XX Settimana - Venerdi (S. Ludovico IX, re di Francia - 25 agosto)
Natività del Signore
Ricorrenza ogni 25 del mese, commemoriamo il lieto evento della Nascita del Gesù, contemplandolo come Bambino e giorno nel Egli quale riversa le sue grazie, proprie del santo mistero.
Prima Lettura: Rut
Il primo brano della Sacre Letture ci richiama a Betlemme, il luogo di nascita del Salvatore e del re Davide, e ad una sua antenata, Rut, proveniente della stirpe dei Moabiti, la quale rimane vedova e decide di seguire la sua suocera Noemi, anch’Ella vedova, seguendo il vero Dio. Per questa fedeltà ha il dono di essere inserita nel popolo eletto di Dio, e dalla sua discendenza nascerà a Betlemme il re Davide e successivamente Gesù, appunto.
Esempio di fedeltà e figura della Madonna
Rut è figura della Madonna nella fedeltà a Dio e un richiamo per noi a seguire fedelmente il Signore, nella via della perfezione e della santità, seguendo così “l’Agnello ovunque vada” (cfr. Apocalisse)
Vangelo: Amore a Dio e al prossimo
La fedeltà a Dio si manifesta nel compiere la sua volontà, i suoi comandamenti, che come abbiamo sentito nel Vangelo, si compendiano nell’Amore a Dio e ai fratelli. Amare di Dio con tutto il proprio essere e il prossimo come se stessi. Amore a Dio e al prossimo che si concretizza per noi religiosi nell’osservanza perfetta di ciò che abbiamo professato, la Regola, le Costituzioni.
Esempi: S. Teresa del Bambino Gesù
Abbiamo il grande esempio di Santa Teresa del Bambin Gesù, che scopri ancor più la sua vocazione di voler essere l’Amore all’interno della Chiesa, che ama Dio e dà la forza ai membri della Chiesa, specialmente agli apostoli, ai missionari, di lavorare per il regno di Dio. “Voglio essere nella Chiesa l’Amore!”, esclamava, l’Amore che ha come centro il Cuore, organo importante e vitale del Corpo naturale e, spiritualmente, del Corpo mistico della Chiesa. Primato della vita di preghiera, della contemplazione: è un richiamo contro la tentazione dell’attivismo.
S. Ludovico IX, re di Francia - raccomandazione al figlio erede
Altro esempio è quello di S. Ludovico IX, re di Francia nel XIII secolo, morto il 25 agosto 1270, per difendere i cristiani e liberare i luoghi della Terra Santa. Ebbene questo santo re, poco prima di morire, chiamò con un fil di voce e un gesto appena avvertibile il figlio ereditario Filippo e gli consegnò un memorabile testamento, in cui era scritto tra l'altro: «Ti raccomando come prima cosa, mio carissimo figlio, d'amare Dio con tutto il cuore e con tutto te stesso, perché senza questo non vi è salvezza. Figlio, ti devi guardare da ogni cosa che possa dispiacere a Dio, cioè da ogni peccato mortale; tu devi essere disposto a soffrire il martirio piuttosto che commettere un peccato mortale. Inoltre, se piace al Signore di mandarti qualche tribolazione, devi accettarla ringraziandolo, riconoscendo che te la manda per tuo bene e che l'hai meritata con i tuoi peccati. Se ti manda la prosperità, devi ringraziarlo umilmente, guardandoti bene di non abusarne abbandonandoti alla vanagloria, o a qualche altro vizio, perché è un gran peccato servirsi dei doni di Dio per offenderlo. Sii riconoscente a Dio di tutti i suoi doni, per meritare di riceverne di più grandi».
Il santo zelo di non offendere Dio con il peccato e di amarlo sopra ogni cosa deve caratterizzare ogni cristiano autentico. Nel corso della vita terrena si ha sempre la possibilità di lasciare il peccato, sradicare i vizi e praticare le virtù, purché si corrisponda generosamente alla grazia di Dio che vuole tutti salvi e santi.
P. Bernardino M. Abate 25/8/2023