Il Cuore di Gesù fonte di vita e di salvezza.
Il senso della solennità
Il carattere della solennità che oggi celebriamo è duplice: di ringraziamento per le meraviglie dell'amore che Dio ha per noi, e di riparazione perché spesso questo amore è male o poco corrisposto, anche da noi stessi che abbiamo tanti motivi per amare e ringraziare. Da sempre la considerazione dell'amore di Gesù per tutti gli uomini è stata fondamento della pietà cristiana; perciò il culto al Sacro Cuore di Gesù «trae la sua linfa vitale dalle radici stesse del dogma cattolico».
L'espandersi di questo culto è dovuto in modo speciale alla devozione e alla pietà di numerosi santi cui il Signore mostrò i segreti del suo Cuore amorosissimo e che li mosse a diffondere la devozione al Sacro Cuore e a risvegliare lo spirito di riparazione. Questa devozione si è incrementata in modo particolare dalle rivelazioni di Gesù a S. Margherita M. Alacoque, approvate dalla Chiesa, e poi riprese dai Sommi Pontefici. Pio XI istituì questa solennità nel 1928.
Il venerdì dell'ottava della festività del Corpus Domini il Signore chiese a santa Margherita Maria Alacoque di promuovere l'amore alla comunione frequente, soprattutto nei primi venerdì di ogni mese, con senso di riparazione, e le promise di farla partecipare alle sue pene nell'Orto degli Ulivi ogni notte tra il giovedì e il venerdì. Un anno dopo nostro Signore le apparve e, mostrandole il suo Cuore sacratissimo, le rivolse queste parole che hanno alimentato la pietà di molte anime: «Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e che nulla ha risparmiato fino ad esaurirsi e a consumarsi per testimoniare loro il suo Amore. In segno di riconoscenza, però, non ricevo dalla maggior parte di essi che ingratitudine per le loro tante irriverenze, i loro sacrilegi e per le freddezze e i disprezzi che essi mi usano in questo Sacramento d'Amore. Ma ciò che più mi amareggia è che ci siano anche dei cuori a me consacrati che mi trattano così. Per questo ti chiedo che il primo venerdì dopo l'ottava del Corpus Domini sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore, ricevendo in quel giorno la santa Comunione e facendo un'ammenda d'onore».
In molti luoghi esiste la consuetudine privata di riparare nel primo venerdì del mese con qualche atto eucaristico o con la recita delle litanie al Sacro Cuore. Inoltre, «il mese di giugno è, in modo particolare, dedicato alla venerazione del Cuore divino. Non soltanto un giorno, la festa liturgica che di solito cade in giugno, ma tutti i giorni» .
L’amore di Dio
Nei tre passi delle letture è presente il tema dell'amore di Dio. Nella prima lettura Dio sceglie Israele e ne fa il popolo a sé dedicato per il suo culto, perché lo ama. Nella seconda Dio manda a noi il suo Figlio unigenito e ci dona lo Spirito Santo, perché Dio è carità, ci ama sommamente e, attraverso l'invio del Figlio e il dono dello Spirito, dà la massima manifestazione di se stesso come carità, amore, agàpé. Nel testo evangelico Dio concede la rivelazione salvifica dei misteri del Regno non ai potenti e ai sapienti ma ai piccoli, perché li ama ponendoli nella sua libera compiacenza divina; e Gesù dà ristoro ai nostri animi che a lui ricorrono perché è mite e umile di cuore, cioè sommamente inclinato ad amare e amabile.
Il Cuore di Gesù
Nel cuore del Salvatore nostro vediamo in qualche modo riflessa l'immagine della divina persona del Verbo, come pure l'immagine della sua duplice natura, l'umana cioè e la divina; e vi possiamo ammirare non soltanto il simbolo, ma anche quasi una sintesi di tutto il mistero della nostra redenzione. Adorando il cuore sacratissimo di Gesù, in esso e per esso noi adoriamo sia l'amore increato del Verbo divino, sia il suo amore umano con tutti gli altri suoi affetti e virtù, poiché e quello e questo spinse il nostro Redentore a immolarsi per noi e per tutta la chiesa sua sposa [...]. Come Cristo ha amato la chiesa, così egli l'ama tuttora intensamente, con un amore [...] che lo stimola a farsi nostro avvocato (cfr. 1 Gv 2,1), per conciliarci dal Padre grazie e misericordia, «essendo sempre vivo per intercedere a nostro favore» (Eb 7,25). Le preghiere che erompono dal suo inesauribile amore, dirette al Padre, non soffrono infatti alcuna interruzione (Pio XII, Lettera enciclica Haurietis aquas sul culto al Sacro Cuore di Gesù, 6).
Infatti, dopo l'Ascensione al cielo con il suo Corpo glorificato Gesù non ha smesso di amarci, di invitarci a vivere sempre molto vicini al suo Cuore amorosissimo. «Egli, infatti, ascese al cielo recando nelle ferite delle mani, dei piedi e del costato i trofei luminosi della sua triplice vittoria: sul demonio, sul peccato, e sulla morte; e recando altresì nel suo Cuore, come riposti in un preziosissimo scrigno, quegli immensi tesori di meriti, frutti di quel medesimo suo triplice trionfo, che adesso dispensa in larga copia al genere umano redento».
Soprattutto il beneficio della vita divina, della filiazione divina donata nel battesimo, resa perfetta nella cresima, nutrita nella eucaristia, ricuperata dopo il peccato nella assoluzione sacramentale e riversata abbondantemente in tutti i sacramenti deriva dalla passione e morte di Cristo, atto supremo di amore, poiché «nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13).
Meditando oggi sull'amore che Cristo ha per noi saremo stimolati a ringraziare molto di tale dono, di tanta misericordia immeritata. E nel considerare come molti vivono ignorando Dio, e quante volte anche noi non siamo fedeli fino in fondo, le nostre molte personali debolezze, ripareremo nel suo Cuore amorosissimo e lì troveremo la pace. Dovremo ricorrere molte volte al suo amore misericordioso cercando la pace, che è frutto dello Spirito Santo: Cuore sacratissimo e misericordioso di Gesù, donaci la pace.
E al vedere Gesù così vicino alle nostre inquietudini, ai nostri problemi, ai nostri ideali, diremo: «Grazie, Gesù mio!, perché hai voluto farti perfetto uomo, con un Cuore amante e amabilissimo, che ama fino alla Morte e soffre: che si riempie di gioia e di dolore; che si entusiasma per i cammini degli uomini, e ci mostra quello che conduce al cielo; che si sottomette eroicamente al dovere, e si lascia condurre dalla misericordia; che veglia sui poveri e sui ricchi; che si prende cura dei peccatori e dei giusti...- Grazie, Gesù mio, e dacci un cuore a misura del tuo! »
Molto vicina a Gesù troveremo sempre sua Madre, Lei che con lo Spirito Santo ha formato il Cuore di Gesù e anche dal suo Cuore Immacolato riceviamo tanta grazia e consolazione. Anche a Lei ci rivolgiamo e le chiediamo che ci serbi sicuro e protetto il cammino che ci porta a suo Figlio.
(P.Bernardino M. Abate - giugno 2005)