E’ consolante per noi cristiani iniziare il nuovo anno nella fulgida luce della maternità divina di Maria. La Chiesa, non a caso, ce lo fa cominciare nel segno di questa grande solennità, perché vuole che il nostro primo sguardo si posi sulla Madre di Gesù e il nostro primo atto d’amore sia verso Colei che è anche nostra Madre. La Vergine Madre, con la sua divina e materna presenza, è per l’umanità segno e speranza di un mondo migliore. Una grande gioia riempie il nostro cuore al pensiero che Ella ci sarà vicino e ci accompagnerà lungo il cammino di questo nuovo anno. A Lei ci rivolgiamo con fiducia filiale, perché ci aiuti a viverlo santamente.
Oggi la Chiesa celebra la Vergine Maria nel suo titolo più alto, quale Genitrice di Dio, ossia come Colei che ha generato al mondo il Salvatore degli uomini e che continua a portarlo e a generarlo nel cuore di ogni uomo. In questo primo giorno dell’anno, come a Natale, l’Immacolata svolge in modo particolare il suo ruolo di Madre: ci presenta Gesù, perché venga riconosciuto e adorato come Salvatore e Redentore, come unica sorgente di salvezza e di speranza.
Nei vari testi liturgici dell’odierna celebrazione, non mancano espliciti riferimenti al mistero della divina maternità di Maria. La prima lettura riporta il testo un’antica benedizione, molto in uso presso gli ebrei e che i sacerdoti impartivano al termine delle celebrazioni liturgiche: “Ti benedica il Signore e ti protegga! Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace” (Nm 6,24-26). In essa si auguravano al popolo i doni messianici della presenza del Signore e della pace. La Chiesa, all’inizio del nuovo anno, fa propria questa benedizione e ce la imparte attraverso la Madre di Dio. La Vergine Santa, che è “la benedetta … fra le donne” (Lc 1,42), oggi, presentandoci Gesù, “il benedetto frutto del suo grembo” (ivi), ci dona con Lui la pienezza della pace, della salvezza e ogni altro bene.
Anche la seconda lettura della Messa fa riferimento alla divina maternità di Maria. Nel brevissimo ma prezioso accenno: “Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4,4), san Paolo mette in risalto tutta la grandezza di Maria nel suo ruolo di Madre: è attraverso il suo consenso al progetto salvifico di Dio che Gesù si inserisce nella nostra storia e può portare a termine l’opera della nostra salvezza.
Il racconto evangelico ci descrive la visita dei pastori alla grotta della natività. Anche in questa scena domina Maria, nella sua figura di Madre. Insieme a Gesù i pastori la trovano tutta assorta nella contemplazione del Figlio, di cui scruta ogni evento che si svolge attorno a Lui per comprenderne in profondità la missione. E’ la Vergine Madre che porge Gesù ai pastori per farlo adorare, ed è Lei che, nel rito della circoncisione, indica il nome da imporre al Figlio, rivelatole dall’Angelo nell’Annunciazione: “lo chiamerai Gesù” (Lc 1,31), nome che significa “il Signore è salvezza”.
All’inizio del nuovo anno siamo soliti scambiarci gli auguri. In genere ci auguriamo un altro anno di vita, di buona salute, di tranquillità familiare, di migliori affari economici. Ricordiamoci che non basta desiderare una vita ricca di anni o di altro bene terreno. Non basta vivere a lungo; è importante, invece, vivere bene, utilizzando sapientemente i momenti preziosi della nostra vita. Anche una vita breve può essere ricca di santità e di opere buone, così come, al contrario, una vita lunga di anni può essere vuota, piena di cose inutili e senza nessun anelito per le realtà divine ed eterne. Padre Pio da giovane, in uno dei suoi componimenti scolastici, scriveva: “Oh, se tutti arrivassero a comprendere la preziosità del tempo, certamente ognuno si sforzerebbe di spenderlo lodevolmente”. E’ questo l’augurio più bello, il bene più grande che possiamo augurarci: vivere santamente la nostra vita, impegnandoci ad usare veramente bene il tempo che Dio ci dona.
Non sappiamo quali avvenimenti ci attendono in questo nuovo anno. Ma di una cosa siamo certi: se oggi decidiamo di iniziare una vita nuova, ossia di dare più spazio alla preghiera, di osservare più fedelmente i comandamenti di Dio, di non offendere più il Signore con i peccati, è garantito che tutto ciò sarà di grande aiuto non solo per noi, ma per il mondo intero. Le sorti dell’umanità, in un certo senso, dipendono da noi, dal nostro impegno di santità, dal bene che oggi decidiamo di voler compiere nel nuovo anno appena iniziato.