Nasce l’8 agosto 1948 a Mosca da una famiglia molto conosciuta in quanto il padre, Evgenij Savitskij, fu un pilota militare pluridecorato durante la Seconda Guerra mondiale. Inoltre, il padre fu, successivamente alla Guerra, nominato Comandante in capo della Difesa Aerea sovietica (VVS).
A differenza della sua predecessora, Valentina Vladimorovna Tereshkova, la Savitskaja proveniva quindi da una famiglia agiata. Anche sua madre era un personaggio molto conosciuto poiché era un dirigente moscovita del Partito Comunista.
Iniziò, all’età di 16 anni, a lanciarsi col paracadute di nascosto alla famiglia. Quando il padre la scoprì, incoraggiò la sua passione al punto che, all’età di 17 anni, aveva all’attivo già ben 450 lanci.
A 18 anni stabilì due volte il record di altitudine di lancio stratosferico lanciandosi prima da 13.800 metri e poi da 14.250.
Pilota militare, tra il 1975 ed il 1978 stabilì diversi primati con un MiG-25 il più importante dei quali fu quello del 22 giugno del 1975 quando raggiunse, con 2.683 km/h, un nuovo ed assoluto primato di velocità. Ebbe anche un’intensa attività come pilota acrobatico partecipando e vincendo, con una squadra tutta femminile, i campionati mondiali di volo acrobatico svoltisi in Inghilterra nel 1970 (e per questo motivo venne soprannominata “Miss Sensation”), nel 1972 in Francia (giungendo terza) e nel 1976 in Ucraina, giungendo quinta.
Nel 1980 venne selezionata per il ruolo di cosmonauta, unico pilota tra nove donne selezionate.
Effettuò due missioni nello spazio effettuando complessivamente poco meno di 20 giorni di volo nello spazio.
Durante la sua missione del Sojuz T-7, lanciata il 19 agosto 1982, divenne la seconda donna in assoluto a volare nello spazio, 19 anni dopo il volo di Valentina Vladimirovna Tereshkova con la Vostok 6. Il volo della Sojuz T-7, il cui equipaggio, oltre che dalla Savitskaja era composto da Leonid Popov ed Alexander Serebrov, stabilì anche altri primati. Fu il primo a portare un nuovo veicolo, il Sojuz t-7 appunto, a sostituire quello agganciato alla stazione spaziale Salyut-7 (che conosciamo bene…), cioè il Sojuz T-5. La missione della Saljut fu la prima ad equipaggio misto della storia: i Cosmonauti Popov, Serebrov e Savitskaja si unirono a quelli giunti nello spazio con la T-5: Anatoly Berezovoy e Valentin Lebedev. Per garantire una maggior privacy alla collega, le venne assegnato il modulo BO della Sojuz come toilette personale, mentre la Savitskaja alloggiò nelle cuccette insieme ai colleghi uomini.
Francobollo commemorativo della missione della Sojuz T7-T5
Toilette? Direte voi… Ma come! La “brutta”, “scomoda”, “antica” Sojuz ha una toilette?
Ebbene sì, con buona pace degli “SpaceX Fun club”, la cara, vecchia, quasi mia coetanea Sojuz se ha una sezione di rientro abbastanza stretta ed angusta (la sezione SA), ha una sezione orbitale o, per essere più aderenti alla traduzione letterale, una Sezione abitativa (sezione BO), che ha un divanetto, una piccola cucina, spazio per quattro persone ed una piccola toilette estraibile da sotto alla “cucina”. Posso assicurare quello che scrivo perché la sezione BO di una Sojuz è visitabile al Museo della Cosmonautica di Mosca ed io ci sono entrato dentro.
Restando in ambito di Toilette, le Saljut e tutti i moduli DOS (quello della Mir ma anche lo Zvezda della ISS), hanno una efficace toilette dotata anche di separé. Anche questa l’ho vista personalmente a Mosca e ricorda una toilette di un aereo di linea.
In un’intervista rilasciata al quotidiano statunitense “Baltimora Sun”, la Savitskaja ha rivelato un episodio di “sessismo” che avrebbe subito durante il suo primo volo: il collega Lebedev le ha regalato un grembiule e le ha detto di mettersi al lavoro… Ma lei, ha detto nell’intervista, non si è scomposta e si è fatta subito rispettare per la sua professionalità e competenza. Per fortuna i tempi sono cambiati…
La Saviskaja è passata alla Storia grazie alla sua seconda missione nello spazio, la Sojuz T-12. L’equipaggio di questa navicella, composto, insieme alla cosmonauta, dal Comandante Vladimir Dzhanibekov (che conosciamo bene anche lui…) ed Igor Volk. Durante questa, il 25 luglio 1984 effettuò la prima attività extraveicolare di una donna nello spazio, precedendo l’annunciata EVA dell’americana Kathy Sullivan, restando nello spazio esterno per poco più di tre ore e mezzo. Durante la sua EVA, la Savitskaja e Dzhanibekov effettuarono dei test su un apparecchio, chiamato URI, cioè un dispositivo portatile in grado di tagliare, saldare e levigare nello spazio. Questo test è poi servito allo stesso Dzhanibekov, insieme con i colleghi Kizim e Solovyov (che anche conosciamo bene per essere stati i primi e finora unici traslocatori spaziali) a riparare dei condotti del carburante che si erano guastati.
Com'è fatta una toilette spaziale russa? Eccola qui!
Svetlana Evgenjevna Savitskaja e la sua storica passeggiata spaziale.
Svetlana Savitskaja sarebbe dovuta tornare nello spazio, sulla Saljut 7, in occasione della giornata internazionale delle Donne, al comando di un equipaggio tutto femminile. Ma l’incidente che poi portò al rocambolesco salvataggio da parte di Dzhanibekov e di Savynik della stazione fuori controllo, salvataggio reso celebre dal film “Saljut-7” e di cui ho abbondantemente parlato, fece slittare la missione che poi venne cancellata. Piccola curiosità, per chi non ha visto il film: anche se i cognomi sono stati cambiati, è facile riconoscere in Vladimir e Svetlana i due protagonisti della saldatura spaziale che apre il lungometraggio.
Un’ultima occasione per volare nello spazio, la Savitskaja la ebbe nel 1986 quando venne designata per volare sulla nuova Sojuz TM verso la stazione MIR. Ma dovette rinunciare poiché era in attesa di suo figlio Konstantin.
Ritiratasi dalla VVS col grado di Maggiore, nel 1993, è stata vicepresidente della NPO Energhia e professore all’Università statale di Mosca. Convinta Comunista, è stata eletta deputato nelle liste di questo partito fin dal 1989.
Attualmente è deputato alla Duma di Stato per il Partito Comunista della Federazione Russa ed ha l’incarico di vicepresidente della commissione difesa.
La Savitskaja al rientro dallo spazio.