(Gv 21, 1-19)
Le letture di questa domenica sono una continuazione naturale dell’annuncio pasquale che abbiamo ascoltato domenica scorsa, quando Gesù apparendo nel Cenacolo di Gerusalemme, conferì ai suoi discepoli la missione divina: “ Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. La Chiesa, ogni cristiano, deve continuare l’opera di Cristo: amare Dio e servire, salvare i fratelli di tutto il mondo e di tutti i secoli. E l’odierno bel passo evangelico, ricco di simbolismi, ci richiama a questa missione.
L'evangelista Giovanni, in modo singolare, precisa la modalità della manifestazione di Gesù: l'apparizione del Risorto è preparata dall'attività di pesca che svolgono Pietro e i discepoli. Di notte, essi tornano al loro antico lavoro: vanno in mare per pescare. Essi sono sette, numero che sta a significare la totalità della Chiesa, come sequela del Cristo e quale totalità della Chiesa che è mandata a «pescare» nel mare del mondo, cioè a portare frutto, e frutto abbondante, per la conversione degli uomini, nella fede e nella carità. Pietro prende l'iniziativa della pesca. E sarà Pietro a tirare la rete a terra (la «rete» raffigura la missione apostolica diretta da Pietro); così pure sarà ancora lui che, per primo, si getterà in mare verso Gesù. A Pietro Gesù affida la guida della barca, cioè della Chiesa: «Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle». Quest'espressione significa la totalità del popolo di Dio, che dev'essere guidato nel mondo in nome di Cristo. La barca della pesca è una sola, simbolo dell'unica Chiesa. Ma gli apostoli, pur esperti nell'arte della pesca e conoscitori del loro mare, «in quella notte non presero nulla» (v. 3c). Giovanni, evangelista acuto e molto attento al significato di ciò che scrive, ci dà quest'indicazione temporale, che è di fondamentale importanza: «in quella notte» sta a indicare che Gesù non è presente agli apostoli; per questo la pesca sarà infruttuosa. Senza la presenza di Gesù il lavoro è fatica sprecata. Ora, se non c'è frutto del proprio lavoro, non c'è nemmeno consolazione. Perciò, alla domanda di Gesù dalla riva, gli apostoli diranno di non avere nulla da mangiare, rispondendo con un «No» secco.
Ma con l'espressione «in quella notte» l'evangelista fa un riferimento esplicito a quell'altra notte (cfr Gv 18, 25-27), nella quale Pietro, messo davanti alla prova di dichiararsi amico solidale col Cristo che stava per essere condannato alla croce, aveva tradito il proprio Maestro. Ed ecco, pian piano, assistiamo al cammino inverso di Pietro: dal rinnegamento di Gesù alla fede e amore pieno in Lui, verso la totale riabilitazione da parte di Gesù. Ora, soltanto quando gli apostoli ascoltano il comando del Signore: «Gettate la rete dalla parte destra della barca» (v. 6), essi conseguono frutto al loro lavoro. Di fatto, eseguendo il comando di Gesù e attenendosi fiduciosamente alla sua indicazione, fanno una pesca straordinaria: la rete si è riempita, di colpo, di una grande quantità di pesci. San Giovanni, sempre osservatore acuto, nota sia la quantità dei pesci pescati, in numero di 153, sia la loro grossezza. Con ciò si indica che il Cristo, quando interviene con la sua potenza, opera in modo fecondo; inoltre, che soltanto se la Chiesa lavora in sintonia col suo Signore, essa può portare frutto abbondante nella sua missione di evangelizzazione dell'uomo; il numero di 153 significa che la Chiesa raccoglie nel suo seno ogni specie di gente, senza pregiudizi di razza, nazionalità (cattolica = universale) e forma dei popoli, un solo ovile sotto un solo pastore. per il banchetto dell’amore (Eucaristia), rappresentato dalla pasto sulla spiaggia, preparato da Gesù, con la presenza del fuoco, pesce e pane.
Il fuoco di brace è segno dell’amore di Cristo offerto sulla croce per la salvezza degli uomini. Il dono del pane e del pesce, cotti al fuoco, rappresentano la consumazione di Gesù nel “fuoco” della morte in croce. Il pesce e il pane di questa colazione mattutina in riva al lago sono un richiamo esplicito al dono dell’Eucarestia: il pane è stato offerto da Gesù come suo corpo; il pesce è divenuto, sin dall’origine del cristianesimo, simbolo della stessa Eucaristia. Il mangiare richiama al banchetto, alla comunione.
