(S. LUCA, XV, 1-10).
Due parabole sintesi di storia.
Dinanzi alle due parabole che abbiamo ora letto, io son certo che ciascuno di noi si è sentito spinto ad esclamare con la più profonda commozione: Quanto è grande la misericordia divina! E quanto è confortante il pensiero di essa!
La terra tutta è piena della misericordia divina: « Misericordia Domini plena est terra ».
« Misericordia - dice S. Agostino - est miseris cor dare » è dare il proprio cuore ai miseri. E Dio ha dato veramente all'uomo miserabile il suo cuore! Ce lo attestano nel modo più eloquente, le parabole della pecorella smarrita e della dramma perduta; due parabole che sono una sintesi della storia del mondo, la quale non è altro che un intreccio continuo di miseria e di misericordia: miseria da parte dell'uomo e misericordia da parte di Dio.
Alcuni scribi e Farisei brontolavano perché Gesù accoglieva con tanta benevolenza i pubblicani e i peccatori. Alle loro mormorazioni Gesù rispose con tre parabole, tre vere perle, una vera trilogia della misericordia divina: la pecorella smarrita, la dramma perduta e il figliuol prodigo. Le prime due sono oggetto del Vangelo di oggi. Sono due « piccoli poemi », due « miniature perfette ». . Da esse rifulge nel mondo più scintillante la misericordia di Dio verso i peccatori. Essa, infatti, li cerca con sollecitudine, li accoglie con bontà, li festeggia: sono i tre grandi atti della grandiosa commedia della misericordia divina.
Dio cerca con sollecitudine i peccatori.
Un pastore aveva cento pecorelle. Un bel mattino le fa uscire dall'ovile e le conduce al pascolo. A una certa ora della giornata, si mette a contare le sue pecorelle, e si accorge, con angosciosa sorpresa, che manca una, allontanata forse da lui dal falso miraggio di migliore pastura. Immediatamente, col cuore agitato, si mette in moto per rintracciarla, lasciando ai garzoni la cura delle altre novantanove. E non si arresta, non prende fiato fino a che non sia riuscito a ritrovarla. Che sollecitudine meravigliosa!...
Altrettanto la una povera donna la quale, a furia di stenti e di risparmi, era riuscita a radunare un gruzzoletto di dieci dramme (poco più che 10 lire in oro). Un bel giorno, anzi, un brutto giorno, nel contare il suo caro gruzzoletto, si accorge che ne manca una!... Poveretta! Tutta affannata, sì arma tosto di scopa e di lucerna, e si mette a cercarla in tutti gli angoli della casa, in tutte le crepe dell'impiantito, dovunque, e non si dà un momento di tregua fino a che non l'ha ritrovata.
La sollecitudine del pastore nel cercare la pecorella smarrita, la sollecitudine della povera donna nel cercare la dramma perduta, sono immagine viva e palpitante della sollecitudine con cui Dio va continuamente in cerca del peccatore.
Dio non la come l'uomo mondano: l'uomo mondano ama il peccato e odia il peccatore, condannandolo spietatamente. Dio fa tutto il rovescio: odia il peccato ed ama il povero peccatore. Lo ama tanto che sembra non possa fare a meno di lui. E difatti lo insegue colla sua grazia, vale a dire con le sue ispirazioni, coi rimorsi, con la nausea del male, coi castighi, e non si da pace fino a che quel povero disgraziato non è ritornato al suo cuore. Che ricerca sollecita!...
Dio accoglie con bontà i peccatori.
Non basta. Il pastore, non appena è riuscito a ritrovare la pecorella smarrita, l'accoglie con bontà indescrivibile. Guardatelo: non un solo sguardo severo, non una sola parola di rimprovero, non un solo gesto di minaccia, niente di tutto questo. Che anzi, pensando che quella poverina, lontana dal pastore e dal gregge, chi sa quanto avrà sofferto, quanto si sarà stancata, completamente dimentico dell'offesa e della pena provata, con un gesto di tenerezza infinita la prende di peso, se la mette sulle spalle, estendendo così anche a quella povera disgraziata il privilegio riserbato agli agnellini lattanti, ancora incapaci di reggersi in piedi. Che bontà! Che tenerezza!...
Altrettanto fa la donna non appena è riuscita a ritrovare la dramma perduta. Se. la stringe subito in mano, se la porta forse al suo cuore, esplode in una gioia rumorosa.
Così fa Iddio, tutte le volte che il povero peccatore ritorna pentito a Lui. Egli lo abbraccia, lo stringe al suo cuore di padre. Egli dimentica completamente l'offesa ricevuta, e non ha per lui una sola parola di rimprovero, di amarezza.
