(Gv. 6, 1-15).
L'episodio più caratteristico della Provvidenza.
Il miracolo della moltiplicazione dei pani è l'episodio più caratteristico della Provvidenza divina. Esso prova fino all'evidenza che Iddio tutto vede, e a tutto provvede, senza che cosa alcuna possa a lui opporsi. Le turbe, infatti, tutte intente a seguire Gesù e ad ascoltarlo, non dissero a Gesù che non avevano pane: Gesù lo vide da sé e da sé stesso vi provvide con uno strepitoso miracolo.
Abbiamo sempre una grande, illimitata fiducia in Dio! Poichè Egli è il Padre nostro. E non ci farà mancare mai il pane quotidiano, ossia il necessario alla vita. Se sarà necessario opererà anche miracoli per soccorrerci, come fece appunto con le turbe.
Mirabili analogie tra il pane materiale ed il Pane eucaristico.
Ma il grande miracolo della moltiplicazione dei pani oltre ad essere l’episodio più caratteristico della Provvidenza divina, è anche figura di in altro miracolo ancora più grande: il miracolo eucaristico, in forza del quale non già un pane materiale, ma un pane vivo disceso dal Cielo, ossia, Cristo stesso viene dato in cibo soprannaturale ad una sterminata moltitudine di anime. Vi è, infatti, una mirabile analogia fra il pane materiale ed il pane eucaristico, poiché gli effetti che produce il pane materiale nella nostra vita naturale, li produce proporzionatamente il pane eucaristico nella nostra vita soprannaturale. Orbene, quattro sono gli effetti prodotti dal cibo materiale nella nostra vita naturale, vale a dire: ripara, sostiene, fa crescere e diletta. Questi medesimi effetti - come insegna il Concilio di Firenze - li produce la SS. Eucaristia nella nostra vita soprannaturale.
Il cibo materiale, innanzitutto, ripara. Col lavoro infatti, e specialmente con le nostre indisposizioni, noi veniamo a subire un dispendio di energie materiali. Questa perdita di energie viene riparata col cibo. Altrettanto avviene nella nostra vita spirituale. Con le nostre quotidiane miserie ed imperfezioni, noi veniamo a subire un continuo dispendio di energie spirituali, le quali vengono appunto riparate con la SS. Eucaristia.
Il cibo materiale, in secondo luogo, sostiene, ossia ci fortifica contro le tante forze disgregatrici che agiscono dentro di noi. Altrettanto avviene nella nostra vita spirituale. Il cibo divino dell'Eucaristia ci irrobustisce spiritualmente, ci fortifica, e ci rende forti contro i nemici della nostra vita spirituale, ossia, contro il mondo, il demonio e la carne ribelle. Non per nulla l'Eucaristia è stata chiamata il cibo dei forti. Sostenuti da questo cibo divino, milioni di martiri non hanno esitato un istante a dare generosamente la vita del corpo per assicurarsi la vita eterna dell'anima.
Il cibo materiale, in terzo luogo, fa crescere. E' in forza di questo cibo, infatti, che il bambino diventa adolescente, l'adolescente diventa giovane, e il giovane diventa uomo maturo. Altrettanto avviene nella nostra vita spirituale. E' l'Eucaristia, è questo cibo divino che alimenta la nostra vita soprannaturale e alimentandola la fa crescere fino a che non abbia raggiunto la sua perfezione. L'Eucaristia, infatti, quale esca soprannaturale, divina, tende di per sè ad aumentare nelle anime l'amore di Dio e l'amore del prossimo, spingendolo fino al più generoso sacrificio di tutto ciò che ad esso si oppone.
Il cibo materiale, infine, diletta. Iddio sapientissimo, ha voluto porre nei cibi un diletto per spingere gli uomini a servirsene, e servendosene a mantenersi in forze. Altrettanto avviene nella nostra vita spirituale. La SS. Eucaristia, questo pane soprannaturale, produce nelle anime che lo ricevono con viva fede un diletto veramente ineffabile, un diletto che contiene in sé ogni altro diletto: « omne delectamentum in se habentem ». Ad essa si possono applicare davvero le parole dantesche: « A tutti altri sapor questo è di sopra » (Purg., 28, 133).
Nella SS. Eucaristia, infatti, la dolcezza - come osserva S. Tommaso - si gusta nella stessa sua fonte e non già nei rigagnoli, trovandosi in essa realmente presente il Dio di ogni dolcezza. Nel riflettere che abbiamo dentro di noi Iddio stesso, bellezza e bontà infinita, il Re della terra e del Cielo, Colui dinanzi al quale ben presto dovremo tutti comparire per essere giudicati, Colui che mentre era qui sulla terra si mostrò sempre cosi benigno, così misericordioso; è impossibile non sentirci spinti ad esclamare col Salmista: « O quam suavis est, Domine, spiritus tuus! » : Oh, Signore, quanto sei dolce, quanto sei soave!... « Questo terror divino - cantava il Manzoni - questo segreto ardor - è che mi sei vicino, - è l'aura tua Signor! - Sospir dell'alma mia, - Sposo Signor, che fia - nel tuo superno amplesso - quando di te Tu stesso - mi parlerai nel cuor? ».
Apprezziamolo, dunque, questo pane divino disceso dal cielo, smisuratamente più del pane materiale!
Accostiamoci sempre ad esso con le migliori disposizioni possibili. ossia con viva fede, con ardente amore. Troveremo in esso una ricca sorgente di grazie ed un pegno sicuro di gloria.
P. Gabriele M. Roschini, Predicate il Vangelo, LICE Torino, 1943, pp. 57 -59)
Gesù moltiplica i pani e pesci