(Lc 9,11b-17)
La festa del Corpus Domini conclude, in certo senso, il ciclo delle grandi celebrazioni, che vanno dalla Pasqua alla Pentecoste e alla festa della Santissima Trinità (domenica scorsa). Anche oggi siamo invitati a meditare sul grande e immenso amore di Dio, sul suo mistero che si rivela a noi e che nel pane e nel vino si fa dono di vita, d'immortalità. Infatti, nell'Eucaristia il Signore dona tutto se stesso, nel suo Corpo e nel suo Sangue.
Mistero di fede e d'amore
E’ mistero della fede. «Mistero della fede!». È questa la proclamazione che risuona al centro della celebrazione eucaristica. Ogni volta che il sacerdote, subito dopo la consacrazione, fa tale acclamazione pubblica sulla Cena del Signore, noi rispondiamo dicendo: «Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta». L’Eucarestia è anzitutto il memoriale o la riattualizzazione della passione, della morte e della risurrezione di Gesù. Non è una «memoria » che si limita a rievocare un fatto passato, né un annuncio di sole parole, perché l'Eucaristia rende attualmente presente, benché in forma sacramentale, il Sacrificio della croce e il convito dell'ultima Cena. La medesima realtà viene offerta ai fedeli di tutti i tempi perché possano unirsi al Sacrificio di Cristo e nutrirsi del suo Corpo e del suo Sangue « in attesa della sua venuta » (MR).
Per questo l'Eucaristia è il grande sacramento o il mistero della fede, perché in sé associa e sintetizza tutto l'evento pasquale di Gesù, dalla sua venuta e dalla sua dimora sulla terra, sino alla sua offerta sulla croce per noi e al suo ritorno presso il Padre, nella gloria. E’ mistero d’amore perché l’Eucarestia è il dono supremo di Cristo, Sommo Sacerdote: sacrificio offerto al Padre, per la nostra redenzione e Convito apprestato agli uomini.
L'amore spinge l'amante a donarsi per il bene della persona amata, e l’amore infinito che Gesù ha per noi lo ha spinto in quella notte del tradimento a donarsi completamente a noi, ad ognuno di noi mediante l'istituzione della SS. Eucaristia. Difatti, dopo la Cena, dopo aver lavato i piedi ai suoi Apostoli, egli prende il pane, lo benedice, lo spezza e lo distribuisce loro dicendo: Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo. Poiha preso il calice pieno di vino, lo ha benedetto e dato agli Apostoli dicendo: Prendete e bevete, questo è il mio Sangue! (Cfr. seconda lettura di San Paolo 1 Cor 11,23-26)
Come Melchisedek Gesù offre « pane e vino », ma la sua benedizione compie il grande miracolo,
La SS. Eucaristia: dono di Cristo Sacerdote.
La prima lettura (Gn 14, 18-20) ricorda la più antica figura di Cristo Sacerdote: Melchisedek, re di Salem e sacerdote «del Dio Altissimo» che, in ringraziamento a Dio per la vittoria ottenuta da Abramo, offre un sacrificio di « pane e vino », simbolo dell'Eucaristia. Di questo personaggio misterioso di cui la Bibbia non dà alcuna indicazione né intorno alla sua origine né intorno alla sua morte, S. Paolo ha scritto: « senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita ... viene rassomigliato al Figlio di Dio, rimane sacerdote in eterno » (Eb 7, 3). Melchisedek è detto « sacerdote in eterno» perché di lui non si conosce né il principio né la fine. A maggior ragione tale titolo conviene a Cristo il cui sacerdozio non ha origine umana, ma divina, e quindi è eterno nel senso più assoluto. A lui la Chiesa applica il versetto che oggi si ripete nel salmo responsoriale: « Tu sei sacerdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedek ».
Gesù offre « pane e vino », ma la sua benedizione compie il grande miracolo, «Questo è il mio corpo, che è per voi... Questo calice è la nuova alleanza nel mio Sangue » (ivi 24-25). Notate che chi pronunzia quelle parole è Dio, il Figlio di Dio onnipotente, che ha potuto moltiplicare i pani nel deserto per sfamare le turbe (Vangelo). Gesù ha il potere di fare quello che dice, di attuare quello che significa. Perciò le sue parole onnipotenti, dicendo sul pane: Questo è il mio Corpo; e sul vino: Questo è il mio Sangue, trasformano miracolosamente, per virtù divina, il pane nel suo corpo e il vino nel suo sangue.
Ma Gesù non pensa solo ai suoi Apostoli presenti nell'ultima Cena: Gesù pensa a tutti i suoi fedeli, di tutti i secoli, pensa anche a noi. Perciò dà ai suoi Apostoli e loro Successori, dà a tutti i suoi sacerdoti il potere di fare altrettanto: Fate questo in memoria di me.
E per volontà di Gesù anche gli Apostoli anche i loro successori, anche il sacerdote che vi parla, hanno il potere di ripetere quello che Gesù ha fatto nell'ultima Cena. Nel Nuovo Testamento, cessato il sacerdozio levitico, c'è solo quello eterno di Cristo che si prolunga nel tempo attraverso il sacerdozio cattolico.
