L’ultimo volo di Ariane V: la potente eleganza di una signora europea.


5 luglio, ore 22:00 UTC. Per l’ultima volta i due boosters P238 ed il Vulcain-2 dello stadio centrale, scaricheranno la loro potenza squarciando il cielo della Guayane Francese. 

La lunga storia degli Ariane

Furono i francesi a proporre, nel 1973, il nome Ariane, preso a prestito dalla mitologia Greca, per il futuro lanciatore europeo dopo il fallimento del programma Europe-1.
Arianna (Ariane in lingua francese) era la moglie del Re Minosse, dell’isola di Creta. Secondo la Leggenda, aiutò Teseo a fuggire dal labirinto e, per questo, venne associata all’abilità di risolvere enigmi e problemi complessi.
E mai nome fu più appropriato perchè la lunga dinastia degli Ariane ebbe non pochi rompicapo da risolvere.

Primo fra tutti, lo scetticismo di parte dei partners del programma, riguardo sia all’utilizzo di motori a combustibile ipergolico, di derivazione militare, sia ai costi che aumentavano a dismisura.
Ad aggravare la situazione, poi, ci fu la perdita di non pochi carichi utili preziosi tra cui l’italiano Sirio-2

Ma, per fortuna, il programma andò avanti, passando per tre evoluzioni del primo Ariane, fino ad arrivare alla quinta serie, un concetto radicalmente nuovo per un lanciatore di grande potenza e di indiscussa affidabilità: 112 lanci con successo su 117.

La famiglia dei lanciatori Ariane. Credito: ESA

Ariane-V: il grande serbatoio volante

Se le prime tre versioni dell’Ariane erano caratterizzate dal lungo serbatoio del terzo stadio, un pò come il collo lungo che distingueva le opere del pittore italiano Modigliani, con Ariane-V  si passa ad una struttura che, per certi versi, ricorda quella del lanciatore sovietico Energia oppure quella dello Space Shuttle: Un grande stadio centrale, monomotore, con due boosters laterali.
Passato attraverso cinque versioni, si è arrivati all’attuale, denominata ECA+ che consente al lanciatore europeo di trasportare in GTO, l’orbita geostazionaria, 10.865 Kg.
Una capacità paragonabile ai Proton russi, ai Lunga Marcia-5 e GSLV-MkIII Indiano.

Spinto dal potente motore francese Vulcain, anche questo un nome preso a prestito dalla mitologia romana, un tradizionale ma affidabile motore a Gas generatore  alimentato ad ossigeno ed idrogeno liquidi, lo stadio centrale sviluppa una potenza di 130 t. nel vuoto.
I due boosters laterali P241, a combustibile solido, sviluppano una potenza di 5400 kN e sono parzialmente recuperabili: come per i SRB dello Space Shuttle, possono essere equipaggiati con dei paracadute per il successivo recupero nell’Oceano.

Ariane-V. Credito: ESA

Il carico utile dell’ultima missione

in questo ultimo volo verranno trasportati due satelliti in orbita geostazionaria: Syracuse 4-B ed Heinrich Hertz.

si tratta, nel primo caso, di un satellite militare, costruito in Italia dalla Thales, destinato all’Esercito Francese per ripristinare i vecchi Syracuse 3a e 3b.
Sono satelliti per telecomunicazioni, operanti nella banda X e KA, resistenti a qualsiasi tipo di interferenza e disturbo elettromagnetico.
Heinrich Hertz, o H2Sat, è, invece, un satellite tedesco sperimentale ad uso delle istituzioni di ricerca della Germania.
Servirà a testare nuove forme di telecomunicazione dallo Spazio alla Terra particolarmente nel settore della copertura sui dispositivi mobili.
Data l’importanza strategica, parte dell’investimento è sostenuta dal Ministero della Difesa tedesco.

Diagramma interno del satellite Heinrich Hertz. Credito:OHB 

Syracuse 4B. Credito: Thales 

Il futuro: Ariane-6

Arianna  non se ne andrà; la sua storia continuerà con il nuovo Ariane-6 che dovrebbe effettuare il suo volo inaugurale nel gennaio 2024 trasportando il satellite ViaSat-3.
Non vediamo l’ora di assistere al debutto di questa nuova, elegante, signora europea!

Ariane-6. Credito: ESA 

ARTICOLO PUBBLICATO SULLA PAGINA FACEBOOK "LE STORIE DI KOSMONAUTIKA" IL 07/07/2023

English version on: www.spacevoyaging.com

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