👉 Una nuova ipotesi per Artemis III: missione lunare in due lanci, con SLS per l’equipaggio e Falcon Heavy per il lander Blue Moon, senza rifornimenti orbitali.
Negli ultimi mesi, la discussione sulla fattibilità delle missioni lunari del programma Artemis si è fatta sempre più accesa. Mentre la NASA procede con lo sviluppo del sistema SLS + Orion e i partner commerciali — come SpaceX e Blue Origin — preparano i rispettivi lander, alcuni analisti indipendenti iniziano a esplorare architetture alternative.
Tra queste, una proposta recentemente emersa su X ha attirato l’attenzione della community spaziale: una missione Artemis condotta con soli due lanci, uno dello Space Launch System (SLS) e uno del Falcon Heavy di SpaceX, senza rifornimenti in orbita né rimorchiatori aggiuntivi.
Schema ipotizzato per la missione Artemis III con utilizzo di SLS e Falcon Heavy+Blue Moon. Credito: Ken Kirtland IV
L’idea è stata illustrata in dettaglio dall’ingegnere e divulgatore Ken Kirtland IV, che in una serie di post su X ha delineato un possibile scenario tecnico:
Un lancio SLS porterebbe in orbita lunare la capsula Orion con l’equipaggio;
Un lancio Falcon Heavy, in configurazione non riutilizzata, metterebbe in orbita il lander Blue Moon Mk1 di Blue Origin, completamente operativo.
Da qui, l’equipaggio di Orion si aggancerebbe al lander in NRHO (Near Rectilinear Halo Orbit) o in un'orbita quasi circolare polare (PCO), due configurazioni già considerate negli studi di missione Artemis.
Il vantaggio principale è l’eliminazione della complessa catena di rifornimenti orbitanti prevista nel progetto Starship HLS, una delle parti più critiche — e ancora non testate — del piano Artemis attuale.
Configurazione ipotizzata del lander Blue Moon con un modulo per l'equipaggio (2 astronauti). Credito: Ken Kirtland IV
Nel suo thread, Kirtland mostra come l’architettura reggerebbe anche dal punto di vista energetico.
Il lander Blue Moon Mk1, dopo il rilascio in orbita, disporrebbe di 693 m/s di Δv residuo, mentre il Falcon Heavy, seguendo un profilo di missione “molto conservativo”, potrebbe fornire 2.447 m/s.
Poiché la manovra di iniezione translunare (TLI) richiede circa 3.150 m/s, la missione risulterebbe appena 10 m/s sotto la soglia teorica — un margine facilmente compensabile con lievi ottimizzazioni o con l’impiego di un Falcon Heavy expendable.
“We can do an Artemis landing in two launches, no refills, no tugs,” scrive Kirtland.
“Any mass creep should be solved by expending Falcon Heavy.”
(“Possiamo fare un atterraggio Artemis con due lanci, senza rifornimenti né rimorchiatori. Qualsiasi aumento di massa può essere compensato utilizzando un Falcon Heavy non riutilizzato.”)
🛰️ Box tecnico — Profilo di missione “SLS + Falcon Heavy
🧮 Totale Δv combinato disponibile: ~3.140 m/s
📉 Scarto rispetto alla richiesta teorica TLI: –10 m/s (trascurabile con margini reali)
Rappresentazione artistica del lander Blue Moon di Blue Origin. Credito: Blue Origin
Un altro elemento interessante è la collaborazione tra le principali realtà spaziali americane.
Questa architettura “ibrida” metterebbe insieme SLS e Orion (NASA), Falcon Heavy (SpaceX) e Blue Moon (Blue Origin) in una missione comune.
“I like how this architecture involves everyone — SLS, Orion, SpaceX and Blue Origin. Feels like Apollo in that way.”
(“Mi piace come questa architettura coinvolge tutti… mi ricorda Apollo in questo.”)
Pur ammettendo che non sia la sua direzione “preferita”, Kirtland ritiene che un’architettura così bilanciata meriti almeno di essere studiata, poiché sfrutta infrastrutture già disponibili e riduce le incertezze legate al rifornimento orbitale.
Il profilo di missione Artemis III con l'utilizzo di SLS e Starship+HLS
Il piano attualmente ufficiale per Artemis III si basa sull’utilizzo del lander Starship HLS (Human Landing System) sviluppato da SpaceX. Tuttavia, questo profilo sta incontrando ritardi e ostacoli significativi che mettono in dubbio la partenza del primo allunaggio umano entro il 2029. Fra i problemi principali ci sono, ad esempio, ritardi nei passaggi chiave incluse le revisioni di progetto fondamentali e verifiche essenziali per sicurezza e design. Ulteriori problematiche nascono da Tecnologie non ancora mature: in particolare, i sistemi di rifornimento criogenico in orbita, essenziali per la spinta translunare del lander, e la reale capacità di far allunare l’HLS su una superficie non preparata; alla data odierna Starship non è riuscita ancora ad effettuare un atterraggio morbido e parliamo ancora di un dimostratore tecnologico ben lontano dall’aspetto che dovrebbe avere la HLS reale. Altro problema che impatta sulla tabella di marcia è il ritardo dell’Integrazione hardware/software e sincronizzazione non perfetta tra lo sviluppo di HLS, il veicolo Orion, le tute spaziali e altri sistemi di supporto. Alcuni passaggi dipendono l’uno dall’altro, quindi ogni slittamento rischia di allungare l’intera timeline. ed a tal proposito una analisi interna NASA/Government Accountability Office (GAO) suggerisce che se i ritardi continueranno ai ritmi attuali, la data realistica per il completamento dello Starship HLS (e quindi per l’atterraggio Artemis III) potrebbe essere inizio 2030.
Rappresentazione artistica di un HLS sulla superficie lunare. Credito: SpaceX
Quella descritta non è una proposta ufficiale della NASA, ma un’ipotesi tecnicamente coerente e logisticamente plausibile che potrebbe semplificare la tabella di marcia verso Artemis III.
In un contesto in cui ogni ritardo pesa, l’idea di una missione in due lanci potrebbe offrire una via più diretta — e più collaborativa — per riportare l’uomo sulla Luna.
📎 Fonte: Thread di Ken Kirtland IV (@KenKirtland17) su X.com