(Gv 2,1-11)
Oggi la nostra attenzione è rivolta alla lettura evangelica che ci presenta l'episodio delle nozze di Cana che, come del resto tutto il Vangelo di s. Giovanni, è pieno di significati. Il motivo per cui tale brano ci è presentato nella Messa di questa domenica - la seconda dopo l'Epifania, e dopo il Battesimo di Gesù – (anche nella recita dei misteri luminosi, ci viene presentato al secondo mistero, dopo il Vangelo di Gesù) è indicato nella frase conclusiva: Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
La manifestazione della divinità di Gesù
A Cana si ebbe una nuova epifania di Gesù: egli si manifestò, come si era manifestato all'inizio ai magi e a Giovanni Battista nel Battesimo nel Giordano. Gesù in quei trent'anni dalla visita dei magi fino al Battesimo nel Giordano, ma non a tutti egli si manifestò, cioè non a tutti rese manifesto chi egli era in realtà, al di sotto delle apparenze che si potevano vedere. Si « manifestò », come Figlio di Dio, mostrò la sua potenza, la sua divinità. Anche questa volta, a Cana di Galilea, il frutto della sua manifestazione è la fede; Gesù... manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
L’episodio, quindi, è particolarmente significativo:
a) attraverso il primo miracolo si è manifestata la « gloria » di Cristo Signore e i discepoli di Gesù ebbero fede, « credettero in lui », « si affidarono a lui »;
b) il miracolo compiuto allude a realtà più profonde;
c) nel miracolo si manifesta la potente intercessione di Maria e la sua grande opera nell’opera della Redenzione, come Corredentrice.
E’ da notare che il primo miracolo di Gesù, cambiare in vino eccellente circa 500 litri d’acqua(!), avviene in occasione di una festa di nozze. Che senso può avere questo? Possiamo dire che senz’altro per Gesù c’era l’intenzione di santificare con la sua presenza e con il dono del miracolo l'istituto del matrimonio e l'amore umano, che poi fondano la famiglia. (tutto questo rientra nella logica dell’Incarnazione, « il Verbo si è fatto carne ed ha posto la sua tenda in mezzo a noi » [1,14], la realtà umana che intende « appropriarsi » e santificare, tutto riportando alla trasparenza dell'originario disegno di Dio).
Le nozze spirituali
Ma questo miracolo, avvenendo durante le nozze, vuole evidenziare un significato ancora più profondo: le « nozze » di Cristo con l'umanità (« segno » dunque è più alto che non quello della semplice benedizione a delle nozze terrene!), cioè la realtà ineffabile dei rapporti di amore, di intimità, di comunione che il Figlio di Dio fatto carne è venuto a instaurare con gli uomini. Già questo era preannunziato prima della venuta di Cristo (AT) cfr. la prima lettura profeta Isaia “Sì come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo creatore, come si rallegra lo sposo per la sua sposa, così il tuo Dio si rallegrerà in te!” (Is- 62,5).L’allegoria delle nozze è ripresa nel N.T. da Gesù, che parlando del Regno dei Cieli lo paragona ad un banchetto nuziale e la chiamata ad entrarvi a un invito di nozze. Sono le sue nozze con l’umanità celebrate nell’incarnazione e consumate poi sulla croce!
L’incarnazione del Figlio di Dio è l’ora delle nozze di Dio con l’umanità; Dio veramente sposa la natura umana unendola a sé nella sua Persona di Figlio di Dio fatto uomo, per cui la nostra natura non è più terra “Abbandonata” né “Devastata”, ma “terra “Sposata” (cfr 4) dal Creatore.
Il segno del cambiamento dell’acqua in vino richiama alla consumazione delle nozze con l’umanità avviene sulla croce (vino=sangue). Del vino nuovo molti testi profetici avevano annunziato che negli ultimi tempi ci sarebbe stata un’abbondanza dei frutti della terra, e specialmente del vino, di vino buono: « I monti stilleranno vino nuovo, e tutti i colli ne verseranno ruscelli » (Am 9,13-14): « Torneranno a sedersi sotto la mia ombra, coltiveranno il frumento, lavoreranno le vigne e godranno la fama che vanta il vino del Libano » (Os 14,7)
L'acqua si cambia prodigiosamente in vino e nel più buono, quasi a indicare il profondo cambiamento che la morte e la risurrezione di Cristo opereranno negli uomini, facendo abbondare la grazia dove prima abbondava il peccato, trasformando l'acqua, insipida e fredda dell'egoismo umano nel vino forte e generoso della carità, ed un particolare richiamo all’istituzione dell’Eucarestia (il vino che richiama al sangue di Gesù; realmente versato sulla croce e misticamente presente sugli altari, nelle S. Messe, quando il Sacerdote, con le parole consacratorie, trasforma il vino nel sangue di Gesù, miracolo ancora più grande, mistero della nostra redenzione).
La mediazione di Maria SS.
A Cana, la presenza della Madonna è importante, fondamentale. Il brano evangelico, infatti, si apre e si chiude con un esplicito riferimento a Lei: « In quel tempo ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù... Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre...» (vv. I. 12). Per intercessione di Maria, Gesù anticipa il « segno » che allude la salvezza, la redenzione. Per questo Gesù, alla richiesta del miracolo, risponde alla madre: « Non è ancora giunta la mia ora » (v. 4). L'ora è precisamente l'ora della Croce, l'ora decisiva e fatale in cui si consuma l'obbedienza del Figlio al Padre e la salvezza degli uomini.
