Alla fine degli anni 70, l’Unione Sovietica stava pensando alla realizzazione di una stazione spaziale militare, denominata Almaz (Diamante grezzo). In realtà tutto il progetto Saljut, sebbene volto alla sperimentazione di un laboratorio orbitante di lunga durata, era indirizzato alla fattibilità di questo obbiettivo: ben tre Saljut (la n. 2, la n. 3 e la n. 5), sebbene lanciate con la denominazione “Saljut, erano in realtà delle Almaz. Addirittura, la Almaz 2 (Saljut 3) effettuò un test, con un cannone Nudelmann NR-30 da 30 mm per la distruzione di un satellite bersaglio in un raggio da 500m a 3 km. Ma la Saljut è un’altra storia...
Per il programma militare Almaz, quindi, si rendeva necessario un nuovo tipo di veicolo multifunzione, in grado di trasportare sia materiale (come le Progress), sia Cosmonauti (come le Sojuz). Venne quindi creato Il TKS.
Dalle iniziali di Транспортный корабль снабжения (leggi: Transportnyi Korabl’ Snabzheniia, Navetta per trasporto di rifornimenti), la TKS era una cosmonave costituita da due blocchi che erano in grado di operare anche indipendentemente: il blocco VA (Vozvraschaemyi Apparat, ovvero "veicolo di rientro", in occidente denominato erroneamente “Merkur”), che conteneva la zona riservata ai Cosmonauti, il sistema di supporto vitale ed i motori per la manovra di deorbita, ed il blocco FGB (Funktsionalno-gruzovoy blok, ovvero "modulo funzionale di carico"), contenente i motori per le manovre orbitali dell’intero veicolo, un grosso bacino cargo pressurizzato ed i serbatoi del propellente. Come detto il modulo FGB poteva essere lanciato da solo, mentre anche il VA poteva operare da solo nella configurazione ALMAZ-AOPS, cioè portandosi appresso la sezione orbitale della Stazione Almaz (quello che avvenne nei lanci Saljut 3 e 5). Il modulo VA poteva essere riutilizzato: uno di questi volò per ben tre volte, Kosmos 881, Kosmos 997 ed in un volo suborbitale non nominato.
Alimentato da due pannelli solari sul modello della Sojuz, il veicolo TKS era molto più grande di quest’ultima. Nella tradizione tutta Russa di non sprecare nulla, derivò dal progetto LK-1 di Vladimir Nikolajevich Cjelomei, direttore dell’OKB-52, in concorrenza con il progetto N1 di Korolev. Questo perché, all’epoca della progettazione del sistema Almaz-TKS, a capo del programma spaziale Sovietico c’era Valentin Glushko, che noi conosciamo bene, padre del Proton ed acerrimo nemico e rivale di Korolev, il quale collaborò proprio con Cjelomei nell’OKB-52 nello sviluppo del progetto alternativo UR500 per il programma lunare.
Il modulo Va assomigliava molto al CM (Modulo di Comando) della navicella Apollo, sebbene fosse abbastanza più piccolo. Infatti, l’equipaggio non aveva bisogno del blocco VA se non per manovrare la Cosmonave e nelle fasi di rientro; il resto del tempo (come anche nella Sojuz), era alloggiato nella sezione pressurizzata, molto grande ed abbastanza confortevole per gli standard dell’epoca, del blocco FGB. Un’altra particolarità, era che la TKS si agganciava alla stazione Almaz non dalla sezione di prua, ma da poppa (diciamo così, “a marcia indietro” …) Utilizzando il ben collaudato ed ancora in uso sistema di aggancio SSV-G4000.
Il programma iniziò con i voli di prova dei soli moduli VA, che avvennero con i lanci:
Cosmos 881 ed 882, il 15 dicembre 1976. Lancio e rientro delle due capsule nella stessa giornata, avvenuto con successo.
VA099L/P e VA099P/P, il 4/8/77. Il primo veicolo venne distrutto 40’’ dopo la partenza, il secondo recuperato con l’uso della torre SAS (che nel TKS è integrata nel blocco VA).
Cosmos 997 e 998, lanciate il 30/3/1978. Entrambi i veicoli rientrarono con successo.
Cosmos 1100 e 1101, lanciate il 23/5/79. Entrambi i veicoli rientrarono con successo.
Il primo veicolo TKS completo, fu lanciato come Cosmos 929, il 17/7/77. Lancio e rientro del VA (il 16/8) con successo, mentre il blocco FGB si distrusse nell’atmosfera il 2/2/78.
Dopo questo primo successo la TKS iniziò ad operare. Con il lancio Cosmos 1267, la TKS, col solo modulo FGB, agganciò la stazione Saljut 6 il 19/6/1981, mentre il VA venne fatto rientrare autonomamente il 24/5. Il lancio Cosmos 1443 fece un ulteriore passo avanti, volto a spianare la strada all’impiego umano. La TKS completa agganciò la Saljut 7 il 4/3/1983. Rimase agganciata alla stazione (formando una specie di treno spaziale poiché, a prua della Saljut vi era la TKS, mentre a poppa la Sojuz), fino al 14 agosto. Il modulo VA, per testare le sue capacità di volo autonomo, restò in orbita fino al 23 agosto, mentre il blocco FGB venne fatto deorbitare il 19 settembre.
L’ultimo volo della TKS fu il Cosmos 1686. Lanciato il 27 settembre 1985, agganciò la stazione Saljut 7. Vi restò agganciata fino alla fine del programma Saljut. Fu utilizzata, nel Maggio 1986, come motore d’apogeo per spostare la stazione su di un’orbita più alta e sicura. Precipitò, distruggendosi, insieme alla Saljut, il 7 febbraio 1991. Il programma TKS finì lì, con l’inizio dello sviluppo della navetta Buran. Ma le TKS non finirono di essere usate… Difatti…
Pragmatici e pratici come al solito, i Russi usarono il Blocco FGB per costituire la base sul quale sono stati costruiti i moduli: Kvant-1, Kvant-2, Kristall, Spektr, Priroda, tutte sezioni della stazione Mir. Ma non solo: i moduli della ISS: Zarya e Nauka sono anch’essi derivati dal blocco FGB, così come quelli della stazione spaziale cinese Tiangong.
In ultimo, da segnalare che il satellite Polyus, lanciato dal mega lanciatore Energhia (quello della Buran), derivato anch’esso dal blocco FGB, fu il primo veicolo spaziale in grado di intercettare e distruggere gli oggetti nello spazio.
Insomma, un validissimo progetto che avrebbe meritato la consacrazione anche col volo umano ma che, comunque, continua a dare i suoi frutti per la sua grandissima versatilità.
Piccola curiosità: quando lo vidi per la prima volta al Museo della cosmonautica rimasi perplesso. Non conoscendone affatto la storia pensai “e mò questo che è???”, poi ho letto le didascalie ed ho capito…
La TKS (Sezione SA e FGB insieme) è lunga 13,64 M ed ha un diametro di 4,15 M.
Il "Trenino" formato da TKS, Saljut-7 e Sojuz
La sezione VA della TKS esposta al Museo della Cosmonautica di Mosca (Foto dell'Autore)
Rappresentazione del veicolo TKS con le sezioni VA e FGB
Vista in sezione della TKS con evidenziata la zona abitativa della sezione FGB
La sezione VA ed il sistema di aborto del lancio SAS
il modulo VA che volò ben tre volte
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