Omelia della V domenica di Pasqua - Anno A
Io sono la via, la verità e la vita
Le pagine del Vangelo di queste ultime domeniche di Pasqua contengono preziosi insegnamenti tratti dal “discorso di addio” tenuto da Gesù durante l’Ultima Cena, e la Chiesa li adotta in riferimento a questo tempo pasquale e in vista della prossima solennità dell’Ascensione al Cielo. Il Vangelo della Messa di oggi ci propone, come primo tema di meditazione, queste accorate parole del Maestro rivolte ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore” (Gv 14,1). Il Salvatore aveva dichiarato che stava per lasciare questo mondo per ritornare al Padre. Dinanzi a questo preannuncio, i discepoli piombano in uno stato tale di turbamento da mettere in dubbio la loro fede nel Maestro. Gesù cerca di infondere coraggio ai suoi amici, raccomandando loro di aprire il loro cuore a una fiducia piena e illimitata nel Padre e in Lui: “Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me” (ivi). Un'autocoscienza di pienezza, di divinità che solo Gesù ha potuto dimostrare e comprovare non solo con i suoi miracoli, ma soprattutto con la risurrezione da morte, come stiamo ancora contemplando con intensità in queste domeniche pasquali.
La sua dipartita non deve renderli tristi: Egli lascia questo mondo per “andare” nella casa del Padre a preparare loro un posto: “Vado a prepararvi un posto” (ivi, 2) e resterà sempre con loro, fino a quando non li porterà con sé a celebrare la Pasqua eterna nei cieli. Pensiamo alla presenza di Gesù in Cielo ma anche qui sulla terra: nella Parola, nei credenti (“dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro”), nella Chiesa, nei suoi Pastori, nei bisognosi e soprattutto nell’Eucarestia, con la sua Presenza Reale (lo stesso Gesù che sta ora in Cielo e presen nell''Ostia Santa!) Gesù conferma così di essere sempre il Buon Pastore! Egli è sempre con noi e ci guida,
Quindi il monito di Gesù «non sia turbato il vostro cuore», vale anche per noi anzi soprattutto per noi, a noi che viviamo in una società profondamente turbata ed inquieta. Le nostre situazioni mondiali, ma anche quelle di casa nostra, di famiglia, di lavoro, di rapporti consueti sembrano sempre più sconvolte e non riducibili alla ragione umana. Eppure il Signore dice che il nostro cuore non deve essere turbato. Tutta via l'argomento che lui porta in favore di tale orientamento (anzi, comandamento), non appartiene alla logica della politica, degli espedienti sociali, dell'impegno puramente umano, ma il fondamento poggia sulla fede: «Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me».
La presenza di Gesù ci dà sicurezza; il Signore è con noi; è, anzi, avanti a noi (la nostra via), è sopra di noi (la nostra verità) è dentro di noi (la nostra vita), la grazia. “Io sono la via, la verità e la vita” (ivi, 6) dice Gesù. Questa formula di rivelazione è una delle vette più alte del mistero di Cristo e della vita trinitaria: Gesù è la via conduce a Dio Padre, “è la verità”, quindi è Dio, termine ultimo di ogni verità, “la vita”, non solo perché la “possiede” e di essa, con il Padre, ne è la sorgente, ma perché è capace di comunicarla agli uomini in tutta la sua pienezza divina (pensiamo alla grazia, alla vita divina che è comunicata agli uomini). Gesù, rivelandosi all’uomo, ci ha fatto conoscere il mistero del Padre, di cui è l’immagine visibile e perfetta. “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Gv 14,9), risponde Gesù a Filippo che gli chiedeva di voler conoscere il Padre. Per questo, Gesù può definirsi anche la “via”, l’unica per giungere a Dio e, quindi, alla verità e alla vita. Non vi sono altre strade. Chiunque vuole accedere al Padre e al suo Regno deve passare attraverso di Lui: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (ivi, 6).
Così Cristo è la nostra via, la strada regale che ci conduce al Cielo, la Vita eterna che è sempre e solo Lui, la Verità che si dispiegherà in tutto il suo splendore davanti ai nostri occhi e che già ora nelle tenebre dell’ora presente ci fa intravedere dove dobbiamo andare, cosa dobbiamo fare o evitare.
Aderire a Gesù, pietra angolare e testimoniarlo come i primi discepoli, gli Apostoli.
Primato dell'annuncio sulla carità materiale (cfr 1a lettura Atti Apostoli, scelta dei diaconi).
Accanto ed insieme a Cristo c’è la presenza materna, delicata e potente di Maria, Madre nostra nell’ordine della Grazia, che con dolcezza e secondo il nostro bisogno ci procura quelle grazie necessarie alla Salvezza ed alla santificazione. Anche in Maria troviamo la via, la verità e la vita, perché Lei è tutta unita a Gesù, in uno stretto ed indissolubile: dov’è c’e Gesù c’è Maria e dove c’è Maria c’è Gesù.
Sia in Gesù che in Maria troviamo quindi la “via, verità e la vita”.
Maria Porta del Cielo, la via che ci conduce al Cielo.
In Maria non c’è errore.
In Maria c’è la grazia, la salvezza.
Esempio dei Santi, ma sperimentiamo anche nella nostra vita.
Esempio
Maria e i protestanti