I beni terreni
Le letture bibliche di oggi ci portano ad una duplice importante visione,o considerazione: la visione o considerazione dei beni naturali della terra e la visione o considerazione dei beni soprannaturali del cielo.
Nella prima lettura l'Autore sacro considera i beni naturali, terreni, (le ricchezze materiali, le case, i terreni, il denaro, il vitto, il vestito) e li valuta, li pesa, concludendo: sono beni, ma caduchi, temporali, passeggeri, che si lasciano con la morte. A che vale faticare tanto, accumulare tanti beni, se poi li godono altri, perché la morte ce li porta via? È la considerazione realistica dei valori di questo mondo: sono valori, che passano e si lasciano al momento della morte. “Vanità delle vanità, tutto è vanità”
Anche Gesù nella lettura evangelica ci invita a guardare ai beni terreni con sguardo realistico, per non essere sedotti, ingannati. Ad uno che vuole che il Maestro divino si interessi per fargli avere l'eredità, che gli spetta, Gesù risponde che egli si interessa di beni superiori. È venuto per valori più importanti! E ammonisce di non cercare con avidità, ossia con ingordigia, con preoccupazione esagerata i beni materiali, perché la vita non dipende da questi beni, quasi che basti avere dei grandi raccolti, delle grandi rendite per vivere bene e a lungo. Difatti, Gesù parla di un agricoltore che ha fatto un grande raccolto e pensa a costruire nuovi granai, più ampi, per farvi stare tutto il grano e gli viene detto che quella notte stessa dovrà morire e tutto quello che ha raccolto lo godranno altri. Gesù ci insegna che mettere il cuore, creato per l’eterno, nell’ansia di ricchezza o di benessere materiale è stoltezza, poiché in ciò non trovano fondamento né la felicità né una vita veramente umana: “La sua vita non dipende dai beni”. La sicurezza che ci danno i beni materiali è fragile, e anche inadeguata, perché la nostra vita si riempie solo con Dio e bisogna riempire in questa breve esistenza “Questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita”. Così scarso è il nostro tempo, “questa notte stessa”, e forse noi pensiamo a molti anni, quasi che la nostra vita sulla terra dovesse non finire mai. I nostri giorni sono numerati e contati; siamo nelle mani di Dio. Entro un tempo, forse breve, ci incontreremo faccia a faccia con Lui
I beni celesti
Dei beni celesti parla la seconda lettura biblica. S. Paolo ci esorta a cercare le cose di lassù, a pensare alle cose dilassù; sono i beni eterni, i beni che Gesù ci ha portato: la grazia di Dio, la vita cristiana, che è fatta di fede, di speranza, di amore di Dio e del prossimo, ,delle virtù morali, come la giustizia, la temperanza; la vita stessa di Gesù in noi, che non si lascia con la morte, ma diventa vita eterna, felicità eterna, con diritto alla risurrezione gloriosa anche del corpo, che avverrà alla fine del mondo.
Questi sono i beni che non passano, i beni che si portano con sé oltre la morte e ci aprono le porte della felicità eterna. Quale dev'essere dunque la condotta del cristiano di fronte ai beni terreni e celesti? La riassumiamo in trenorme.
1) Il cristiano non deve disprezzare i beni della terra, perché anche questi hanno la loro necessità, il loro vantaggio: il cristiano infatti deve lavorare per guadagnarsi il pane ed il necessario alla vita; deve vivere su questa terra;
2) Però, il cristiano, proprio perché è cristiano ed ha una vocazione soprannaturale, ultraterrena, mentre vive su questa terra si preoccupa ed attende soprattutto a conquistare i beni del cielo, che non passano: e questo lo fa con la preghiera; la Messa; con la Comunione, che è un biglietto per il cielo: « chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo risusciterò, nell'ultimo giorno » (Gv 6, 54); con la Confessione (che ottiene il perdono di ogni peccato e quindi chiude l'Inferno ed apre il Paradiso); con la santificazione della festa; ed anche col lavoro santificato, fatto non solo per il guadagno materiale, ma anche per la mercede che Dio stesso dà a chi fa il suo dovere.
Pensate a due operai: uno si preoccupa solo della paga; l'altro lavora cristianamente, con la coscienza di fare il proprio dovere, per amor di Dio e della famiglia; riceve anche lui la busta paga, ma insieme merita le benedizioni del Signore per il tempo e per l'eternità. Anzi il cristiano si serve dei beni materiali per acquistare quelli spirituali, per esempio con la beneficenze, l'elemosina.
3) Il cristiano non compromette mai i beni eterni del cielo con l’acquisto disordinato e disonesto dei beni della terra. Così chi ruba acquista ricchezza materiale, ma perde la grazia di Dio, che vale infinitamente di più. Chi lavora nel giorno di festa senza necessità, potrà conseguire qualche vantaggio materiale, ma perde l'amicizia di Dio, che vale infinitamente di più. Chi coltiva relazione umane disoneste, potrà ricavarne qualche soddisfazione affettiva, qualche complimento interessato, ma perde la pace e la grazia con Dio, la purezza dei costumi, che vale infinitamente di più.
Noi siamo qui, attorno all'altare, per attingere a piene mani ai tesori ed ai beni dello spirito. Il Signore ci dà il suo perdono, la sua vita, la sua grazia, la garanzia della sua eternità felice ed anche ci promette il pane quotidiano, e il necessario per la vita temporale.
Ringraziamolo ed approfittiamone con l'impegno rinnovato di arricchirci soprattutto dei beni del cielo, affinché in fin di vita non ci troviamo con le mani vuote, ma raccogliamo il frutto delle nostre opere buone, che ci conducono al possesso eterno dei beni del cielo.In fin di vita si raccoglie il frutto delle opere buone.
4) Offrire tutti i beni, materiali e spirituali alla Madonna, con l’atto di consacrazione. Avranno un valore e saranno tutti offerti a Dio.
Esempio
Il buon uso del denaro per la costruzione di chiese.
Verso la metà del sec. IV, nella città di Roma, vivevano due piissimi coniugi senza prole, molto agiati. Volendo impiegare le loro sostanze in opere religiose pregarono la Vergine santissima affinché avesse fatto loro conoscere la volontà del Signore. La preghiera fu esaudita. Nella notte tra il 4 e il 5 agosto 352, la Madonna apparve ai due coniugi in sogno, e li avvertì che sarebbe stato di suo gradimento se, con le loro ricchezze, avessero innalzato in suo onore, una chiesa in quel luogo preciso, che in quella mattina avrebbero trovato coperto di neve.
La medesima visione avrebbe avuto, nella stessa notte, il papa Liberio. Infatti la neve cadde, e la si vide la mattina di quel giorno biancheggiare sopra un tratto del colle Esquilino. Così l'antica tradizione.
Confermata, per tale prodigio, la volontà della Madonna, il papa Liberio, con grande concorso di sacerdoti e di popolo, si sarebbe recato su quella collina, e nel luogo preciso dove era caduta la neve prodigiosa, avrebbe determinato che dovesse essere edificata la nuova chiesa col denaro del patrizio Giovanni e delle persone pie.
Così fu fatto. E a ricordo dell'avvenimento, stabilì la festa della Madonna della Neve il 5 agosto (S. Maria Maggiore; basilica patriarcale).
Pensiamo anche alle costruzioni di Chiese (Pompei, Lourdes, Fatima, Castelpetroso…). Tutte opere benedette attraverso la generosità di tanti fedeli che avranno avuto senz’altro la loro ricompensa in Cielo!
Audio Omelia
Il ricco e i suoi beni