(Lc 18,1-8)
La Liturgia di questa domenica ci riporta sul tema della preghiera, invitandoci a riflettere in particolar modo sull’aspetto della necessità di pregare sempre, senza stancarci mai. I documenti della Chiesa, la vita dei Santi e l’esperienza quotidiana ci insegnano che la preghiera è l’elemento più essenziale della vita del cristiano. Abbiamo un bisogno assoluto e continuo di Dio, sia nel campo fisico che spirituale, ossia di essere costantemente sostenuto dalla sua grazia. E il modo per ottenere il suo aiuto è soltanto attraverso la preghiera. Se guardiamo a noi ci incontriamo con la miseria, fisica e morale; siamo deboli e fragili fisicamente; la nostra vita fisica è sospesa a un filo, basta un niente per stroncarla. Quante morti improvvise! quante malattie, infermità, miserie corporali! Basta entrare in un ospedale per esserne convinti. E se anche la nostra vita fisica è sana e florida ha bisogno di essere curata, alimentata, difesa: abbiamo bisogno del vitto, del vestito, dell'abitazione, del riposo, della distensione. Siamo dunque deboli e fragili fisicamente e perciò abbiamo bisogno di Dio, che è la forza, la vita infinita, che ci ha dato questa vita e ce la conserva. Egli ci invita a rivolgerci a lui per chiedergli il pane quotidiano e ci viene incontro con la sua munificenza e generosità, come Padre che ha cura dei suoi figli, come medico che ha cura dei suoi ammalati.
Ma noi siamo deboli soprattutto moralmente: dobbiamo resistere al male, alle passioni disordinate, che sono in noi; dobbiamo respingere gli stimoli cattivi che ci possono giungere dall'esterno e da soli siamo deboli. « Senza di me non potete fare nulla » (Gv 15, 5), ci dice Gesù. Dobbiamo purificarci dal male, che abbiamo commesso, e solo Dio ci può dare il perdono: senza la sua grazia e misericordia non possiamo purificarci dal male, evitare il male. Abbiamo doveri di responsabilità di fronte a Dio, alla famiglia, alla società. Ma anche il dovere, il compimento del bene non ci è possibile senza l'aiuto onnipotente di Dio. «Tutto posso in Colui che mi dà la forza» (Fil 4, 13).
E’ la chiave che ci ottiene ogni bene, ogni grazia da Dio. Da essa dipende la nostra crescita spirituale. Senza l’aiuto della preghiera, non possiamo compiere un solo passo nel campo soprannaturale, né possiamo raggiungere le mete della salvezza e della santificazione. Da questo si comprende la necessità della preghiera e della preghiera costante.
Esempi e richiami biblici
La prima lettura ci ricorda la necessità della preghiera presentandoci l’episodio della vittoria degli Israeliti sugli Amaleciti. In quella occasione non fu tanto il valore del grande condottiero Giosuè la causa della vittoria sui nemici, quanto l’efficace intervento della preghiera perseverante di Mosè. “Quando Mosè alzava le mani, - racconta il testo - Israele era il più forte, ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek” (Es 17,11). Solo quando, aiutato da Aronne e da Cur, Mosè riuscì a tenere le mani sempre alzate fino a sera, “Giosuè sconfisse Amalek e il suo popolo” (ivi, 13). E’ un esempio luminoso della forza straordinaria della preghiera. Alla luce di questo episodio, è facile cogliere il ruolo primario che essa deve avere nei rapporti con l’attività dell’uomo. La preghiera incessante di Mosè non solo ha sostenuto Giosuè nella battaglia, ma è stata determinante per la vittoria. E’ questo un grande insegnamento per tanti cristiani del nostro tempo. Oggi si assiste con rammarico al predominio della vita attiva, dell’apostolato frenetico sulla orazione. Il grave rischio di questo fenomeno per il cristiano è che, il più delle volte, l’apostolato si trasforma in attivismo, e la preghiera viene ad occupare l’ultimo posto o, peggio, viene ritenuta inutile e una perdita di tempo.