Ricordate l'eloquente episodio della adultera. Nell'atrio del tempio, venne condotta a Gesù da alcuni scribi e farisei una povera donna sorpresa in flagrante adulterio. Quegli ipocriti insistono perché venga lapidata. E Gesù, quasi prendendo le difese di quella povera disgraziata, risponde: « Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra ». Quei tali, con la coda fra le gambe, se la svignano. E allora Gesù, rivolgendosi alla donna, tutta umiliata dinanzi a Lui, con la più grande amabilità le domanda: « Donna, dove sono quelli che ti accusavano? Nessuno t'ha condannata?.
... Nemmeno io ti condanno! Va e non voler più peccare! » (GIov., VIII, 3-9)
E' sublime!... Si può immaginare una bontà, una tenerezza più grande, più squisita di questa?...
Dio festeggia i peccatori pentiti.
Ma non è ancora tutto. Il pastore, dopo aver fatto alla pecorella smarrita e rintracciata la più grande e cordiale accoglienza, la sera, giunto a casa, chiama amici e compagni invitandoli a condividere il gaudio ch'egli prova per aver ritrovato la sua pecorella.
Altrettanto fa la donna, non appena è riuscita a stringere in mano la dramma che aveva perduta. Chiama tosto le comari e le amiche, le invita a partecipare alla sua gioia; si sente quasi scoppiare fino a che non ha riversato il gaudio traboccante del suo cuore nel loro cuore.
Così fa Iddio, non appena ha stretto finalmente al suo cuore il peccatore ritornato a Lui. « Così vi dico - conclude Gesù - è gaudio al cospetto degli Angeli di Dio per un solo peccatore che si penta ».
Ma non è ancora tutto. Il pastore, dopo aver fatto alla pecorella smarrita e rintracciata la più grande e cordiale accoglienza, la sera, giunto a casa, chiama amici e compagni invitandoli a condividere il gaudio ch'egli prova per aver ritrovato la sua pecorella.
Altrettanto fa la donna, non appena è riuscita a stringere in mano la dramma che aveva perduta. Chiama tosto le comari e le amiche, le invita a partecipare alla sua gioia; si sente quasi scoppiare fino a che non ha riversato il gaudio traboccante del suo cuore nei loro cuore.
Così fa Iddio, non appena ha stretto finalmente al suo cuore il peccatore ritornato a Lui. « Così vi dico - conclude Gesù - è gaudio al cospetto degli Angeli di Dio per un solo peccatore che si penta ».
Io credo che nel sentire dalla bocca e dal vivo accento di Cristo il racconto di queste meravigliose parabole, quei fortunati uditori dovevano avere gli occhi inumiditi dal pianto, dal momento che noi, al solo leggerle e sentirle raccontare, ci sentiamo così profondamente commossi.
Respiriamo nella misericordia di Dio!
Confortiamoci, dunque, nel pensiero della infinita misericordia di Dio. Respiriamo in essa! E non dispereremo mai, per quanto grandi e numerosi siano i nostri peccati, Iddio è sempre pronto ad accoglierci, ha le braccia sempre aperte per abbracciarci e stringerci al suo cuore.
Ricordiamoci però che Iddio non salva nessuno per forza.
« Molti - dice un geniale scrittore - domandano con insistenza:- Riuscirò a salvare l'anima mia? - A costoro rispondo con un grazioso fatterello che il P. Segneri amava, sorridendo, raccontare dal pulpito.
C'era sulla piazza d'Atene un famoso indovino che a tutti dava pronostici e prediceva il futuro e svelava il passato. Or ecco, un giorno, gli si accostò per gabbarlo uno che teneva una passera chiusa nel pugno.- Sai dirmi - gli chiese - se è viva od è morta? - Ma l'astuto pensava tra sè cosi: se egli dirà morta, io lascerò ch'essa voli e lo smentirò; se egli dirà viva, io la stringerò col pollice e la farò morire. Ma l'indovino fu più furbo del furbo tentatore, e così rispose :
- Signore,la vostra passera è tale quale la volete voi: se viva, viva; se morta,morta. - Tutti i circostanti applaudirono.
Cristiani, quella sagace risposta io potrei girarla a voi. La vostra anima sarà, in un certo senso, tal quale la volete voi: se salva, salva; se dannata, dannata. Il cuore del Padre celeste è sempre misericordiosamente aperto: a voi l'entrarvi e salvarvi.
(P. Gabriele M. Roschini, Predicate il Vangelo, LICE Torino, 1943, pp. 100-103)