(Lc 21,5-19)
Il tema biblico che ci viene presentato oggi completa quello di Domenica scorsa. Dio ha risposto ad un grande interrogativo: se la morte è l'inizio del nulla o del tutto. Dio ci ha risposto che la morte è l'incontro col Dio della risurrezione e della vita, che la nostra anima sarà subito dopo giudicata da Lui per ricevere il premio o la pena eterna, e i nostri corpi risusciteranno alla fine del mondo. Oggi il Signore ci rivela anche il termine della storia umana su questa terra.
Questa storia umana terrena avrà un termine, ci dice Dio; non ci sarà un avvicendarsi eterno di popoli e di generazioni su questa terra; verrà la fine della vicenda umana e questa parola «fine» non la scriverà l'uomo, ma Dio Signore della storia, che l'ha diretta nel corso dei secoli fino al suo traguardo finale. Essa sarà segnata dal giorno del Signore, un “giorno rovente come un forno” (Ml 3,19) in cui ci sarà una straordinaria manifestazione della potenza di Dio, che punirà tutti i superbi e gli autori di iniquità; mentre darà la salvezza a quelli che hanno temuto il suo nome ed operato la giustizia. E’ la solenne affermazione del profeta Malachia, che ci ha parlato nella prima lettura biblica che conforta oggi i buoni che operano il bene, nonostante le iniquità e le ingiustizie dei cattivi.
Nella lettura evangelica Gesù esplicita ancora meglio, circa il tempo e i segni che accompagneranno la fine del mondo, prendendo spunto dalla visione del bellissimo tempio di Gerusalemme e che Gesù predirrà la fine, che avverra' 40 anni dopo per opera dei soldati romani. La fine di Gerusalemme è presa da Gesù come segno della grandiosa manifestazione della giustizia divina, che avverrà appunto alla fine del mondo, quando egli verrà come giudice. Gesù, prima di tutto, mette in guardia dai falsi profeti che si proclamano come il Messia e predicono imminente la fine del mondo (pensiamo ai Testimoni di Geova), oppure dagli altri numerosi falsi profeti che istigano all’incredulità, all’immoralità, a una visione sbagliata e distorta della vita. Gesù dice: “Non seguiteli”, “Non ascoltateli”. Gesù ci mette in guardia dalle seduzioni: “Guardate di non lasciarvi ingannare” (ivi, 8). Satana, il padre della menzogna, vuole la nostra rovina eterna.
Le guerre, le rivoluzioni non sono il segno della fine imminente del mondo “non sarà ancora a fine”, ma sono il motivo per prepararci all’incontro col Signore (che avverrà per noi personalmente) e di essere fedeli nella prova, per salvare le nostre anime, di compiere bene il nostro dovere quotidiano, come ci esorta anche S. Paolo nella seconda lettura. Infatti, alcuni cristiani di Tessalonica, pensando ormai imminente la venuta di Cristo Giudice, l'attendevano nell'ozio credendo inutile mettersi al lavoro, essendo vicina la venuta del Signore. S. Paolo disapprova con i fatti e con le parole tale atteggiamento dei fannulloni e ci indica come dev'essere impiegata la vita, in attesa della venuta del Giudice divino: egli proclama la legge del lavoro, per guadagnarsi onestamente il pane e così glorificare il Signore lavorando in pace, sull'esempio di Gesù stesso, di S. Paolo, di tutti i veri servi del Signore.
A noi basta vivere bene il nostro presente, nel compimento del proprio dovere: preghiera, lavoro, cura della propria famiglia, impegni professionali, responsabilità sociali, il giusto e onesto svago, ma tutto nell'amore e nella pace, vivendo secondo la volontà di Dio. In tal modo prepariamo bene il nostro incontro col Giudice divino alla fine della nostra vita e della storia umana.
Anche lo scenario oscuro e tragico degli avvenimenti degli ultimi tempi (rivoluzioni, persecuzioni, terremoti, fatti terrificanti e segni nel cielo), non deve farci cadere nella paura o nello scoraggiamento, bensì vivere in un atteggiamento di filiale abbandono in Dio, di intensa preghiera, di impegno costante, in attesa della venuta di Cristo. Gesù ci rassicura: “Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime” (ivi, 18-19). Con queste parole Gesù ci esorta a non preoccuparci, assicurandoci la sua perenne presenza accanto a noi. Noi non siamo soli. Egli è con noi e non permetterà mai che le forze del male prevalgano su di noi, se noi, da parte nostra, ci impegneremo a rimanere fedeli a Lui, perseverando sino alla fine.
Sì, il Signore verrà alla fine del mondo per rendere giustizia. Beato quel servo che rimette la sua causa nelle mani di Dio e rimane a Lui fedele sino alla fine! L’importante è restare fedeli.
E io mi salverò?
Qualcuno potrebbe avere un altro e più grande timore “Sono sicuro di essere trovato a posto dalla venuta del Giudice divino?”. Data la fragilità umana, il facile prevalere del male, la forza delle passioni disordinate, chi può essere sicuro di essere dalla parte destra, tra i beati, in quell'ultimo giorno? Ecco la risposta consolante. Dio ci ha creati perché ci vuole salvi. Ci ha redenti perché ci vuole salvi. Ci ha fatti cristiani e vuole che tutti siano cristiani perché siano salvi. Ci ha donato una Madre, la Madonna, per farci ottenere tutte le grazie per la salvezza. E’ necessario che anche noi lo vogliamo, non solo con le parole e coi desideri, ma coi fatti: vivendo per il Signore ogni giorno; mettendoci oggi stesso dalla parte del bene e promettendo quella fedeltà alla legge divina ed al dovere quotidiano, che il Signore vuole appunto da noi per la nostra salvezza.
Una constatazione consolabile. La presenza attorno all'altare, l’accostarsi ai sacramenti della confessione e della comunione, sono garanzia della nostra futura presenza attorno all'altare di Cristo glorioso nella vita eterna ed alla destra di Cristo glorioso tra gli eletti, nel giudizio finale. Offriamo questa S. Messa perché il Signore dia a noi e a tutti la pazienza e la perseveranza nel bene, affinché la nostra vita cristiana di ogni giorno sia via sicura alla vita eterna.
Altra sicura garanzia di salvezza è la devozione al Cuore di Gesù. Egli ha promesso che il Suo Cuore sarà asilo sicuro in punto di morte per quelli che gli sono stati devoti in vita e lo hanno riparato per le offese che riceve, con la Comunione riparatrice al primo Venerdì del mese.
E soprattutto non dobbiamo dimenticare che Maria SS. è la porta del cielo, per cui S. Alfonso ha potuto affermare: «Chi è veramente devoto di Maria è così sicuro di andare in Paradiso come se già si trovasse in Paradiso». Affidiamoci alla Madonna, come nostra Madre ed Avvocata, affinché ci aiuti a presentarci con le buone e sante disposizioni all’incontro definitivo col Signore.
Gesù e il Tempio di Gerusalemme