1a Omelia
La Chiesa, dopo aver celebrato la festa di tutti i Santi, oggi c'invita a pregare e ad offrire suffragi per i fedeli defunti che non godono ancora la visione di Dio, “affinché qualunque eventuale residuo di umana debolezza, che possa ancora ritardare il loro felice incontro con Dio, sia cancellato definitivamente” (Giovanni Paolo II, Omelia, Madrid, 2 Novembre 1982).
Secondo la dottrina della Chiesa, avvalorata dagli insegnamenti dell’apostolo san Paolo, noi, pellegrini su questa terra d’esilio, formiamo con le anime gloriose dei Santi del Paradiso e i fedeli defunti del Purgatorio, un solo grande corpo, il Corpo Mistico di Cristo che è la Chiesa. Tra noi e loro esiste un vincolo indistruttibile, una piena comunione di beni spirituali. Questa consolante verità c’insegna che le anime beate del cielo intercedono per noi, e noi possiamo innalzare preghiere al Signore per le anime sofferenti del Purgatorio, perché Dio le introduca presto nel suo regno. Solo i nostri suffragi possono abbreviare le loro sofferenze e affrettare il loro ingresso in Paradiso.
Le anime del Purgatorio ricambiano con generosità i suffragi che noi offriamo per loro, ottenendo dal Signore per noi grazie e favori d'ogni genere. Ricordiamoci, però, che i defunti non hanno bisogno delle nostre lacrime, e tanto meno di splendidi marmi o di fiori per le loro tombe, ma hanno bisogno dei nostri suffragi: Messe, Comunioni, Rosari, penitenze, sacrifici. Offriamoli spesso, soprattutto per coloro verso i quali abbiamo doveri di riconoscenza e di giustizia per quanto hanno fatto per noi sulla terra.
La Chiesa insegna che il Purgatorio è il luogo dove l’anima si purifica, espiando nel dolore, ogni residuo di peccato. Niente d'imperfetto può entrare in cielo. Dio è così puro che anche la più piccola traccia d'imperfezione ha bisogno di essere purificata, prima che l’anima entri nella beatitudine eterna di Dio. Un sacerdote, religioso cappuccino, chiese un giorno a Padre Pio da Pietrelcina di celebrare una Messa di suffragio per il suo papà. Dopo la celebrazione, Padre Pio disse al confratello: “Oggi tuo padre è andato in Paradiso!”. “Oggi?” – esclamò il Frate con gran meraviglia: “Ma, mio padre è morto trent'anni fa!”. Padre Pio replicò: “Figlio mio, tutto si paga davanti a Dio!”.
Con queste eloquenti parole, san Pio vuole ricordarci che la morte è il momento della verità. Difatti, subito dopo, Gesù ci giudicherà; e sarà un giudizio tremendo, un vero rendiconto di tutta la nostra vita. Allora appariremo quel che siamo stati, con tutte le nostre colpe, anche le più nascoste. “Tutto si paga davanti a Dio!”. Teniamole presente queste parole di Padre Pio, per non correre il rischio di trovarci, al termine della nostra vita, di essere condannati da Dio nel fuoco eterno dell’inferno o a soffrire a lungo nel Purgatorio. Vigiliamo, perciò, stiamo attenti, purifichiamo la nostra anima dai peccati e dai difetti con la penitenza, la mortificazione, la preghiera, per essere trovati degni, al momento del giudizio, di entrare subito nella gioia piena e infinita di Dio.
L’odierna commemorazione dei fedeli defunti c’invita a riflettere spesso sul mistero della morte, perché è il momento più decisivo e solenne della vita e che, perciò, esige una profonda preparazione per essere affrontata con dignità e serenità. L’uomo del nostro tempo rifugge dal pensiero della morte, perché questa umilia e contrasta le sue ambizioni di voler essere il centro dell’universo. Per questo motivo cerca di liberarsi da essa, non pensandoci, non parlandone o considerandola, in ogni caso, come qualcosa di cui non vale la pena preoccuparsi.
Il cristiano, invece, trova la risposta al mistero della morte nella profondità della fede. Noi crediamo fermamente che la morte non è il termine d'ogni realtà della nostra vita, ma è la porta che permette all’anima, creata immortale e ad immagine di Dio, di entrare nella vita eterna. Crediamo che Gesù, con la sua risurrezione, ha vinto la morte e che, come Lui è risorto, anche noi risorgeremo.
