La salvezza dell’anima
Il tema di questa domenica è ancora molto importante in quanto continua quello delle domeniche precedenti che richiamavano alle realtà future e al fine della nostra vita: il tema di oggi è quello della salvezza dell’anima. E’ il fine importante, anzi il principale della nostra vita. S. Pietro scriveva ai cristiani: “Conseguite la meta della vostra fede, cioè la salvezza delle vostre anime” (1 Pt 1,9). Ma noi che conto facciamo della salvezza della nostra anima? Ci sta veramente a cuore? Ci preoccupiamo sul serio?
Come è triste, purtroppo, dover rispondere che spesso noi facciamo come quei figli ammalati, i quali anziché pensare a far la debita cura per riacquistare la salute, sono insofferenti della cura e pensano soltanto a divertirsi e a godere. Possibile che non comprendiamo come sia di primaria importanza lavorare anzitutto alla salvezza dell’anima. Guadagno, studio, lavoro, divertimenti, commercio, famiglia, carriera, sono cose del tutto secondarie rispetto alla salvezza dell’anima. “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l’anima sua?” (Mt. 16, 26). La salvezza dell’anima resta sempre “l’unica cosa necessaria” (Lc 10,42).
Di questo ce lo richiama Gesù nel Vangelo di oggi.
Gesù a un tale che, mentre erano in cammino verso Gerusalemme, gli aveva domandato: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Gesù non volle rispondergli direttamente. Il Maestro va ben oltre la domanda, va all'essenziale: lo interrogano sul numero, ed Egli risponde sul modo: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta ...». E subito avverte che per entrare nel regno - l'unica cosa veramente importante - non è sufficiente appartenere al popolo eletto né basta una falsa fiducia in Lui. «Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me ...». I privilegi divini non sono sufficienti; è necessaria una fede con opere, alla quale tutti siamo stati chiamati. Non basta essere battezzati, essere cristiani è importante vivere come battezzati, come cristiani: quindi dobbiamo curare i nostri comportamenti nell’osservanza dei comandamenti e degli insegnamenti di Gesù. Respingere tutto ciò è che è contrario a Dio, il peccato, demonio, il mondo perverso. Gesù ci avvisa che è una strada difficile da seguire per le continue tentazioni ed ostacoli che possiamo trovare durante il tragitto e con il grande rischio che la strada a volte si faccia anche molto stretta. “Porta stretta” è tutto il Vangelo, nel senso che Gesù non ci ha dato dei suggerimenti piacevoli o che vanno d’accordo con i nostri istinti egoistici e le nostre passioni. “Il Regno di Dio patisce violenza”; al Regno di Dio, cioè, si può accedere soltanto facendoci violenza, soffrendo, accettando di essere calpestati, ingiuriati, malmenati, offesi, messi in croce. (Cfr. le Beatitudini).
Per questo dobbiamo pregare molto, capire ciò e per ottenere la grazia della salvezza, come abbiamo pregato nella colletta, prima delle letture, amare ciò che il Signore comanda e desiderare ciò che egli promette, a darci la possibilità, direi anzi la certezza, di attraversare la porta senza difficoltà. Dobbiamo pregare ogni giorno per la salvezza dell’anima, per la perseveranza nel bene. Allontanarci dai pericoli dell’anima: come ci industriamo a difenderci da coloro che volessero uccidere il corpo così dobbiamo difenderci dai pericoli dell’anima.
C’è una lettera scritta da San Gabriele dell’Addolorata a un suo compagno di liceo, in cui tra l’altro è scritto: “Hai ragione di dire che il mondo è pieno di pericoli e d’inciampi, e che è molto difficile salvarsi l’unica anima nostra; per questo, però, non devi perderti di coraggio … Ami la salvezza? Fuggi i compagni cattivi, i teatri (oggi la TV, il cinema) dove spesso si entra in grazia di Dio, e se n’esce dopo averla perduta o messa in gran pericolo. Ami la salvezza? Fuggi le conversazioni troppo libere, i libri cattivi che possono fare un male indicibile a tutti…”
Un giorno mentre il San Pio da Pietrelcina passava lentamente tra una folla di uomini, un giovane gli gridò da lontano: “Padre, mi dica una parola decisiva, che cosa debbo fare?”. Padre Pio lo guardò di uno sguardo profondo e gli rispose subito: “Salvarti l’anima!”
La Madonna apparve a Fatima per ricordarci soprattutto la necessità della salvezza dell’anima. Appare ricordandoci che Gesù si è sacrificato per noi per la nostra salvezza e che Lei si è sacrificata con il suo Figlio (anche i suoi dolori sono causa della nostra redenzione).
Diamo ascolto a Gesù, alla Madonna, diamo ascolto ai santi! Adoperiamo i mezzi di salvezza per non rovinarci l’anima. Non c’è niente che possa valere la salvezza della nostra anima. “Che cosa potrà dare l’uomo in cambio della sua anima?” (Mt 16,26). Dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Coloro che presumono di non aver bisogno di salvezza sono ciechi sul proprio conto”.
Il Signore vuole tutti salvi
Oltre a salvare la nostra anima dobbiamo prodigarci per la salvezza di tutte le anime.
La prima lettura sottolinea la prospettiva dell’universalità della salvezza, così ancora Gesù nel Vangelo: “verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio”. Dobbiamo essere convinti che esiste una chiamata divina per tutti gli uomini, una vocazione universale alla salvezza portata da Cristo.
“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”. Queste parole di Cristo sono chiare: il Vangelo è la Buona Notizia della salvezza, della liberazione dai mali, dal peccato e questa deve essere rivolta e portata tutti, ad ogni creatura (nessuno escluso): tutti i popoli, ad ogni nazione; dai bambini, ai giovani agli anziani. E’ una missione grande, importante che è affidata a ciascuno di noi; nessuno si può dire escluso; anche i bambini sono chiamati a ciò (cfr. i pastorelli di Fatima); i giovani: invece di perdere tempo nei ritrovi potrebbero dedicare più tempo per Dio, per salvare le anime (cfr. S. Francesco Saverio che dall’India voleva gridare a tutti gli studenti che perdevano tempo che lì c’erano anime assetate di Dio e che non c’era nessuno che li dissetasse nell’anima), così gli adulti ecc.
Il Signore ha voluto che fossimo partecipi della sua missione di portare la salvezza al mondo (a tutti) e la Madonna ce l’ha richiamato a Fatima indicando soprattutto i mezzi della preghiera, della penitenza, della consacrazione al suo Cuore Immacolato per salvare le anime.
Lo zelo apostolico, il desiderio di avvicinare anime al Signore, non portano a fare cose singolari o eccezionali, e meno ancora a trascurare i doveri familiari, sociali e professionali. E’ proprio lì, in famiglia, sul luogo di lavoro, tra gli amici, nella normale vita di relazione, l’ambito per un apostolato spesso silenzioso ma sempre efficace. In mezzo al mondo, lì dove ci ha posto Dio, dobbiamo portare gli altri a Maria SS. a Gesù: mediante l’esempio (coerenza tra fede ed opere); con la gioia; la serenità davanti alle difficoltà, presenti in ogni vita; mediante la parola, che incoraggi sempre e comunichi la meraviglia e la grandezza di incontrare e seguire Gesù; indirizzandoli ai sacramenti, specie alla confessione e alla comunione.
Carissimi fratelli queste sono le cose necessarie: salvare la nostra anima e salvare le anime dei fratelli. Impegniamoci, con l’aiuto di Dio e della Madonna in queste opere così importanti!
Audio Omelia
Gesù annuncia il Vangelo di salvezza