La SS. Eucaristia dono perenne: la presenza Reale
La SS. Eucaristia, quindi, non è un dono passato, storico; è un dono presente, perenne. Nella nostra assemblea si rinnova ora quello che Gesù ha fatto nell'ultima Cena: la Messa è appunto la rinnovazione del mistero eucaristico della Cena e del Calvario. Il sacerdote, in nome di Gesú, come rappresentante di Gesù Salvatore dice anche oggi sul pane: "Questo è il mio Corpo. E il pane si cambierà nel corpo di Gesù. Il sacerdote dice sul calice del vino: Questo è il mio Sangue, e il vino si cambierà nel sangue di Gesù.
Gesù stesso, come Dio e come uomo, si rende presente sull'altare per offrirsi al Padre per la salvezza nostra e di tutto il mondo. Ecco la prima ricchezza del mistero eucaristico: la Messa, ossia l'attuazione incruenta (senza spargimento di sangue) dello stesso sacrificio redentore della Croce. La Messa è il sacrificio della Croce reso presente oggi sul nostro altare per applicarci tutti i doni della redenzione, ossia l'amicizia, la grazia, la gioia di Dio.
Ma Gesù si rende presente per donarsi, per essere alimento della nostra vita spirituale, perché lo riceviamo nella Comunione. Ecco la seconda ricchezza del mistero eucaristico: la Comunione eucaristica, con Gesù, che viene a noi per comunicarci la sua vita divina e darci giovani santi, i fidanzati santi, gli sposi santi, i genitori santi, i religiosi e sacerdoti santi.
L'Eucaristia-convito è l'argomento trattato dal Vangelo del giorno sotto la figura trasparente della moltiplicazione dei pani (Lc 9, 11b-17). Qui non c'è soltanto il lontano simbolismo del pane e del vino offerti da Melchisedek, ma c'è l'azione di Gesù preludio evidente della Cena eucaristica. Gesù prende i pani, eleva gli occhi al cielo, li benedice, li spezza e li distribuisce; gesti tutti che ripeterà nel cenacolo quando tramuterà il pane nel suo corpo. Un altro particolare attira l'attenzione: i pani si moltiplicano nelle sue mani, e da queste passano in quelle dei discepoli che li distribuiscono alla folla. Parimenti sarà sempre lui che compirà il miracolo eucaristico, tuttavia si servirà dei suoi sacerdoti che ne saranno i ministri e i tesorieri. Infine « tutti mangiarono e si saziarono » (ivi 17). L'Eucaristia è il convito offerto a tutti gli uomini per saziare la loro fame di Dio, di vita eterna. La solennità odierna è un invito a ridestare la fede e l'amore per l' Eucaristia perché i fedeli ne siano maggiormente "affamati", vi si accostino con maggior fervore e sappiano suscitare questa fame salutare nei fratelli indifferenti.
E finalmente Gesù, anche dopo la Messa e dopo la Comunione, rimane realmente presente nelle Ostie consacrate. Ecco la, terza ricchezza del mistero eucaristico: la presenza reale permanente di Gesù nella SS. Eucaristia, secondo la su a promessa: « Ecco io sono con voi tutti ì giorni sino alla fine dei secoli » (Mt 28, 0).
Siamo dunque infinitamente ricchi abbiamo Gesù, il suo Corpo e Sangue, abbiamo il suo Sacrificio redentore, abbiamo Lui stesso come nostro alimento divino, che ci trasforma in lui e ci comunica la sua vita; abbiamo la sua reale presenza di amico divino e consolatore onnipotente, nelle ore lieti e tristi.
MARIA SS. E L’EUCARESTIA
Molto vicina a Gesù troviamo sempre la Madonna. Maria è Madre dell’Eucarestia, è radice dell’Eucarestia, perché da Lei sbocciò il fiore che è il Messia; genitrice perché concepì e generò Cristo; causa perché da Lei dipese il sacrificio di Gesù. “Dalla carne di Maria Cristo prese la sua carne”, la carne di Cristo che riceviamo nell’Eucarestia è carne di Maria. Ed è da Lei che riceviamo Gesù (è la madre che trasforma il pane in latte!).
La Madonna dopo l’Ascensione si nutre di Gesù (pensiamo con quanto amore) e dopo l’Assunzione lo contempla e adora di nuovo glorioso, faccia a faccia in Cielo e lo adora in terra nell’Eucarestia. Ella ci insegna ad avere i suoi stessi sentimenti, ci incoraggia a trattarlo con amore e ci invita a riceverlo frequentemente nella S. Comunione con cuore puro (senza peccati gravi), a visitarlo, a considerarlo il centro della nostra giornata, a rivolgere spesso il nostro pensiero (comunione spirituale) e a ricorrere a Lui in tutte le varie necessità.
Il Sacrificio Eucaristico della S. Messa
Audio Omelia
Tavola Rotonda (attualità - spiritualità - catechesi)