DOMENICA VENTUNESIMA DOPO PENTECOSTE
Il debitore spietato.
(Mt. 18, 23-35)
La legge fondamentale
La legge fondamentale del Vangelo è la legge dell'amore. « Amate! » Ecco la sintesi della legge cristiana. Noi dobbiamo amare tutti: Iddio, innanzitutto, e poi il prossimo, anche coloro che ci hanno fatto del male, ossia i nostri nemici, perdonando loro generosamente le offese che ci hanno arrecate. Quante volte noi dobbiamo perdonare i nostri nemici? Fino a sette volte ?... E questa la domanda rivolta un giorno da S. Pietro a Gesù. E Gesù ripose: « Dovete perdonare non già fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette », vale a dire, un numero indefinito di volte, sempre!
Per spiegare poi come non sia davvero troppo quello che Egli esige da noi, propone la scultorea parabola del debitore spietato. Il significato di questa parabola è trasparente: il Re è Dio, il servo debitore è l’uomo. Ma, quanto è diversa la condotta di Dio da quella dell'uomo allorché si tratta di perdonare!… La parabola mette mirabilmente in rilievo l'estrema generosità di Dio e l'estrema grettezza dell'uomo.
La generosità di Dio e la grettezza dell’uomo.
Iddio, il Re dei cieli, perdona all'uomo che l'offende; e l'uomo si rifiuta di perdonare ad un altro uomo. Eppure è infinita la distanza che separa Dio dall'uomo, il Creatore dalla creatura, mentre è appena percettibile là distanza che separa un uomo dall'altro uomo. Inoltre, non vi nessuna proporzione fra il debito che l'uomo contrae con Dio allorché l'offende (poiché offende una persona infinita) e il debito che l'uomo contrae con un altro uomo (poiché offende una persona finita), come non vi è nessuna proporzione tra diecimila talenti e cento denari, ossia fra 60 milioni ed 80 lire. Ciò che noi perdoniamo al prossimo, dunque; è ben poco in confronto a ciò che Iddio perdona a noi. Che generosità, quale bontà da parte di Dio!… Che grettezza, quale spietatezza da parte dell'uomo!...
So bene che non di rado si tenta giustificare il negato perdono con tante ragioni. Ma sono ragioni vane, atte a mettere sempre più in rilievo la generosità di Dio e la grettezza dell'uomo. Si dice: « Non gli ho fatto nulla di male, ed egli invece me ne ha fatto tanto! ». E Gesù che cosa aveva fatto di male a coloro che lo crocifissero, e a noi che tante volte l'abbiamo offeso?... Si dice: « Gli ho fatto tanto del bene ed egli mi ha ricompensato col farmi del male!». E Iddio, che noi abbiamo tanto offeso, quanto bene ci ha fatto?... Si dice: « Non è quella la prima volta che mi offende : l'ha fatto di già tante altre volte !... ». E noi, quante volte abbiamo offeso Iddio e ne abbiamo ricevuto il perdono?.. Si dice: « Non merita perdono !.. ». E noi meritiamo forse il perdono delle nostre colpe da Dio?…
Conseguenza spaventosa
Se tutte queste considerazioni non ci muovono a perdonare di cuore coloro che ci hanno offesi, ci muova almeno la spaventosa conseguenza che deriva dal negato perdono.
Il re, infatti, chiamò quel servo spietato che aveva negato il perdono al suo collega e gli disse: « Servo iniquo, io ti ho condonato tutto quel debito, perché mi ti sei raccomandato: non devi dunque anche tu avere pietà del tuo collega come io ho avuto pietà di te?.. ». E il padrone sdegnato lo diede in mano agli esecutori della giustizia fino a che non avesse pagato tutto intero il debito. Nella stessa guisa - concluse Gesù - farà con voi il mio Padre celeste, se di cuore non perdonerete ciascuno al vostro fratello.
Conclusione e conseguenza tremenda !…Se noi non perdoniamo agli altri, neppure Dio perdonerà noi. Se noi ci mostreremo: spietati, senza misericordia con gli altri, anche Dio si mostrerà senza misericordia con noi.
Siamo dunque meno gretti e un po' più generosi, perdonando di cuore e non soltanto - come a volte avviene - col solo labbro, le offese che abbiamo ricevute!... Ricordiamoci che la migliore vendetta è il perdono. Solo perdonando generosamente, noi possiamo ripetere, senza condannarci da noi stessi, quelle belle parole del Pater noster: « Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori ». Imitiamo le anime grandi le quali non solo perdonavano generosamente ai loro nemici, ma pregavano anche per loro. Così fece, per esempio, l'immortale Alessandro Manzoni. Egli aveva la consorte malata. Una sera, in un momento di angoscia profonda, si rivolse ai figli e disse: « Recitiamo un'Ave Maria per vostra Madre! ». Quando l'ebbero terminata soggiunse: « Ed ora recitiamone un 'altra per le persone che ci hanno fatto più male: Dio accetterà cosi più volentieri le nostre preghiere! ». E non c'è dubbio che le disse tutte e due con lo stesso cuore (Da una lettera di Massimo d'Azeglio a Cesare Balbo, in data 10 dicembre 1833). Proprio così!.. Il mezzo più efficace per muovere Dio ad usare misericordia con noi consiste nell'usar noi misericordia col prossimo nostro. Mentre il mezzo più sicuro per allontanare da noi la misericordia di Dio consiste nel negare misericordia al nostro prossimo.
Diamo dunque il bando alle orrende parole: odio, vendetta! E scolpiamo profondamente nel nostro cuore le belle parole: amore, perdono. Possa tutta la terra echeggiare quelle soavi parole del Santo dell’amore, San Francesco d' Assisi « Laudato sii, mio Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore !».
(P. Gabriele M. Roschini, Predicate il Vangelo, LICE Torino, 1943, pp. 157-159)