sa comunicare quella luce mirabile e pone ostacolo alla sua diffusione sarà responsabile innanzi a Dio di tutti i peccati del popolo. E’ una verità che bisogna ponderare scrupolosamente, per non trovare nell'eternità delle tristissime sorprese e delle irreparabili responsabilità.
“…Nell’ora della nostra morte”
Dalla Madonna dobbiamo ottenere la grazia di vivere e morire santamente, per andare incontro al Signore che viene, per raggiungere il Paradiso. Questa grazia è così importante che la Chiesa ce la fa chiedere ad ogni Ave Maria: “Prega per noi adesso e nell'ora della nostra morte». (Importanza del S. Rosario).
San Bonaventura ha scritto che morire «con la pia invocazione della Vergine è segno di salvezza». Beata la morte di chi ha amato Maria, di chi invoca Maria! Santa Maria Maddalena Sofia Barat diceva che «la morte di un vero devoto di Maria è il balzo di un bambino tra le braccia della Madre».
Quando san Giovanni Bosco ebbe l'apparizione di san Domenico Savio morto qualche giorno prima, volle fargli questa domanda: - Dimmi, Domenico, quale fu la cosa più consolante per te in punto di morte? - Don Bosco, indovini lei! – Forse il pensiero di avere custodito bene il giglio della purezza? - No. - Forse il pensiero delle penitenze fatte durante la vita? - Neppure questo.
- Allora sarà stata la coscienza tranquilla... da ogni peccato? - Questo pensiero mi giovò; ma la cosa più consolante per me nell'ora della morte fu il pensare che ero stato devoto della Madonna!... Lo dica ai suoi giovani e raccomandi con insistenza la devozione alla Madonna.
Affidiamoci totalmente alla Madonna e chiediamo la grazia della salvezza per noi e per tante anime, specialmente le più bisognose, e preghiamo per la Chiesa affinché si prodighi sempre di più per la salvezza delle anime.
Audio Omelia
La venuta di Gesù