Nella grandiosa visione dell’Apocalisse, san Giovanni descrive la gioia eterna dei beati. In Paradiso, nella “nuova Gerusalemme”, Dio “tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate” (21,3-4). Ricordando la patria beata del cielo, nutriamo sempre il gran desiderio di entrarvi senza passare per il Purgatorio. La Vergine Maria ci dia il coraggio di fare della nostra vita un tempo di purificazione e di penitenza. Le anime sofferenti del Purgatorio ci aiutino, attraverso i nostri suffragi, ad ottenere tale grazia.
----------------------------
2a Omelia
Aiutiamo i nostri cari fedeli defunti.
Raggiungiamo il Paradiso
La Chiesa, dopo aver celebrato la festa di tutti i Santi, oggi c'invita a pregare e ad offrire suffragi per i fedeli defunti che non godono ancora la visione di Dio, che stanno in Purgatorio purificandosi, “affinché qualunque eventuale residuo di umana debolezza, che possa ancora ritardare il loro felice incontro con Dio, sia cancellato definitivamente” (Papa Giovanni Paolo II)
La Chiesa insegna che il Purgatorio è il luogo dove l’anima si purifica, espiando nel dolore, ogni residuo di peccato. Niente d'imperfetto può entrare in cielo. Dio è così puro che anche la più piccola traccia d'imperfezione ha bisogno di essere purificata, prima che l’anima entri nella beatitudine eterna di Dio. Dicono i teologi e i mistici che le sofferenze di tutto il mondo rispetto ad un attimo di pene nel purgatorio sono un nulla. Pene acerbissime.
Le anime defunte, siccome non possono meritare, aspettano di essere aiutate da noi con le nostre preghiere, i nostri suffragi per entrare in Paradiso. Solo i nostri suffragi possono abbreviare le loro sofferenze e affrettare il loro ingresso in Paradiso. Infatti, noi, pellegrini su questa terra d’esilio, formiamo con le anime gloriose dei Santi del Paradiso e i fedeli defunti del Purgatorio, un solo grande corpo, il Corpo Mistico di Cristo che è la Chiesa. Tra noi e loro esiste un vincolo indistruttibile, una piena comunione di beni spirituali. Le anime beate del cielo intercedono per noi, e noi possiamo innalzare preghiere al Signore per le anime sofferenti del Purgatorio, perché Dio le introduca presto nel suo regno. Offriamoli spesso, soprattutto per coloro verso i quali abbiamo doveri di riconoscenza e di giustizia per quanto hanno fatto per noi sulla terra.
Neanche possiamo dire di pregare o aver pregato abbastanza o che le anime dei nostri cari già sono in Cielo. Un’anima può rimanere in Purgatorio anche per molti anni, secoli o addirittura fino alla fine del mondo. “Un sacerdote, religioso cappuccino, chiese un giorno a Padre Pio da Pietrelcina di celebrare una Messa di suffragio per il suo papà. Dopo la celebrazione, Padre Pio disse al confratello: “Oggi tuo padre è andato in Paradiso!”. “Oggi?” – esclamò il Frate con gran meraviglia: “Ma, mio padre è morto trent'anni fa!”. Padre Pio replicò: “Figlio mio, tutto si paga davanti a Dio!”. Fino alla fine del mondo: rivelazione della Madonna a Fatima di un’anima, amica la veggente Lucia; una giovane morta dopo una violenza carnale alla quale lei non si era opposta.
Ricordiamoci, quindi, che i defunti non hanno bisogno delle nostre lacrime, e tanto meno di splendidi marmi o di fiori per le loro tombe, ma hanno bisogno dei nostri suffragi: Messe, Comunioni, Rosari, penitenze, sacrifici, indulgenze. Le anime del Purgatorio ricambiano con generosità i suffragi che noi offriamo per loro, ottenendo dal Signore per noi grazie e favori d'ogni genere.
S. Messe valore infinito, il sangue di Cristo che purifica le nostre anime e le anime dei defunti. E’ il più grande suffragio che sorpassa ogni preghiera, ogni penitenza, ogni opera buona (tutte le opere buone sono opere degli uomini, mentre la Messa è opera di Dio). Né può essere diversamente perché come insegna S. Tommaso, una sola goccia del Sangue di Gesù, per il suo valore infinito, può salvare tutto l’universo da ogni delitto. Meglio partecipare da vivo che da morto! Ogni Messa partecipata meno purgatorio.