Il tema della preghiera incessante viene ribadito anche dal Vangelo di oggi. Con una parabola di grande efficacia, Gesù ci inculca “il dovere di pregare sempre, senza mai stancarsi” (Lc 18,1). Il modello di questa preghiera viene impersonificato da una povera vedova che, vittima di soprusi, si reca da un giudice per ottenere giustizia; ma il giudice è un uomo “che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno” (ivi, 2). Eppure la debole e povera vedova non si scoraggia. Ogni giorno va a bussare alla porta dell’uomo, fino a quando questi, stanco dell’insistenza della donna, si arrende e le concede quanto aveva chiesto. L’insegnamento del Vangelo è molto chiaro. Gesù ha scelto l’immagine del giudice iniquo perché, nell’abissale contrasto, risaltasse con maggiore evidenza la paterna figura di Dio e la sua infinita bontà: se un giudice, così duro e iniquo, è capace di accogliere la supplica insistente di una povera vedova, quanto più Dio, che è Padre ed è infinitamente buono, ascolterà le nostre preghiere.
La preghiera è la nostra forza
Nella preghiera troviamo la forza interiore per combattere le passioni, per purificare il nostro cuore, per lottare continuamente contro le tentazioni, per alimentare la fede, per crescere nelle virtù e nel desiderio costante della santità. L’assoluta necessità in cui continuamente ci troviamo, deve spronarci a seguire l’esempio della vedova: a pregare con insistenza e perseveranza, e al contrario della vedova, noi abbiamo la grazia di trovarci non dinanzi a un giudice iniquo, ma a un Padre amoroso sempre pronto ad ascoltarci. E questo deve aprire il nostro cuore a pregare con una fiducia illimitata.
Perciò dobbiamo pregare, ricorrere a Dio, sempre, in ogni necessità, sia singolarmente e spontaneamente come il figlio che ricorre al padre. sia con la preghiera comunitaria, che facciamo insieme nella S. Messa, che ha un grande valore della S. Messa.
La S. Messa, ha un valore infinito (Gesù che si immola sull’altare attraverso il ministero del sacerdote); l’Eucarestia è la somma ricchezza della Chiesa, è la presenza reale di Gesù, che si fa nostro cibo e nutrimento; adoriamolo (Gesù) nei tabernacoli: Gesù ci aspetta, ci ascolta, ci aiuta!
E Dio è contento che ci rivolgiamo a lui; anche se conosce già le nostre necessità, è contento che gliele manifestiamo, che parliamo con lui, che riconosciamo di aver bisogno di lui, e ci garantisce il suo aiuto. Ce lo assicura Gesù nella lettura evangelica: « Dio non farà giustizia ai suoi eletti, che gridano a lui giorno e notte e sarà forse tardo con loro? ». Se anche un giudice iniquo ascolta chi lo importuna e viene incontro al bisogno di giustizia di una vedova, quanto più Dio, giudice giusto e santo, farà giustizia, si prenderà cura dei diritti e degli interessi dei suoi figli.
Il S. Rosario
Una preghiera molto efficace e raccomandata dalla Chiesa, dalla Madonna e dai Santi, e che corrisponde alle qualità dette prima, cioè della preghiera confidente e perseverante, è la preghiera del S. Rosario. Le continue preghiere del Padre nostre, dell’Ave Maria, intercalate nei misteri della vita di Gesù e Maria, ci portano a rispondere all’invito di Gesù a pregare sempre senza stancarci. Attraverso questa preghiera ci uniamo al Signore e alla Madonna e avremo tante grazie nel campo materiale e soprattutto spirituale (salvezza della propria anima e salvezza delle anime). Si risolveranno tanti problemi (nessun problema non sarà risolto unito al sacrificio – Sr. Lucia di Fatima) e i problemi della pace e della famiglia avranno una vera risoluzione (preghiera per la pace e per l’unità). Preghiera anche eucaristica, come affermava Papa Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica sull’Eucarestia, in quanto possiamo contemplare il Volto di Cristo con il cuore, l’anima di Maria (cfr. 5° mistero luminoso e la ricchezza di pregare davanti al tabernacolo e Gesù Eucaristico esposto).
In Padre Pio da Pietrelcina troviamo un esempio luminoso di preghiera filiale e incessante. E’ stato definito l’uomo fatto preghiera, colui, cioè, che propiziava continuamente per la salvezza dei fratelli. Quante grazie ha ottenuto dalla Madonna con la recita continua di Rosari! Pregava senza stancarsi mai! Un centinaio di corone al giorno, stava sempre con la corona a pregare e come un altro Mose ha attirato le grazie e le benedizioni sull’umanità intera.
Vogliamo accogliere l’invito di Gesù e della Madonna di pregare sempre senza stancarci, e di imitare così l’esempio dei santi, per santificarci e per santificare
Audio Omelia
La vedova e il giudice iniquo