La presenza di Maria non è una presenza di contorno, ma determinante ed attiva. E’ lei infatti a provocare l'intervento di Gesù: « Non hanno più vino » (v. 3) Un coinvolgimento umanissimo nei problemi e nelle difficoltà degli altri, e un tentativo di coinvolgere in questo anche il Figlio: perciò un atteggiamento di profonda carità, in Maria, e di enorme fiducia, e dalla potente sua azione di mediatrice. Una fiducia, però, che poteva nascere in lei solo da una grande fede nel Cristo.
La Madre, nel dire al Figlio: “Non hanno più vino” (Gv 2,3), vuol fargli notare che il patto antico di amore tra Dio e l’uomo non ha più valore, perciò lo supplica di sostituire l’acqua dell’Antica Alleanza col vino della nuova Alleanza. In un certo senso, Ella esorta Gesù ad anticipare simbolicamente con un miracolo l’inizio della nuova ed eterna Alleanza che si compirà sulla croce con il versamento del suo Sangue prezioso. Non hanno più vino può richiamare la situazione di ogni uomo, nei suoi bisogni materiali e spirituali (soprattutto quelli che sono nel peccato, che non hanno la grazia, la vita divina). Infatti, oggigiorno anche quando abbiamo i beni materiali, il più delle volte manca l’essenziale: Dio e la dimensione spirituale della vita. Nella corsa affannosa verso il progresso, l’uomo ha finito per mettere da parte parecchie cose importanti: la salvezza dell’anima, la preghiera, il gusto per le realtà divine.
Maria SS. si interessa, intercede, invoca le grazie della salvezza per tutti noi, per tutta l’umanità, soprattutto per i più bisognosi. Come dice S. Alfonso dei Liguori, nelle Glorie di Maria, la “Madonna è tutta occhi, verso Dio e verso gli uomini per salvarli, specialmente per i poveri peccatori; con i suoi occhi implora il perdono di Dio per i peccatori che sempre concede grazie tramite Maria, quando intercede. E la Madonna si offende non solo quando si pecca contro di Lei, ma anche quando non le si chiedano grazie”.
Alla luce di questo si capisce la risposta di Gesù alla richiesta della Madre: « Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora » (v. 4) . Questa risposta non esprime un dissenso. “ Che ho da fare” si deve intendere in lingua semitica: “che differenza c’è tra me e te, quello che vuoi tu lo voglio anch’io”. Ciò è dimostrato dal seguito del fatto e l'atteggiamento stesso di Maria: «La madre dice ai servi: Fate quello che vi dirà » (v. 5) e Gesù pur facendo presente alla Madre che non era ancora giunta la sua “ora”, quella, cioè, della sua morte e risurrezione, accetta l’accorata materna richiesta e compie il miracolo strepitoso dell’acqua che si trasforma in vino.
D'altra parte, il fatto che Gesù si rivolga a sua madre chiamandola « donna », rimanda alla donna biblica della Genesi (la donna che schiaccia la testa al serpente) e rimanda alla donna del Calvario (« Gesù dunque, vedendo la madre e il discepolo che egli amava in piedi davanti a sé, dice alla madre: Donna, ecco il tuo figlio » (19,26). E’ questa l'ora, per la quale Cristo dà appuntamento alla madre, in cui essa ha pieno diritto di intervenire, perché coinvolta anch'essa nella sofferenza e nella lotta contro Satana, proprio come la « donna » di cui ci parla la Genesi (3,15). Tutto l'agire di Gesù è finalizzato a quell'ora: pur non rifiutandosi alla richiesta della madre, egli la invita con parole misteriose a prepararsi a salire il Calvario, dove avrebbe celebrato le vere « nozze » dell'amore ed avrebbe offerto al mondo il vero ed autentico banchetto messianico: il suo corpo e il suo sangue per la salvezza di tutti, con l’atto di offerta di Maria
Quindi, l’intervento determinante di Maria nel miracolo mette in luce la straordinaria potenza della sua intercessione presso suo Figlio e la sua opera nel piano della salvezza. Ella è la Mediatrice universale di tutte le grazie che da Dio si riversano su di noi. Attenta a tutte le nostre necessità, la Madre di Gesù “si pone tra suo Figlio e gli uomini, - come dichiara Giovanni Paolo II - … cioè fa da mediatrice non come un’estranea, ma nella sua posizione di madre, consapevole che come tale può – anzi ha il diritto – di far presente al Figlio i bisogni degli uomini” (RM, 21).
La presenza e l'intervento di Maria alle nozze di sono grande motivo di fiducia per noi e per il mondo intero. Il Figlio non nega nulla alla Madre. Se rivolgiamo a Lei, Gesù ci concederà sempre più di quanto chiediamo. Il Figlio non nega nulla alla Madre. Se ci rivolgiamo a Lei, Gesù ci concederà sempre più di quanto chiediamo, come a Cana, dove potevano bastare un vino normale e una quantità minore e invece, per l’intervento di Maria.
Esempio dei Santi.
Padre Pio aveva una fiducia sconfinata nella Vergine Maria. A chi gli chiedeva un mezzo sicuro per risolvere i tanti e difficili problemi della nostra società, immancabilmente indicava in Lei la soluzione; “pregate la Madonna”, “amate la Madonna”, “recitate il Rosario”, erano le sue risposte. Molto spesso si raccomandava alle preghiere degli altri per ottenere grazie dalla Madonna, soprattutto dalla Vergine di Pompei che amava teneramente.
Voglia la potente e materna mediazione di Maria soccorrerci e procurarci “il vino” spirituale di cui abbiamo tutti urgentemente bisogno, in modo particolare la fede,la carità, la vita divina!
Il Miracolo alle Nozze di Cana