Il Rosario. E’ antico nella Chiesa l’insegnamento sull’efficacia del Rosario nell’alleviare le anime purganti dalle sofferenze e liberarle, infine, dal Purgatorio. S. Teresa d’Avila ammaestrava e raccomandava alle sue monache di recitare il Rosario, perché ogni Ave Maria è un sollievo, un ristoro. Ella ha lasciato scritto che una volta, iniziando a recitare il Santo Rosario, fu rapita in estasi e vide il Purgatorio, che aveva la forma di un grande recinto, in cui le anime penavano tra le fiamme purificatrici. Alla prima Ave Maria che ella recitò, vide subito un getto d'acqua freschissima cadere sulle anime a refrigerarle; così alla seconda Ave Maria, così alla terza, alla quarta... Capì allora la Santa di quanto sollievo la recita del Santo Rosario fosse alle anime purganti, e non avrebbe voluto interromperlo mai. Per questo sant'Alfonso de' Liguori raccomandava ripetutamente: «Se vogliamo aiutare le anime del Purgatorio, recitiamo per loro il Rosario che arreca grande sollievo».
P. Pio considerava il Rosario come un gioiello da tesoreggiare particolarmente per liberare le anime del Purgatorio. Per questo una volta donando una corona del Rosario ad un’anima disse: “Ti affido un tesoro: sappi tesoreggiare. Vuotiamo il Purgatorio”. Ad una donna rivelò che doveva recitare 200 corone del Rosario per liberare l’anima del fratello dal Purgatorio. E Negli Atti del Processo di beatificazione di san Giovanni Massias, domenicano, leggiamo che la Madonna gli apparve sul letto di morte e gli rivelò che per l'incessante recita del Santo Rosario egli aveva liberato dal Purgatorio un milione e quattrocentomila anime.
Che bella carità potremmo fare tutti alle anime purganti, recitando per loro molti Rosari!
Applicare le Indulgenze, mediante opere, preghiere, che la Chiesa attingendo dai meriti di Cristo e della Madonna applica per i vivi e i morti per ridurre o togliere totalmente la pena del Purgatorio. Questo ogni giorno (es. dopo la S. Comunione, dopo il S. Rosario, dopo la lettura della Sacra Scrittura, ecc).
L’odierna commemorazione dei fedeli defunti oltre al dovere di pregare per i nostri defunti, c’invita a riflettere spesso sul mistero della morte, perché è il momento più decisivo e solenne della vita e che, perciò, esige una profonda preparazione per essere affrontata con dignità e serenità. Vivere santamente il tempo presente. Tante volte rifuggiamo dal pensiero della morte, perché questa ci umilia e contrasta le nostre ambizioni. Invece dobbiamo pensare alla morte, anzi vivere come se fosse l’ultimo giorno, per prepararci meglio ad accoglierla e considerarla secondo la fede, cioè come la porta che permette all’anima, creata immortale e ad immagine di Dio, di entrare nella vita eterna, se si muore in grazia di Dio. Al contrario vivendo malamente, senza osservare i comandamenti, e morendo col peccato mortale si va all’inferno. La morte è il momento della verità.
Difatti, subito dopo, Dio ci giudicherà; e sarà un giudizio tremendo, un vero rendiconto di tutta la nostra vita. Allora appariremo quel che siamo stati, con tutte le nostre colpe, anche le più nascoste. “Tutto si paga davanti a Dio!”. Teniamole presente queste parole di Padre Pio, per non correre il rischio di trovarci, al termine della nostra vita, di essere condannati da Dio nel fuoco eterno dell’inferno o a soffrire a lungo nel Purgatorio. Vigiliamo, perciò, stiamo attenti, purifichiamo la nostra anima dai peccati e dai difetti con la penitenza, la mortificazione, la preghiera, per essere trovati degni, al momento del giudizio, di entrare subito nella gioia piena e infinita di Dio.
Inoltre dobbiamo pensare anche alla resurrezione, credere che Gesù è morto e risorto, con la sua risurrezione, ha vinto la morte e che, come Lui è risorto, anche noi risorgeremo. I buoni per la risurrezione alla vita e cattivi per la resurrezione di condanna.
Ricordando, quindi, oggi i nostri fratelli defunti con i nostri suffragi e impegnandoci a pregare sempre per loro ricordiamo anche la patria beata del cielo, il Paradiso senza passare per il Purgatorio. La Vergine Maria ci dia il coraggio di fare della nostra vita un tempo di purificazione e di penitenza. Le anime sofferenti del Purgatorio ci aiutino, attraverso i nostri suffragi, ad ottenere tale grazia.