Oggi, solennità di tutti i Santi, siamo invitati dalla Chiesa a contemplare la Gerusalemme Celeste, dove è radunata la schiera delle anime elette che hanno raggiunto la meta ultima della vita terrena e ora godono la visione eterna e beata di Dio. Esse ci amano più perfettamente di prima e presso il trono di Dio pregano e continuano ad occuparsi di noi. E in questa solennità noi ricordiamo non solo i santi conosciuti nel calendario ma anche quelli non conosciuti, che come abbiamo sentito nella prima lettura dalla visione grandiosa dell’apostolo san Giovanni che sono “una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua” (Ap 7,9).
Questa schiera di eletti di ogni età, condizione e popolo, ci richiamano all’universalità della chiamata alla santità da parte di Dio, ma anche della risposta da parte dei cristiani che l’hanno realizzata in ogni angolo della terra. La santità, quindi, è per tutti. Essa non è soltanto un gran dono di Dio, ma è anche un dovere, anzi è il primo dovere del cristiano. Tendere alla santità è la ragione fondamentale della nostra vita. Tutti i cristiani sono chiamati ad essere santi, poiché tutti ricevono nel Battesimo il dono della vita divina che li fa partecipi della santità di Dio. Nessuno creda che la santità sia riservata a pochi uomini scelti. Oggi la Chiesa c’invita a seguire l’esempio dei Santi, a essere generosi e costanti nel cammino verso la santità, perché anche noi, come loro, possiamo raggiungere il Regno della piena e perfetta felicità che Dio ha preparato per quelli che lo vogliono conquistare. La santità, infatti, è solo questione di buona volontà. Non raggiunge la santità solo chi non vuole farsi santo. Non raggiungere la santità è fallire la propria vita, vocazione.
Condizioni
Secondo la visione descrittaci dall’Apocalisse, i santi hanno tutti “le vesti candide” e “le palme nelle mani” (ivi). Che cos’è questa veste candida? E’ il dono ineffabile della Grazia di Dio, attraverso il quale veniamo santificati e trasformati in figli di Dio. Questa veste candida che ci comunica un raggio della luce e della santità di Dio e ci dona il diritto alla eredità eterna, sfortunatamente può essere perduta col peccato mortale, ma la si può riacquistare con la confessione sacramentale. Se al momento della morte ci presenteremo dinanzi al Giudice rivestiti della veste immacolata della Grazia, saremo salvi e faremo parte per sempre del numero dei santi. Da ciò si evince l’importanza di vivere sempre con la Grazia divina nell’anima.
“Le palme nelle mani”, simbolo della vittoria conseguita nel combattimento spirituale. Tutti sono passati attraverso “la grande tribolazione”, ossia attraverso le persecuzioni e i travagli della vita. Tutti hanno subito prove e tentazioni, tutti hanno lottato contro la carne, il mondo e satana, e tutti ne sono usciti vittoriosi. Senza il combattimento spirituale, dunque, è impossibile raggiungere la gloria eterna. Ma ricordiamoci anche, a nostro conforto, che le sofferenze e le lotte che sosteniamo in questa vita, per quanto faticose e ardue, sono ben poca cosa paragonate all’eternità di gloria che ci attende.
E Gesù Vangelo di oggi parla delle Beatitudini: la strada, cioè, che i Santi hanno seguito per raggiungere la santità. La santità si esprime in una vita nuova non solo fondata sui comandamenti di Dio, contenuti nel decalogo, ma anche nell’amore generoso e del dono di sé, che ci porta alla pratica delle beatitudini e dei consigli evangelici. La povertà di spirito, la mitezza, la fame e sete della giustizia, la misericordia, la purezza di cuore, non conoscono limiti e portano ad dono completo di sé, senza misure, caratteristica della santità. Il Maestro divino, quindi, dichiara beati coloro che sono poveri di spirito, miti, umili, puri di cuore, misericordiosi verso il prossimo e portatori della pace di Cristo nel mondo (cf Mt 5,1-10). Ma proclama beati soprattutto coloro che soffrono. Questo è il punto più importante del cammino verso la santità. Gesù dichiarando: “Beati gli afflitti, … Beati i perseguitati,… Beati quando vi insulteranno e diranno ogni sorte di male contro di voi a causa del mio nome” (Mt 5,4.10.11), ci insegna quale deve essere l’atteggiamento del cristiano di fronte al mistero della sofferenza. Il Salvatore non è venuto ad annullare la sofferenza, ma ne ha fatto un mezzo sublime di redenzione e di salvezza. Le Beatitudini sono il cammino percorso da Gesù. Egli ha preso su di sé tutte le nostre miserie e le afflizioni per insegnarci a santificarle. In Lui povero, mite, umile, sofferente e perseguitato troviamo l’esempio più sublime per raggiungere la santità e la gloria eterna del Paradiso.
La Regina di tutti i Santi
Per raggiungere la santità, infine, è necessario affidarsi, consacrarsi alla Madonna.
Diceva S. Massimiliano M. Kolbe, martire della carità: “Offriti interamente a Lei che è la nostra ottima Mammina celeste, ed in tal modo potrai superare tutte le difficoltà e … diventerai santo, un grande santo”. Si può dire certamente che tutti i santi sono opera della Vergine Santissima e la devozione particolare a Lei è una caratteristica comune.
E S. Luigi Grignon de Monfort (nel 1700) parlava ancora più esplicitamente dei Santi degli ultimi tempi: «Nasceranno delle persone molto sante. Esse giungeranno alla santità per mezzo di una singolare devozione verso la santissima Vergine, che terranno nella loro mente e nel loro cuore come il più perfetto modello di santità e come ricca sorgente di grazie divine. Questi santi, soprattutto verso la fine del mondo, Dio li susciterà per mezzo di Maria, madre sua, affinché tali anime, piene di grazia e di zelo, oppongano resistenza ai nemici di Dio, che sorgeranno da ogni parte con accanimento. Queste anime avranno una particolare devozione al la santissima Vergine. Ella le illuminerà con la sua luce, le nutrirà con il suo latte, le guiderà con il suo spirito, le sosterrà con la sua mano, le custodirà con la sua protezione. Combattendo, in certo modo, con una mano, quelle anime spazzeranno via gli eretici con le loro eresie, gli idolatri con le loro idolatrie, i peccatori con le loro empietà, mentre con l'altra mano edificheranno il tempio del vero Dio e la città di Dio. Inoltre, sproneranno tutti, con la parola e con l'esempio, alla vera devozione verso la Madonna. Avranno molti nemici, ma riporteranno anche molte vittorie e renderanno molta gloria a Dio. Poiché come attraverso Maria ha avuto inizio la salvezza, così pure attraverso lei la salvezza giungerà a compimento...».
Rallegriamoci, oggi, dunque nel Signore in questa solennità di tutti i Santi, in questa liturgia eucaristica che è il preludio della liturgia celeste, che sarà da tutti continuata in Cielo. Con noi gioiscono gli angeli e lodono in coro il Figlio di Dio e la sua divina Madre.
Verso la patria eterna, noi pellegrini sulla terra, nella speranza affrettiamo il nostro cammino, lieti per la sorte gloriosa di questi membri eletti della Chiesa che ci ha dato come amici e modelli di vita. Dio, fonte di ogni santità, attraverso l’intercessione di Maria, Regina di tutti i Santi, ci conceda di raggiungere anche noi la pienezza dell’amore e di passare da questa terra d’esilio e questa valle di lacrime al festoso trionfo della vita immortale.
Audio Omelia
La gloria dei Santi in Cielo