Il senso, quindi, di questa apparizione, e di ogni apparizione del risorto, è un richiamo alla missione. Ogni apparizione di Gesù Risorto è per una missione. Ogni volta che Gesù si manifesta, in modi diversi, affida agli apostoli e alla Chiesa un compito da svolgere. Il Cristo si manifesta e si fa conoscere anche a noi, ogni giorno, nell'Eucaristia, nella vita della Chiesa, nell'ascolto del Vangelo, nella nostra vita quotidiana. Perciò anche noi, come la comunità apostolica, siamo chiamati a far sì che la presenza di Cristo sia una presenza viva, di salvezza.
Anzitutto, siamo chiamati a essere commensali alla stessa Eucaristia, partecipando con fede e devozione ai sacri misteri e, come Gesù, dobbiamo essere datori del pane di vita, cioè praticando la carità verso i fratelli bisognosi. Quindi, anche le nostre case, le nostre comunità e la Chiesa intera devono diventare sempre più «eucaristiche», cioè luogo dell'incontro di Cristo Risorto con l'umanità in cammino verso la salvezza e di testimoni del vangelo di salvezza, anche in mezzo alle contrarietà e alle persecuzioni.
Abbiamo l'esempio degli Apostoli (1 lettura) che testimoniano Gesù a tutti, in mezzo alle contrarietà e alle persecuzioni; infatti, nonostante i divieti del sommo sacerdote e il sinedrio, erano tornati a predicare e " insegnare nel nome di Gesù", predicando ogni giorno con più libertà e fermezza la dottrina della fede. Ed erano molti quelli che si convertivano e si battezzavano. Leggiamo nella prima lettura della Messa: «In quei giorni, le guardie condussero gli apostoli e li presentarono nel sinedrio; il sommo sacerdote cominciò a interrogarli dicendo: "Vi avevamo espressamente ordinato di non insegnare più nel nome di costui, ed ecco voi avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina" [...]. Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: "Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini"». E continuarono ad annunciare la Buona novella.
La resistenza degli apostoli a obbedire ai comandi del Sinedrio non era da attribuire ad orgoglio o a un atteggiamento di rifiuto dei loro doveri sociali verso l'autorità legittima. Non obbedivano perché si voleva imporre loro un comando ingiusto, contrario alla volontà di Dio e, pertanto, ricordarono ai giudici con prontezza e semplicità, che prima di tutto viene l'obbedienza a Dio. Gli apostoli manifestarono con questa condotta la fermezza della loro fede, il segno profondo che gli insegnamenti del Signore avevano lasciato nel loro cuore fortificato dallo Spirito Santo, e, infine, quanto contava per loro la gloria di Dio.
Anche oggi, quando in molti ambienti si respira un'aria di indifferenza o si assiste ad attacchi diretti, più o meno velati, contro i valori umani e cristiani; addirittura lo Stato vara delle leggi contrarie alla legge di Dio, ciò che Dio condanna. (Lo Stato non è giuridicamente onnipotente; non è la fonte del bene e del male). E’ il caso dell’aborto, permesso dallo Stato ma che Dio e ogni coscienza retta condanna perché è vero omicidio di una persona innocente e indifesa; del divorzio che divide l’amore dei coniugi, uniti da Dio.
I cristiani perciò devono partecipare alla lotta per una difesa concreta dei diritti fondamentali della persona, quali il diritto alla vita dal momento del concepimento, la salvaguardia del matrimonio e della famiglia, il diritto all'educazione e al lavoro, la libertà di insegnamento ecc.
«E obbligo dei cattolici presenti nelle istituzioni politiche esercitare un'azione critica all'interno delle istituzioni stesse, affinché i programmi e le realizzazioni rispondano sempre più alle aspirazioni e ai criteri della morale cristiana. In certi casi, di fronte a decisioni direttamente contrarie ai precetti della morale cristiana, può rendersi obbligatoria l'obiezione di coscienza».
Bisogna obbedire a Dio, più che agli uomini. Restare passivi di fronte a realtà così importanti sarebbe una deplorevole debolezza e un’omissione talora grave, verso il dovere di contribuire al bene comune.
Chiediamo alla Madonna di aiutarci ad accogliere sempre il Signore risorto e a testimoniarlo con fede ed amore al mondo intero.
Audio Omelia
Gesù Risorto e la pesca miracolosa